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Un itinerario in bici che attraversa il Parco Delta del Po

Una pedalata in mezzo alla natura partendo da Milano Marittima a Ravenna e ritorno

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 5 minuti

Percorrere due pinete, un parco disegnato dall’acqua e luoghi protagonisti dell’Unità d’Italia. Vi starete chiedendo dov’è, come negli indovinelli. Oggi vi presentiamo l’itinerario del Parco Delta del Po, nel ravennate, che ci porterà a esplorare in bici la palude marittima, i luoghi dei mosaici e un pezzo di storia del nostro paese. Un percorso di 94 km dalle molte anime: naturalistica, storica, artistica e cicloturistica.

Qui il panorama cambia spesso come il terreno su cui poggiano le due ruote: strade bianche e sterrate per un terzo, 30km di piste ciclabili, lunghi rettilinei e una pendenza vicino allo zero. Il consiglio, data la lunghezza da mediofondo, è di percorrerlo con una bici gravel o mtb, meglio se elettrica.

Punto di partenza è Hotel Byron a Milano Marittima, nel cuore della Riviera e a 10 metri dalla spiaggia.

Punto di partenza :

Hotel Byron - Milano Marittima

Grado di difficoltà :

Impegnativo (70/100km di distanza | 140m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Sterrato, Strade bianche, ciclabili

Bici consigliata :

Gravel, MTB ed e-MTB

Amore per il ciclismo e l'ospitalità

Daniele conduce l'Hotel Byron fin dal 1985. Cura e fidelizzazione sono la sua ricetta: da 32 anni ospita nel periodo di Pasqua un gruppo di tedeschi appassionati di ciclismo, per 2 settimane. Inoltre, da quest’anno ha aggiunto ben quattro bici elettriche a disposizione dei clienti, e confessa, molto sinceramente: “preferisco fare poca fatica”.

Pinete, Mosaici e Land Art

Si parte!

Si passa per Lido di Savio, anche detta Bologna Mare, come appare sui cartelli turistici dall’anno scorso. Una volta superato il fiume Bevano si iniziano ad incontrare i tipici capanni locali da pesca, detti “padelloni” o anche “bilancioni”, per la grande rete aperta appesa che sale e scende per raccogliere i pesci.

Siamo già all’interno dell’area del Delta del Po, la foce più estesa d’Italia con ben 650 chilometri tra Veneto ed Emilia-Romagna.

Si entra nella Pineta di Classe, la segnaletica indica diversi percorsi ciclo-pedonali ed ippici. Siamo in un polmone verde di 900 ettari a libero accesso dove i pini domestici sono protagonisti. Un luogo cantato da diversi poeti come Dante che la chiamò “la divina foresta spessa e viva”, Boccaccio e Byron, che non mancò di citarla nella sua opera Don Giovanni. 

Dopo aver attraversato 7 km di stradine sterrate tra gli alberi si torna verso la zona urbana. Poche pedalate e si arriva a Classe, dove si sosta prima al Museo della città e del territorio, contraddistinto dalla cascata di mosaico lunga 33 metri, realizzato dal Laboratorio di Restauro del Mosaico Antico della Fondazione RavennAntica, e poche centinaia di metri più avanti si arriva ad ammirare uno degli otto Patrimoni Unesco di questa zona: la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, con il suo campanile cilindrico, famosa per i mosaici pieni di simboli religiosi che raffigurano diverse varietà di piante, rocce e uccelli della zona.

Davanti all’entrata della chiesa un ampio prato fiorito ospita le sculture o opera di land-art di Davide Rivalta, ovvero cinque bufale mediterranee in bronzo.

Si riprende verso la capitale dell’arte bizantina e luogo dove si conserva il più ricco patrimonio di mosaici, Ravenna.

Qui si passa davanti al MAR, Museo d’Arte della città di Ravenna, accanto alla Basilica Santa Maria in Porto, dove nel giardino Benigno Zaccagnini si possono trovare il Cavallo di Mimmo Paladino e la rotoballa in tessere di mosaico realizzata da Marco Bravura.

La palude marittima dell'eroe dei due mondi

Prima di tornare a pedalare su strade bianche e sterrato si costeggia il Pala De Andrè dedicato a Mauro, fratello del famoso cantautore, che fu uno stretto collaboratore di Raul Gardini.

Dalla cancellata chiusa si intravede l’opera rossa di Alberto Burri, il grande ferro R. Poi si imbocca la ciclabile del polo chimico, si supera il cimitero e si percorre la prima parte di una strada lunga e larga, via Baiona.

Sulla destra enormi impianti industriali e ciminiere altissime e a sinistra il canale Magli della Piallasse Baiona, una prima area di palude marittima.

Ad un certo punto si imbocca la strada bianca sulla sinistra, si oltrepassato il ponticello di legno e si arriva al capanno del pontaccio, dove il 6 agosto 1849 Giuseppe Garibaldi trovò riparo, in fuga dagli austriaci, dopo la morte di Anita, sua moglie, avvenuta il 4 agosto.

