Panenostro Lab

Panenostro Lab

Colazioni e brunch naturali

Viale Amerigo Vespucci 71, 47921 Rimini RN

Panenostro Lab / Telefono: 0541 22508

Articolo di: Redazione
Lettura: 2 minuti

In Piazzale Kennedy nel cuore pulsante della vita di Marina Centro di Rimini, si trova il Panenostro Lab, al piano terra dell’Hotel Villa Rosa Riviera. Qui, un po' nascosto ai più, ma ben visibile a chi sa cercare i luoghi con un'anima, si cela un posto segreto.

Da Panenostro si trova una colazione fresca, sana ed equilibrata. Qui potrai assaggiare anche i raffinati brunch del locale, tutti preparati con materie prime biologiche.

Adatto a :

chi sceglie la colazione sana

Mezzo :

bici, monopattino o autobus

Periodo consigliato :

tutto l'anno

Ingredienti di prima qualità

Pomodori, pesche, meloni, fragole, arance, ciliegie, albicocche, cocomeri, ribes… Farina, latte, uova, sciroppo d’acero, cacao, caffè… Uova, bacon, salumi e formaggi di prima qualità. Ma non solo, Panenostro è un laboratorio di qualità e di sperimentazioni naturali.

Panenostro non lascia niente al caso: dalla selezione alla lavorazione, nel rispetto della stagionalità e delle nostre campagne, i piatti nascono con l’intento di regalarti sapori da ricordare, fornendoti i principi nutritivi di cui hai bisogno… Arricchiti con erbe profumate e sali, per esaltare i benefici e il gusto di ogni ingrediente.

Il menù

Dai profumati pancake alle brioche farcite, dai waffle più colorati e divertenti alle crostate integrali, Panenostro sarà in grado di soddisfare la tua voglia di dolce… Ma anche quella di salato!

Con gli sfiziosi toast e le freschissime bowl, potrai scegliere il modo migliore per iniziare la tua giornata. Il tutto sarà condito con frutta e verdura di stagione, inseguendo contrasti e assonanze sapientemente studiate per regalare stupore ed essenza ai propri ospiti.

Immergersi nella natura

Una sala luminosa, bianca ed essenziale, un dehor sopraelevato, poltrone e sedie in vimini, il tutto adornato con piante rampicanti, esotiche o fiori, in perfetta armonia con i piatti proposti.

La cucina a vista azzera le distanze tra chi prepara e chi mangia. Accoglienza e convivialità sono alla base del concetto “Panenostro”, una miscela di gusti ed esperienze che uniscono natura e persone

Panenostro è speciale per chi sa vedere al di là di quello che c'è, al di là dell'apparenza, entrando nella sostanza del gusto.

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    Mare in Riviera

    L'estate, il mare e la salsedine

    Il bel tempo dell'estate, che porta giornate di caldo e di sole, permette di fare lunghe passeggiate, pedalate o permette di visitare le città di mare della Riviera.

    Potrai vivere molti momenti magici  in compagnia di amici o familiari e godere del clima mite durante le tue escursioni o biciclettate lungo la costa.

    Noi ti proponiamo 5 affascinanti città sulla costa, per le loro vie potrai sentire l’odore del mare, da scoprire e amare. Vieni a visitarle!

    Terrazza del Parco del Mare, Rimini

    Parco del Mare

    A Rimini, mare e sport

    Se non sai cosa scegliere fra mare e centro, ti proponiamo un giro al Parco del Mare di Rimini. Si tratta di una moderna passerella che collega perfettamente le 2 parti della città ed è il luogo ideale per allenarsi, rilassarsi e svuotare la mente; inoltre potrai trovare 5 aree giochi per il divertimento dei più piccoli.

    Riviera del Conero

    Acque limpide e cristalline nelle Marche

    Un territorio rigoglioso, acque chiare nelle quali si perde la roccia montuosa, diverse spiagge e un paesaggio naturale unico. Il Conero è considerato uno tra i panorami più belli d’Italia, vieni a scoprirlo e fotografarlo!

    Spiagge della Riviera del Conero
    Ombrelloni di Giulianova

    Giulianova

    La perla dell'Abruzzo

    Sabbia morbida, acque limpide e azzurre, fondali bassi, stabilimenti forniti di ogni comfort. Giulianova in poco tempo è diventata una tra le mete più richieste in Abruzzo. Attira turisti dal 1933 grazie al suo Lungomare Monumentale, simbolo turistico e storico della città.

    San Benedetto del Tronto

    Un litorale tutto da scoprire

    È considerato uno dei Lungomare verdi più belli d’Italia, circondato da fontane, sculture, palme e aree verdi. San Benedetto è ritenuto il fulcro della Riviera delle Palme delle Marche grazie ai locali aperti fino a tarda notte e le splendide spiagge.

    SanBenedetto-6
    SUP all'alba, Riviera Adriatica

    Alba Adriatica

    Mare, natura e cultura

    Alba Adriatica è il luogo ideale dove trascorrere una vacanza serena e senza pensieri. Passeggiando sul lungomare potrai sentire il profumo di pesce venire cucinato ai ristoranti oppure goderti lo splendido tramonto sul mare. Curioso? Vieni a scoprire una delle “Sette Sorelle d’Abruzzo”!

    Tour in bici

    Esperienze su due ruote in Riviera

    Vacanza non significa solamente stare con i piedi a bagno al mare o rilassato sul lettino in spiaggia, ma anche fare lunghe pedalate sul lungomare o sui paesaggistici sentieri dell’entroterra

    La Riviera offre varie piste ciclabili che costeggiano il mare ma i più avventurosi possono cimentarsi su percorsi poco conosciuti e circondati da una natura selvaggia e bellissima.

