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Dal mare di Misano Adriatico alle grotte di Onferno in bici

Una pedalata tra storia e borghi della Valconca e Val Ventena

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 5 minuti

Percorrere la strada sterrata lungo il fiume Conca, seguire i serpentoni e i saliscendi nella valle del Ventena, ammirare la Rocca di Montefiore da diverse angolazioni e infine pedalare sopra un crinale fatto di grotte. Ecco il nuovo percorso, un anello di 59 km che parte da Misano e arriva a Onferno passando per i borghi di Gemmano, Montescudo e Monte Colombo.

Ad ospitare il nostro punto di partenza è l’Hotel Nettuno di Misano, gestito da 5 anni da Lorenzo e suo fratello.

Punto di partenza :

Hotel Nettuno di Misano Adriatico (RN)

Grado di difficoltà :

Medio/Impegnativo (40/70km di distanza | 800/1500m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Sterrato e Asfalto

Bici consigliata :

Gravel, MTB ed eBike

Info utili

Lorenzo, gestore di Hotel Nettuno, racconta che nel periodo autunnale la chef è già al lavoro per l’anno prossimo, pronta a sperimentare sempre nuove ricette e far gustare le specialità locali con qualche novità. Per gli esploratori invece, ci sono sempre a disposizione mappe con gli itinerari del territorio. Per la bici, il primo consiglio è senz’altro la Panoramica.

L’Ecovia del Conca fino a Morciano

In sella. In poche pedalate si arriva alla grande rotonda del Parco Mare Nord e si imbocca via della stazione fino alla rotonda successiva. Si passa per il centro di Misano e superata la statale verso monte si accede alla ciclabile di Via Carro. Si prosegue sul cavalcavia sopra l’autostrada e si scende costeggiando l’autodromo, dove il rombo dei motori è sempre udibile in questi mesi: siamo di fronte al bacino del fiume Conca dove inizia il sentiero sterrato dell’Ecovia. Le ecovie sono un progetto del comune di Misano che prevede tre itinerari: Conca, Mare e Colline. Quello del Conca è un percorso naturalistico che parte da Portoverde e costeggia il fiume verso l’entroterra per 8 km. 

Proseguendo la pedalata si incontrano informazioni sull’area faunistica e indicazioni sul piccolo cayon, poi si sbuca in via Fornace su una strada asfaltata con accanto il laghetto da pesca. Riprendendo il percorso si costeggia il fiume fino a Guado Pian Ventena che divide San Clemente da San Giovanni in Marignano.

Si continua sempre con il fiume sulla sinistra e sulla destra alcuni vitigni di Cabernet Sauvignon della Ennio Ottaviani Winery di San Clemente che, con un messaggio, invitano gli ospiti dell’ecovia al riposo degustando vino e ricaricando le ebike.

Dietro l’industria Ceramiche del Conca e all’altezza del Parco Urbano il terreno si fa più umido con tratti fangosi e si arriva sotto il ponte di Morciano, dove con una breve salita si accede alla strada asfaltata.

Verso Gemmano, avamposto dell’Adriatico

A Morciano si pedala sotto l’edificio ad arco dove una lastra di marmo incisa ricorda la sosta di Garibaldi nel 1859 e poi lungo Via Arno. Si imbocca via Conca dove l’area urbana è ormai già lontana, si sentono i primi spari dei cacciatori e si inizia a intravedere la Rocca di Montefiore, una presenza che ci accompagnerà per quasi tutto il percorso. Appena si inizia a salire leggermente si incontra Gracco, un ristorante di cucina tipica dai sapori ricercati, subito dopo un maneggio e a poche centinaia di metri, la prima vera salita: 3 km, pendenza media del 7,5% fino a 390 metri di altezza.

Siamo a Gemmano, il cartello all’entrata riporta “città delle grotte” e un invito a rallentare perché in questo paese i bambini giocano ancora per strada. Poi arrivati sotto la cinta muraria, appare una grande insegna “Benvenuti a Gemmano” e finalmente si entra nel borgo, il punto più alto nella Valconca della provincia riminese.