    Ecco qualche idea su quale tragitto scegliere e percorrere durante la tua vacanza!

    Spiaggia di Marotta dall'alto

    Valle del Metauro

    Tra natura, arte e cultura

    La Valle del Metauro, nelle Marche, dispone di un percorso ad anello che permette di scoprire nuovi luoghi e apprezzare l’ambiente circostante, opere artistiche e monti. Una pedalata tranquilla tra mare, borghi, colline, rocche, musei e panorami mozzafiato renderà la tua vacanza piacevole e piena di scoperte.

    Parco Delta del Po

    Da Milano Marittima a Ravenna

    Un itinerario stimolante pensato per gli amanti della natura, percorre 2 pinete e un parco creato da un importante fiume italiano, inoltre potrai ammirare diversi panorami. Attraverserai strade sterrate, piste ciclabili, sentieri e piccole pendenze durante il tuo percorso attraverso il parco, inoltre potrai trovare pinete, mosaici e Land Art.

    Veduta dall'alto sulle Valli di Comacchio, Parco Delta del Po
    Panorama di Onferno

    Da Misano ad Onferno

    Dalla Valconca a Val Ventena

    Hai mai pensato di fare una splendida pedalata fino alle Grotte di Onferno? Ora puoi farlo grazie ad un nuovo percorso ad anello che comincia da Misano e passa per i caratteristici borghi di Gemmano, Montescudo e Monte Colombo. Il tragitto prevede delle piccole soste presso canyon, vitigni e ristoranti dove potrai riposare e gustare piatti tipici locali.

    Cesenatico e Sorrivoli

    Spiaggia, borghi e natura

    Questo lungo itinerario tocca diversi borghi dell’entroterra romagnolo e grazie ad esso potrai vedere diverse opere dedicate al ciclismo. A metà percorso ti ritroverai a Sorrivoli famosa per il Muro di Sorrivoli, ovvero il punto più difficile da superare per via dell’ampia pendenza, una volta attraversato potrai godere di un magnifico panorama.

    Fine percorso in bici, Cesenatico
    Ciclovia dei Gessi Monte Mauro

    Colline faentine

    Borghi, grotte ed entroterra

    Non si tratta solamente di un percorso ciclistico, in onore di Alfredo Oriani, ma anche enogastronomico, artistico e naturalistico. Attraverserai la Ciclovia di Dante, dei Gessi e anche la strada della lavanda e dei vini, questi ultimi potrai degustarli nelle cantine del territorio.

    Borghi d’estate

    A spasso nelle città romagnole, marchigiane e abruzzesi

    Con l'arrivo dell'estate, i borghi dell’entroterra ritornano ad essere il luogo dove trovare ristoro dalle calde giornate e dalle calure estive. Luogo di escursioni e d’interesse per gli appassionati di cultura e di natura.

    Nei borghi dell'entroterra romagnolo, marchigiano e abruzzese, potrai goderti i panorami dopo una lunga camminata per le strade e le vie acciottolate o per i sentieri delle campagne circostanti e gioire di un eccellente calice di Sangiovese o un gustoso "pranzo con vista" con piatti tipici del luogo.

    Se sei appassionato d’arte, di storia e di architettura, avrai tutta la tranquillità e la comodità necessarie per approfondire tutti i luoghi di tuo interesse. 

    Ecco qua i migliori borghi per un weekend in Riviera!

    Vista di Corinaldo dall'alto

    Corinaldo

    Una scala lunghissima

    Con l'arrivo dell'estate, il bellissimo borgo di Corinaldo, nelle Marche, si riempie di luce, fiori e colori. Ci sono molti motivi per andare a visitare il piccolo paese dell'entroterra marchigiano, ad esempio per il pozzo, l’ottima polenta, la lunga scala di 109 scalini… inoltre potrai respirare un’aria romantica al tramonto o godere del silenzio in momenti di tranquillità.

    Pennabilli

    Il borgo di Tonino Guerra

    Sulle pendici del Monte Carpegna, nel cuore dell’entroterra romagnolo, si trova l’incantevole paese di Pennabilli, un rinomato centro di turismo ambientale e culturale. Gran parte del territorio si trova all’interno del Parco Gran Sasso Simone e Simoncello ed è il borgo in cui ha vissuto il poeta Tonino Guerra e nel quale si possono trovare i “Luoghi dell’Anima”, ovvero piccoli musei sparsi per il borgo pensati dal poeta.

    Panorama di Pennabilli
    Scorcio del paesaggio di Atri

    Atri

    Antica città dei Duchi di Acquaviva

    Atri è una delle città più antiche dell’Abruzzo e le sue origini sono avvolte da leggende e racconti misteriosi. Nei mesi estivi e autunnali, si svolgono diverse feste popolari, sagre, canti e manifestazioni religiose e profane; tra queste la più importante e antica è l’Apertura della Porta Santa, una dimostrazione che si ripete da secoli.

    Petrella Guidi

    La felicità nelle piccole cose

    Il piccolo borgo della Valmarecchia è una vera “chicca” per le persone che cercano attimi di silenzio nella natura rigogliosa o che sono interessate alla storia e alla cultura. Varcato l’arco che funge da porta d’ingresso, ti troverai circondato da case dai muri altissimi e botteghe e forni che caratterizzano la città e le danno un aspetto medievale.

    Vista su Petrella Guidi
    Panorama di Verucchio

    Verucchio

    La culla dei Malatesta

    Il borgo medievale di Verucchio sorge su un costone di roccia, su un’altura della Valmarecchia. Composto in origine da due rocche di cui solo una rimasta ad oggi, la Rocca del Sasso dei Malatesta. Per le strade della cittadella potrai sentire il profumo dalle cucine dei buoni piatti tipici del territorio e sarà molto facile trovare il posto giusto dove gustarli.

    Sigep, The Dolce World Expo

    Home / Emilia Romagna / Eventi

    La fiera più dolce del mondo: SIGEP Rimini

    Dal cioccolato al caffè, dalla panificazione al gelato: i deliziosi percorsi al Dolce World Expo

    Articolo di: Redazione
    Lettura: 2 minuti

    Se vuoi conoscere tutti i segreti del mondo del dolce, non puoi perderti la 44° edizione di SIGEP, The Dolce World Expo che quest’anno si svolge in contemporanea con AB Tech Expo, il Salone Internazionale delle Tecnologie e Prodotti per la Panificazione, Pasticceria e Dolciario.

    Aziende e professionisti, esperti del settore, ma anche anche famiglie e curiosi: tutti sono i benvenuti alla fiera più dolce che ci sia!

    [Foto ufficiali Sigep.it]

    Adatto a :

    Tutti i golosi

    Mezzo :

    In bus o in treno è comodissimo!

    Gusti davvero... strani!

    Tra i gusti di gelato più strani presentati al SIGEP troviamo: formaggio greco e pomodoro, banana java, hummus, brioche e granita, trolls, avocado, latte blu, arancia curcuma e peperoncino, frutta secca e melograno, gelso rosso e bacche di mirto...e tu li proveresti?

    Gelato e pasticcini, i veri protagonisti

    Disposti su 129.000 mq, da visitare in 5 giornate, tra gelati di ogni gusto, pasticcini di ogni forma, macarons di ogni colore e veramente tantissime varietà di caffè: non manca proprio nulla.
    Il SIGEP è l’appuntamento immancabile per scoprire tutte le ultime novità, tendenze ed innovazioni del Foodservice del Dolce: attrezzature, materie prime, arredamento, packaging, ingredienti e servizi sono solo una parte di ciò che compone questa lunga catena per realizzare un dolci deliziosi.

    La storica sezione del gelato raccoglie le più importanti aziende del settore nel mondo e si presenta con tantissimi tipi di gelato, tutto artigianale, da leccarsi i baffi; mentre nella zona pastry vedrete pasticcini di ogni tipo: dal pistacchio, alla fragola, alla scorza d’arancia al classico cioccolato che non può mai mancare.
    Un autentico spettacolo per gli occhi e per la gola! E chiaramente non mancheranno gli imperdibili assaggini gratis.

    Un percorso di gusto

    I visitatori vengono guidati alla scoperta di percorsi tematici focalizzati su 5 principali settori: Cioccolato, Pasticceria, Panificazione, Gelateria e Caffè per un totale di 28 padiglioni ed oltre 1.000 espositori.

    La Fiera è un punto d’incontro per dialogare con aziende e professionisti del settore, per confrontarsi sugli scenari del comparto ed un’occasione di business, networking, oltre che di aggiornamento professionale e di condivisione del proprio sapere.

    Tappa da non perdere è sicuramente il cioccolato: macchinari per la sua produzione e lavorazione, eventi, concorsi e dimostrazioni dedicati al preziosissimo “cibo degli Dei”, sin dai tempi dei Maya.

    Non mancheranno poi aree speciali come l’Innovation Gallery, che punta i riflettori sulle novità di prodotto e servizi presentate dagli espositori; l’area start-up per i giovani imprenditori ed infine la buyers lounge, ovvero un’area esclusiva riservata ai buyer internazionali invitati da IEG in collaborazione con Agenzia ICE.

    L'arte "Bianca"

    Dopo il successo del 2020 torna al SIGEP il comparto industriale e artigianale dedicato alla panificazione. Dall’impasto alla lavorazione, fino a lievitazione, cottura, raffreddamento, taglio ed imballaggio finale, compresi tutti i servizi che seguono la qualità del processo.

    Torte salate, cornetti, pizza e pane di ogni tipo con le proprie specialità regionali, dalla tigella al pane nero, dal parrozzo ai grissini, dalla focaccia alla biga, davvero non ne mancherà nessuno.

     Uno show internazionale

    SIGEP significa anche talento e spettacolo, per questo ogni anno vengono promossi l’innovazione e l’eccellenza del Dolce in tutto il mondo con specifiche arene che fanno da palcoscenici dinamici.
    In particolare in Fiera sarà possibile vedere:

    • DOLCE ARENA nel quale si svolgono: Gelato World Cup, Campionato Mondiale di Pasticceria Juniores e Campionato Mondiale The Pastry Queen
    • GELATO ARENA e CHOCO ARENA dove si svolgono Talks e Demo
    • PASTRY ARENA nella quale si potrà assistere a: Campionato Italiano Seniores, Campionato Mondiale Juniores e SIGEP Giovani
    • COFFEE ARENA nella quale prenderanno luogo 7 Campionati Italiani Baristi
    • BAKERY ARENA dove si svolge la Bread in the City, ovvero il Concorso Internazionale di Panificazione
    • VISION PLAZA che rappresenta un faro per le macro-tendenze del foodservice dolce

    Natale a Rimini

    Home / Emilia Romagna / Eventi

    Natale sotto le luci di Rimini

    L’atmosfera natalizia tra mercatini, presepe di sabbia, danze e cultura a pochi passi dal mare 

    Lettura: 3 minuti

    Quest'anno Rimini s'illumina per le feste con "Il Sogno del Natale", l'illuminazione che si estende per più di 90 chilometri tra Miramare e Torre Pedrera.