Gemmano è conosciuta principalmente per due motivi: la linea gotica e le grotte di Onferno

I primi di settembre del 1944 il paese fu distrutto in seguito alla battaglia per lo sfondamento della linea gotica da parte di inglesi, indiani e nepalesi verso le zone occupate da tedeschi e austriaci. Nel punto panoramico del borgo si trova una mappa ovale fatta in mosaico che illustra i territori della linea gotica e alzando lo sguardo è possibile ammirare la sagoma, ben visibile, della Rocca di Montefiore. Alcuni cartelli e foto dentro al borgo ricordano poi la tipica struttura medievale del paese e testimoniano come la ricostruzione nel dopoguerra l’abbia resa più moderna, ma sempre caratterizzata dalle mura che la circondano. 

Onferno e le sue grotte

Da Gemmano inizia la discesa, si incontra il Bar Sport con imprese sportive disegnate sui muri e l’insegna "Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Rimini", un’associazione di promozione del territorio della Valconca e della Valmarecchia che organizza tour enogastronomici in alcune cantine della zona. 

Poi si prosegue con un bel serpentone e curve a gomito fino a imboccare via provinciale Onferno e continuare a scendere fino a 160 metri di altitudine. Siamo circondati da colline verdi dalle forme sinuose e attraversiamo la Riserva Naturale Orientata di Onferno nella valle del Ventena che ospita diversi itinerari come il sentiero della Madonna della Pioggia, il sentiero del Faggio e il sentiero botanico. Dopo poco riparte la salita, 2,5km e dislivello medio del 7,6% fino al Castello di Onferno, anticamente Castrum Inferni, e al Museo della Riserva, dove si accede alle grotte.

Le grotte di Onferno si sono create come fenomeno carsico: un fiume che ha scavato rocce gessose dando luogo a cunicoli, stanze, anfratti per circa 750 metri. L’esplorazione completa delle grotte risale al 1916. Al pubblico sono aperti circa 400 metri di percorso e un dislivello di 64 metri che è possibile visitare per circa un’ora con guida e attrezzatura fornita dallo staff. La grotta ospita una colonia di 8000 pipistrelli di diversi tipi: una mappa all’entrata ne illustra almeno 6.

Montescudo-Monte Colombo e il ritorno al mare

Si torna in sella, si riprende a pedalare su un breve saliscendi per poi trovarsi sul crinale del promontorio a 390 metri. Da qui parte una strada dritta in discesa, molto bella da percorrere, con il Monte Titano davanti. Il rettilineo poi si fa curva fino ad arrivare alla Strada provinciale Conca dove per qualche centinaio di metri ci troviamo nelle Marche. Inizia il rientro verso mare. Dopo un tratto di provinciale si gira a sinistra in direzione del primo dei due borghi uniti dal 2016 nel comune di Montescudo-Monte Colombo.

Riparte la salita e in 3 km si arriva a Montescudo. Cuore del borgo è la Piazza del Comune con un pozzo centrale e la Torre Civica unita tramite cunicoli alla Rocca quattrocentesca. A 2 km da qui è possibile visitare anche il Castello di Albereto, ora sede dell’omonimo ristorante che offre piatti della tradizione romagnola del Montefeltro con qualche elemento asiatico.
Si prosegue e dopo solo 1 km siamo a Monte Colombo, si passa per la piazza semicircolare su via Bologna e ci si ferma all’imbocco di Vicolo Malatesta, dove il campanile, il passaggio ad arco e la torretta bassa e circolare creano uno scorcio molto suggestivo. Usciti dal paese, invece di seguire la strada principale verso Croce e San Savino, si imbocca a sinistra la via che costeggia il Rio Melo e che arriva a Coriano. Da qui si scende verso la zona industriale di Riccione fino a imboccare il lungomare che ci riporta a Misano.

Si conclude così questo percorso autunnale di media lunghezza. Quattro salite e 980 metri di dislivello, che, come disse un’altro appassionato ed eroico ciclista di inizio ‘900 si superano “faticando concordi, sani, contenti”.

L'Hotel Nettuno

Hotel Nettuno è molto apprezzato per la vicinanza alla spiaggia, a solo qualche decina di metri, ed è a ridosso dell'isola pedonale, perfetta per passeggiare la sera o farsi una bella pedalata.
Ma la punta di diamante dell'hotel è la cucina: qui potrai assaporare le migliori specialità nazionali e del territorio romagnolo, tutte preparate con prodotti freschi, genuini e provenienti dai contadini locali.

Articolo di : Mauro Del Zoppo

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