    L’accensione delle luci, avvenuta il 25 Novembre, illumina ora la strada a festa, attraversando borghi ricchi di storia e cultura nella capitale della piadina. Sono l’oro, il rosso e il bianco a fare da cielo ai riminesi e ai turisti che decideranno di farsi coccolare dalle dolcezze della riviera.

    Mezzo :

    Comodamente a piedi

    Durata :

    Dal 24 Novembre 2023 al 7 Gennaio 2024

    Periodo consigliato :

    Tutte le feste di Natale

    Il Fellini Museum

    Se vuoi visitare Rimini sotto una veste diversa non puoi saltare l’appuntamento al museo “diffuso” di Fellini. Sono tre i luoghi che accompagnano questa visita: Castel Sismondo, Il palazzo del Fulgor e la Piazza dei Sogni dove poter entrare a far parte di un’esperienza immersiva tra le pellicole del Maestro del cinema.

    Una distesa di luci sulla Riviera

    È ufficialmente iniziato così il Natale riminese che conterà su più 200 appuntamenti della tradizione in attesa del Capodanno più lungo del mondo. Non mancheranno concerti di Natale, canti, spettacoli circensi, danze che renderanno indimenticabile ogni momento di queste feste.

    Dagli angeli luminosi tridimensionali che vegliano sull’Arco d’Augusto, al maestoso veliero in Piazzale Boscovich ogni angolo di Rimini sarà luccicante.

    Il Mercato dei Sogni

    “Quando ero bambino, erano la luce dell’albero di Natale, la musica della messa di mezzanotte, la dolcezza dei sorrisi a far risplendere il regalo di Natale che ricevevo”
    Antoine de Saint-Exupèry, Il piccolo principe

    E quale miglior modo di trovare un perfetto regalo di Natale, come ci dice Antoine, se non al Mercato dei Sogni del Natale?

    I mercatini saranno una presenza fissa ed immancabile fino al 7 Gennaio 2024. Organizzati da CNA, fanno da perfetta cornice al clima natalizio di Via Poletti e Piazza dei Sogni, proprio davanti al Fellini Museum.

    Un’esperienza che sicuramente sarà apprezzata dai più piccoli che possono divertirsi tra casette di legno all’interno dei diversi giochi di luci adiacenti alla Rocca Malatestiana e la fiabesca giostra francese coi suoi rimandi al Maestro Fellini.

    Il Mercato dei Sogni di Natale vuole valorizzare tutti quei prodotti unici, originali e di tipo artigianale che i romagnoli sanno realizzare e valorizzare come pochi. Legno, ceramica, stoffe, gioielli ed argento sono solo alcuni dei prodotti che potranno essere acquistati ai mercatini.

    Un gustoso spazio è dedicato poi alle eccellenze del territorio: panettone, pandoro, dolci natalizi, ciambelle, panini gourmet e molto altro sono lo spuntino perfetto, accompagnati da vin brulé che permette di scaldarsi mentre si passeggia per il centro città. Non mancano anche vini ed olii della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini, un ottimo modo per portare a casa un pezzo di Romagna.

    Al centro del Natale

    Nel cuore di Rimini si trova invece la tradizionale pista di ghiaccio di 600 metri e il circo per spettacoli vista mare. La cascata di luci fa da maestoso soffitto in Piazza Cavour per continuare ad illuminare i rami del grande Platano accanto al Teatro Galli e tutti gli alberi di Piazza dei Sogni. Tutti gli eventi si concluderanno con l'arrivo dei Re Magi, il 6 Gennaio, in un ricco corteo di balli, musiche e canti tradizionali.

    La città di Rimini torna protagonista delle feste per famiglie ma anche per giovani che passeranno il Capodanno in Riviera, all’insegna dei sapori, dei colori e della musica.

    Non sono da meno i negozi con una speciale serata Shopping Night in versione natalizia che il 23 Dicembre vedrà le attività aperte fino alle 23: ottima occasione per acquistare un regalo last minute per amici o parenti. Tutto insomma sarà una buona scusa per brindare e festeggiare in attesa del Capodanno più lungo del mondo.

    Presepi che sanno di mare

    Non possono mancare a Rimini e provincia i tradizionali presepi, da quelli tradizionali, marinari, viventi a quelli di ghiaccio e di sabbia.

    È invece a Bellaria-Igea Marina che si svolge l'Energy Christmas con una grande novità: una pista di ghiaccio lunga ben 60 metri che si estende lungo il viale pedonale davanti alla Biblioteca Panzini. Non mancherà l'iconica Snow Globe di Piazza Matteotti, all'interno del quale è allestito un fantastico bosco fiabesco animato da personaggi di fantasia per incantare grandi e soprattutto piccini.

    Danze e spettacoli che emozionano

    Se pensavi che gli eventi fossero finiti ti sbagliavi di grosso. Rimini si trasforma per qualche giorno nella capitale della Danza Sportiva dove sarà possibile assistere agli Europei di Danze Standard, i Mondiali Standard Senior II, i Mondiali di Danze Latino-Americane (per la categoria Youth) e non ultimo il Campionato del Mondo Adulti Danze Standard dove gareggeranno Debora Pacini e Francesco Galuppo per la medaglia d’oro.

    Ma non finisce qui: il Nuovo Palazzo dello Sport (ex RDS Stadium) ospita le stelle mondiali de Le Cirque Alis Christmas - Gala, uno show internazionale con l’eccellenza circense composta da equilibristi, acrobati, clown, cantanti, musicisti e giocolieri che ti lasceranno senza fiato.

    Concerti e musiche della tradizione

    Ma non è tutto shopping e mercatini!

    L’8 Dicembre invece andrà in scena per la prima volta al Tempio Malatestiano il 6° Concerto di Natale per la Città di Rimini durante il quale potrai apprezzare le musiche e gli strumenti tipici del Medioevo, sempre con un orecchio rivolto al XX secolo.

    Passando dal Teatro Galli, Sabato 17 Dicembre, durante la 73° Sagra Musicale Malatestiana potrai fermarti per assistere al ritorno di Riccardo Muti alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini dove verrà messa in scena una travolgente esecuzione della Messa da Requiem di Verdi.

    Mercato Saraceno

    Home / Emilia Romagna / Borghi e Castelli

    Mercato Saraceno, un crocevia nell'entroterra romagnolo

    Un borgo con tanto da offrire: storia, buon cibo e attività all'aria aperta

    Articolo di: Redazione
    Lettura: 3 minuti

    Tra la via Emilia e la val tiberina, a metà strada tra Forlì e Cesena, si trova Mercato Saraceno, borgo storico che sorge sulla sponda sinistra del fiume Savio. 

    Con un territorio caratterizzato da un alto dislivello e i suoi 100 km quadrati di estensione, offre per gli amanti dello sport e delle attività all’area aperta; diversi percorsi per il trekking e le mountain bike, ma anche running e ciclismo su strada. 

    Per chi invece vuole assaporare i gusti e la storia di Mercato Saraceno, il centro storico e le specialità locali ti sapranno accompagnare in un viaggio sorprendente. 

    Adatto a :

    A tutti, dai ciclisti più temerari e agli amanti delle camminate

    Mezzo :

    A piedi o in bicicletta

    Durata :

    1 giornata

    Periodo consigliato :

    Primavera, Estate

    Perchè si chiama Mercato Saraceno?

    Il mercato deve il suo nome a Saraceno figlio di Alberico degli Onesti, una famiglia di nobili ravennati anche citati da Dante nella sua celeberrima opera: «... sappi ch’io son Guido del Duca» (Purgatorio. XIV, 81).

    La Storia del Mercato

    Nel 1153, vicino al mulino ad acqua che già esisteva, Saraceno volle costruire un mercato sul fiume con l’unico ponte sul Savio che collega Cesena e Bagno di Romagna, un luogo strategico! L’inaugurazione ebbe inizio il 4 Maggio di quell’anno e proseguì per i successivi dieci giorni. Fu un tale successo e fece così clamore che rimase l’unico anche nei secoli successivi. La città fu poi meta di conquiste: dall'arcivescovo di Ravenna, che la fortificò dotandola di diversi castelli, ai Borgia con Cesare Borgia che aveva l’ambizione di creare un gran ducato nell’Italia centro-settentrionale. Dopo la caduta dei Borgia, passò sotto il dominio dello Stato Pontificio fino all’800.
    Nell’età napoleonica, la città si trasformò in un'importante punto di estrazione dello zolfo portando ad una crescita demografica e ad un miglioramento delle vie di comunicazione, nonché ad un forte attivismo per il miglioramento dei diritti e delle condizioni di vita dei minatori, che attirarono in città personaggi importanti come il politico Andrea Costa.

    Il cuore "dolce" di Mercato Saraceno

    Il centro storico è composto da Piazza di Sotto (ora Piazza Gaiani), Borgo di mezzo (ora via Cavallotti) e Piazza di Sopra (ora Piazza Mazzini). Qui fu costruito l’edificio di maggior pregio artistico del borgo: Palazzo Dolcini. Progettato dall’architetto forlivese Ugo Dolcini, il suo stile architettonico fonde Liberty e Art Déco, dando al palazzo un aspetto peculiare ed unico.

    Dolcini ha poi costruito altri edifici in zona con la stessa fusione di stili, diventando così un suo marchio riconosciuto. 

    Un altro edificio di rilievo storico ed artistico, a circa un km dal centro, è senz’altro la Chiesa della Pieve di San Damiano, in cui si possono trovare tombe risalenti persino al III secolo d.C. con iscrizioni in latino ed altri reperti di epoca romana, a testimonianza della lunga storia che permea questi luoghi. 

    A pochissimi chilometri dal centro storico, si trova un piccolo borgo rurale: Monte Castello (Castrum Montis Castelli). Conserva ancora intatte le caratteristiche di un tipico castello rustico-rurale, affacciandosi alla piazza con un raffinato balcone ad arcate.

    Tutti a tavola!

    Di certo qui il buon cibo non manca: numerose sono le osterie e i ristoranti a Mercato Saraceno, in cui si possono gustare tutte le specialità che un territorio così caratteristico può offrire, oltre ai tradizionali piatti romagnoli come i crescioni (“guson” in romagnolo) e la classica piadina .

    Uno dei prodotti tipici è la Pagnotta Pasquale, un pane dolce spesso arricchito con uva sultanina. Inoltre, per gli amanti del vino, sono presenti quattro rinomate cantine vinicole che valorizzano gli antichi vigneti locali di sangiovese e albana.

    È ora di tenersi in forma

    Le alte colline, le insenature scavate dai fiumi e le verdi foreste regalano ai ciclisti, ai runner e agli amanti del trekking delle esperienze indimenticabili immerse nella natura. 

    Ogni anno si svolge la gara ciclistica chiamata “I Nove Colli”, che parte proprio dal ponte sul Savio di Mercato Saraceno fino ad arrivare a Perticara, un percorso di 200 km e 3880 metri di dislivello che mette alla prova tutti i partecipanti, ma che regala forti emozioni in una cornice paesaggistica mozzafiato. 

    Tra i percorsi più suggestivi c’è il Sentiero di Falcino che percorre un tratto del Cammino di San Vicinio fino alla chiesa di San Lorenza di Ciola, a 600 m di altitudine.

    Il Fosso Sassignolo è adatto per chi cerca un percorso di trekking completamente immerso nel verde.

    I Sentieri del Tasso vengono così chiamati per via della presenza di questi animali nei luoghi vicini. Tra questi si possono trovare il Sentiero della Contessa che porta ai resti di un’antica torre, oppure il Sentiero del Nuvoleto, così chiamato perchè si percorre un antico tracciato fino all’omonimo nucleo rurale. Ed ancora la secolare selva dei castagni, la “Durgantèda”, un luogo magico e fiabesco.

    Questi sono alcuni dei sentieri percorribili da chi vuole respirare l’anima di una natura incontaminata. 

    Siete pronti ad immergervi nel piccolo grande mondo di Mercato Saraceno?  

    Montebello e Azzurrina

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    Montebello, il borgo con il misterioso castello

    Leggende e storia a Mons Belli, il Monte della Guerra

    Articolo di: Redazione
    Lettura: 3 minuti

    A pochi km dal confine con lo stato di San Marino, vive la piccola realtà di Montebello, che a 463 metri sul livello del mare domina le valli del Marecchia e dell’Uso. Accederai al borgo fortificato attraversando una porta, e subito tutto apparirà chiaro davanti ai tuoi occhi: un antico mondo piccino, composto da basse abitazioni, una torre difensiva, qualche bottega e negozietto (contabili sulle dita d'una mano), la chiesa e il famoso castello, che attira la maggior parte dei visitatori.

    I Romani, già all’epoca del III secolo, avevano capito che questo posto era quasi inattaccabile, e ne approfittarono per costruire la prima fortezza. Da qui potrai capire da dove deriva il vero nome di Montebello, non quindi chiamata così per la bellezza del posto, ma da Mons Belli, cioè il “monte della guerra”. Come tanti dei paesi prossimi a Rimini, anche questo capitò sotto la Signoria Malatestiana per due secoli, finché la famiglia dei Montefeltro, con un audace colpo di mano, espugnò la fortezza. Ritornò poi sotto i primi signori, che dovettero cederla nuovamente, fino ad essere aggiudicata alla famiglia Guidi.

    Adatto a :

    chi ama i borghi, ma soprattutto le leggende arcane

    Mezzo :

    a piedi

    Durata :

    una giornata

    Periodo consigliato :

    il periodo migliore è quello del solstizio d'estate

    Lamenti o temporali?

    Ogni cinque anni, esattamente il 21 giugno, i tecnici del suono effettuano registrazioni audio, perché si sentono particolari suoni. Scrosci violenti di pioggia, temporali, e grida di una bambina. All’ascolto di queste frequenze, le persone sentono rumori diversi, addirittura risate.

    La chiesa di San Pietro Apostolo

    La chiesa dell’antico borgo è dedicata a San Pietro, costruita nel 1732 per volere dei Conti di Bagno e ha resistito fino alla seconda guerra mondiale, che la danneggiò gravemente.

    In seguito restaurata in parte, sorge proprio a ridosso delle antiche mura del castello e l’entrata è preceduta da una piazzetta dalla quale potrai godere di un magnifico panorama sulla Val Marecchia.

    L’aspetto esterno è solenne, ti basta salire tre gradini per entrare dal portale di accesso a sesto acuto, simile alle due piccole finestre sulla facciata. L’interno ospita diversi dipinti e sculture. Noterai quella rappresentante la madonna col bambino. L’altare maggiore è decorato da un policromo settecentesco, un gioiello di virtuosismo prospettico.

    Il medaglione centrale è abbellito da elementi policromi floreali e con il simbolo del santissimo sacramento.

    La pala d’altare ospita un dipinto che raffigura i santi Pietro, Biagio e Andrea, che rappresentano le tre parrocchie intitolate ai loro nomi, nel territorio di Montebello. Nella controfacciata è presente una cantoria in legno dipinta con un organo del ‘700, invece all’ingresso è posta un’acquasantiera in pietra. Conclude l’edificio un campanile a vela.

    La rocca dai mille anni

    Costruita prima dai Romani come una semplice torre a pianta quadrata, evoluta in fortezza dai Malatesta, la Rocca ha 1000 anni di storia alle sue spalle, che ci racconta partendo dalla sua posizione.

    E’ collocata a guardia d’una via, risalente la Val Marecchia, di grande valore strategico, dato che rappresentava il collegamento principale tra il Montefeltro e la Toscana.

    Si tratta senza dubbio di uno degli edifici storici più interessanti della signoria, di tutto il territorio romagnolo. La grande particolarità, che potrai notare anche tu, è che le sue fondamenta poggiano proprio sul picco del monte.

    Ha subito diversi interventi nel corso del tempo, principalmente di carattere militare, ma il mastio e parte della fortezza sono ancora quelli originali, risalenti all’anno 1000.

    La residenza signorile invece è originaria della seconda metà del 1400, quando ai Malatesta succedono i Conti Guidi di Bagno, e a loro dobbiamo il salone nobile e i preziosi mobili contenuti al suo interno. La gita al suo interno ti riserverà mille sorprese, come arredamenti di pregio che vanno dal 1300 al 1700, rappresentando una panoramica unica su circa 500 anni di storia del mobile italiano. Inoltre noterai imponenti forzieri e cassapanche dipinte nel periodo dei crociati.

    La leggenda della piccola Azzurrina

    Il castello di Montebello però, nasconde una storia tramandata da anni, secoli e generazioni, che incanta migliaia di visitatori. La leggenda riguarda una bimba di nome Guendalina, che noi conosciamo come Azzurrina. La bambina nacque con i capelli albini, che all’epoca erano segno di discendenze demoniache. Per questo motivo, il padre Uguccione di Montebello, decise di proteggerla dal giudizio popolare, facendola sorvegliare da due guardie. D’altro canto, la madre cercò invece di tingerle i capelli di colore nero, ottenendo scarsi risultati, se non che i suoi capelli trattenevano alcuni pigmenti, dando alla chioma riflessi azzurri. Da questo ne deriva il suo soprannome. Precisamente il 21 giugno del 1375, in una giornata temporalesca, la bambina giocava con una palla di pezza nella fortezza, e ad un certo punto il gioco cadde lungo la scala che portava verso la ghiacciaia. Lei la rincorse per andare a prenderla, senza mai più fare ritorno. Purtroppo non abbiamo notizie certe sull’accaduto, non sappiamo se siano solo racconti cittadini della bassa Val Marecchia, o la pura realtà. Quello di cui siamo certi, è che per scoprire qualcosa in più su questa misteriosa e particolare storia, dovresti proprio andarci a fare una visita. Chissà se riuscirai a sentire qualcosa!

    Informazioni per acquisto biglietti

    Se vuoi visitare il castello e scoprire meglio la storia, ti interesserà sapere che sono aperti nel periodo estivo dal 1 giugno al 17 settembre, per la visita diurna tutti i giorni escluso il lunedì dalle 14:30 alle 19:00. Per la visita notturna la biglietteria è aperta dalle 21:30 alle 23.

    Parrozzo

    Parrozzo, il dolce di Natale dell'Abruzzo

    Un semisfera al cioccolato: il Parrozzo, così buona da affascinare D'Annunzio

    Articolo di: Redazione
    Lettura: 2 minuti

    Per i Maya il cioccolato era sacro e veniva chiamato il “Cibo del Dei”. Una storia che si ripete, dato che anche noi oggi riserviamo al cioccolato un posto d'onore in cucina e nei piatti golosi della tradizione. Il cioccolato è cibo per l'anima dato che spesso ci ritroviamo a consumarlo per consolarci o per festeggiare! Aggiungere il cioccolato ai vari piatti per renderli più golosi, è poi un’arte. 

    Nel periodo di Natale, addentrarsi nel magico mondo del cioccolato, vuol dire solo una cosa, parlare di dolci natalizi. Il territorio abruzzese ci lascia scoprire un dolce tipico dei mesi invernali, una golosità con una grandissima storia, che utilizza il cioccolato in modo ingegnoso: il Parrozzo

    Un dolce secolare abruzzese

    Il Parrozzo (o Panrozzo) è un dolce tradizionale di Natale originario di Pescara dalla caratteristica forma a semisfera ricoperta di cioccolato.

    Viene fatto con il semolino, ma in alternativa si può utilizzare la farina gialla o la farina bianca con fecola, uova, zucchero, mandorle tritate, buccia di arancia o limone e infine liquore di amaretto.

    Si impasta la farina o il semolino con le uova, le mandorle, la buccia ed il liquore. Si versa poi l’impasto in uno stampo di forma semisferica e lo si cuoce al forno. A cottura ultimata, quando il dolce si è raffreddato, lo si ricopre con un goloso strato di cioccolato fondente fuso. 

    Le origini del Parrozzo

    Possiamo dire che il Parrozzo ha un origine “contadina”. Infatti i contadini abruzzesi, già da tempo immemore, erano soliti preparare una pagnotta di forma semisferica di pane con il granturco, leggermente bruciacchiata per creare una croccante e deliziosa crosta.

    Fu guardando questo pane che Luigi D’Amico nel non troppo lontano 1920 fu colto da una golosa epifania. Volle trasformare il pane in un dolce, mantenendo intatte le sue caratteristiche peculiari.

    Così aggiunse le uova per dare quel colore giallo tipico del granturco e ricoprì l’impasto con una cascata di cioccolato per ricordare la crosta originaria. 

    Anche D'Annunzio stregato dal Parrozzo

    Il nome Parrozzo deriva dall'originario pane contadino degli abruzzesi che si chiamava Pane Rozzo. Fu poi chiamato così in seguito alla lettera che inviò, insieme al dolce, Luigi D’Amico a Gabriele D’Annunzio, che così citava: “Illustre Maestro questo Parrozzo il Pan rozzo d’Abruzzo vi viene da me offerto con un piccolo nome legato alla vostra e alla mia giovinezza”.

    La prima persona alla quale D’Amico fece assaggiare il Parrozzo fu proprio il famoso scrittore e poeta Gabriele D’Annunzio. Tale fu la sorpresa e l’esaltazione che ebbe il Vate all’assaggio del dolce, che rispose alla lettera di D’Amico con un madrigale (un breve componimento) in dialetto abruzzese dedicato alla pietanza che tanto lo aveva colpito.

    Così citava: “È tante ‘bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c'avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce… e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…” 

    I Cappelletti romagnoli

    Home / Emilia Romagna / Esperienze di gusto

    Il Cappelletto: la gemma della Romagna

    Tradizione, storia e curiosità su un vero mito della cucina romagnola

    Articolo di: Redazione
    Lettura: 3 minuti

    Pasta fresca! Già solo a nominarla viene l’acquolina in bocca, non è vero?

    Ci troviamo in Romagna, dove la pasta fresca è la regina indiscussa della cucina. Qui possiamo mangiarne di tantissime varietà. 

    In quest’articolo parleremo di un “tipo” che tutto l’anno dà il meglio di sé, ma a Natale è indiscutibilmente IL primo per eccellenza: il “Cappelletto”.

    Il Cappelletto, a Natale e tutto l’anno

    I cappelletti (“Caplèt” in romagnolo) sono un formato tradizionale di pasta all’uovo ripiena, così chiamati per via della forma particolare che ricorda un cappello medievale. Si tratta di un piatto tradizionale romagnolo che viene tipicamente consumato durante le Feste, e in special modo il 25 dicembre. Infatti, come tradizione vuole, durante il pranzo di Natale di ogni casa romagnola non possono mancare queste piccole pepite di gusto.

    Qualche settimana prima delle Feste, come un rito di famiglia, ci si incontra per iniziare a prepararli. Non è molto ortodosso e i puristi della pasta fresca avranno da ridire, per lo sbalzo termico che viene “imposto” agli ingredienti (soprattutto al ripieno), ma è così che poco alla volta vengono preparate e congelate tutte le porzioni, in attesa di essere servite in grandi tavolate.

    Il giusto “compenso”

    La pasta viene fatta ricalcando la base tradizionale della pasta all’uovo stesa al mattarello. Quello che invece cambia, da zona a zona, da casa a casa, è il ripieno, chiamato anche “compenso” (casa che vai, cappelletto che trovi). Già a inizio ’900, il conte Giovanni Manzoni, nel “Cucinario di un'antica famiglia nobiliare di Lugo”, individuò ben sette ricette diverse di capelletti. 

    Gli ingredienti che vengono utilizzati sono principalmente (ma con moltissime variazioni di cui diremo più avanti): parmigiano, uova, ricotta, diversi tipi di carne, noce moscata, buccia di limone grattugiato. Da questa base partono innumerevoli modi di preparare e mescolare questi ingredienti, creando altrettanti piatti golosi. Quello su cui però tutti sono d’accordo è come cucinarli: in brodo. Il brodo è di carne e viene preparato solitamente utilizzando il cappone e anche del manzo magro. Non è raro però trovarli anche asciutti, ad esempio preparati con un saporito ragù della tradizione romagnola.

    La Storia del Cappelletto

    La cultura della pasta fresca ripiena, così come il cappelletto, vide la sua nascita nelle corti signorili del ’500. Cristoforo di Messiburgo e Bartolomeo Scappi, due cuochi della corte degli Estensi, furono i primi a mettere nero su bianco la ricetta di un piatto molto simile ai cappelletti, descrivendone la forma ed il contenuto. 

    Nel corso dell’800, furono fatte delle indagini tra le famiglie delle campagne romagnole. In questi rapporti, il  prefetto di Forlì di allora, Leopoldo Staurenghi, sulle abitudini alimentari, scrisse «A Natale presso ogni famiglia si fa una minestra di pasta col ripieno di ricotta che chiamasi di cappelletti. (...)». 

    Così, dalle nobili corti, il piatto era passato di palato in palato, arrivando fino alle cucine contadine e diventando una delle ricette più caratteristiche, tradizionali e gustose del territorio.

    Guida Gastronomica per autostoppisti: mai fare confusione tra Cappelletto e Tortellino!

    Ci si potrebbe innocentemente confondere tra tortellini e cappelletti, ma se non volete attirare le ire dei locali, meglio per voi non fare mai questo errore! Si tratta di due paste fresche ripiene, ma presentano delle differenze, che potremmo definire “sostanziali”. I tortellini sono tipici del bolognese e del modenese (ma non aspettatevi che non ci siano rivalità anche tra loro), e a differenza dei loro cugini romagnoli, sono leggermente più piccoli e hanno una chiusura diversa, “a baffetto”, dovuta alla piegatura dell’angolo esterno del triangolo che si ottiene tenendo un dito al centro e formando un piccolo buco. L’altra differenza tra il cappelletto e “l’ombelico di Venere”, nome che richiama una delle numerose leggende sulla nascita del tortellino, sta nel ripieno.

    Per il tortellino bolognese non sono ammesse variazioni sul tema: da quando il 7 dicembre 1974 la Dotta Confraternita del Tortellino ne ha depositato la ricetta presso la Camera di Commercio Industria Artigianato, il “vero” tortellino prevede per la farcitura esclusivamente lombo di maiale, mortadella di Bologna, prosciutto crudo, parmigiano, uova e noce moscata. 

    Il ripieno del cappelletto, invece, a seconda della zona e della tradizione di ogni singola famiglia che vi spaccerà la sua come l’unica ricetta originale, può essere di soli formaggi (parmigiano, con l'aggiunta di un formaggio morbido, ricotta, tomino e altri) oppure, sempre con una base di parmigiano o pecorino, di carni diverse o miste: dalla carne di maiale, al bovino, dal pollame alla mortadella o la salsiccia, ogni cappelletto conterrà un segreto di famiglia. La noce moscata, sempre. Ma anche per questa minima spolverata ci saranno diverse scuole di pensiero. Per fortuna sono tutte ottime.