Si riprende la strada sterrata lungo il canale e si ha modo di osservare i primi volatili tipici del parco: diversi aironi e alcuni fenicotteri. Si imbocca di nuovo via Baiona e si prosegue fino a Porto Corsini, 38 km dall’inizio del percorso: è ora di uno spuntino.

Si continua in direzione nord avvicinandosi al confine con la provincia di Ferrara, a sud delle valli di Comacchio. Siamo di nuovo nello sterrato e si incontra una pensilina di legno che mostra una mappa con i vari itinerari all’interno della Pineta San Vitale e Piallasse di Ravenna. Si giunge fino al fiume Lamone, lo si oltrepassa e si incontra un lungo rettilineo che percorre tutta Casalborsetti

A questo punto si fa un piccolo tratto della strada principale Romea nord per immettersi subito tra la sponda sud delle Valli di Comacchio e il Reno, precisamente nel percorso ciclo-naturalistico Reno Primaro.

Per 11 chilometri nessun rumore dalla strada, solo la natura si fa sentire e il suono della bici sullo sterrato. Le libellule volano basse e sembra quasi che ti accompagnino lungo il percorso per pochi secondi prima di cambiare direzione. Finalmente la vista dei fenicotteri rosa simbolo di quest’area. Manca solo il tramonto, spesso di un rosso acceso.
Poco prima della fine del percorso una discesa porta ad una piccola laguna: da una parte una colonia di fenicotteri, dall’altra una zona paludosa con cavalli allo stato brado. È un bel momento.

Sull'Adriabike verso Fattoria Guccioli

Arrivati in fondo al Reno Primaro l’unico mezzo che può portare sull’altra sponda del fiume è una chiatta: il servizio costa 1€ per i ciclisti e 0,50€ per i pedoni. Una volta oltrepassato ci si trova a Sant’Alberto, un piccolo paese calmo e placido, di circa 2000 abitanti. Da qui si prosegue fino a Mandriole per altri 7 km pedalando lungo l’Adriabike, la ciclovia dell’alto adriatico, precisamente la parte dell'ultimo tratto di 65 km che da Comacchio porta a Ravenna passando per il litorale.
La ciclovia è lunga circa 1000 km e collega le Alpi e i laghi della Slovenia con le spiagge e le lagune dell’Adriatico ed è composta da tre tratti: La Via verde smeraldo che da Kraniska Gora porta a Trieste, La Via della Serenissima che da Portoroz arriva a Venezia e infine La Via dei mercanti e dei burci che da Venezia porta a Ravenna.

A Mandriole, frazione di sole 300 abitanti, troviamo un altro pezzo di storia: la Fattoria Guccioli, dove morì Anita Garibaldi e dove è stato creato il Museo del Risorgimento.

Sulle panchine davanti all’edificio può capitare di incontrare Paride, il custode, sempre pronto a raccontare aneddoti e curiosità. Come il pullman di un’associazione garibaldina tedesca che ha fatto visita il giorno prima e ha lasciato un mazzo di rose davanti alla statua, o che proprio in quei giorni sono iniziate le riprese di un film sulla vita di Anita Garibaldi. Poi apre il museo e racconta la storia che cela il quadro di Ruffini, intitolato "Bacio Eroico", dove sono protagonisti Garibaldi e il medico di Mandriole.

Finito il tuffo nel passato si può riempire la borraccia e a soli 800 metri dietro la fattoria visitare il cippo dedicato ad Anita, e dopo 70 km, prendere la via del ritorno.

Tra la pineta San Vitale e Ravenna

Sulla destra si prende la via Romea nord, strada ad alto scorrimento, finché non si entra nella pineta di San Vitale. Siamo sull’altra sponda di Piallasse Baiona. Cambia nuovamente il fondo: si incontra terra compatta e un po’ di sabbia, poi all’improvviso si diradano gli alberi e si apre un ampio spazio con un prato e alcuni cavalli che brucano. Si riprende a pedalare, si costeggia di nuovo il canale Magli a nord di Ravenna fino alla fine della pineta e ci si appresta a tornare in città. Dopo qualche chilometro si passa per i monumenti più caratteristici: il Mausoleo di Teodorico che si intravede dalla strada, la Rocca Brancaleone e infine si arriva alla Basilica San Vitale, uno dei simboli di Ravenna, dove termina questo percorso. 

Lo scrittore Borges racconta la storia del longobardo Droctulf che durante l’assedio della città nel ‘400 abbandona il suo esercito e diventa suo difensore. Il motivo? Perché Ravenna è emblema di civiltà e bellezza.

L'Hotel Byron

Hotel Byron è un albergo a conduzione familiare, fin dal 1985. Qui accoglienza e ospitalità sono sacre, come l’attenzione che si dedica alle esigenze di tutti gli ospiti.

L'hotel si trova a Milano Marittima, proprio di fronte alla spiaggia convenzionata, soluzione ideale per tutte le famiglie in vacanza con i bimbi.
Al Byron potrai concederti attimi di puro relax, grazie all’area benessere, il solarium con piscina e le camere con meravigliosa vista mare.

Qui le bici non mancano mai, e se vuoi intraprendere questo itinerario, avrai a disposizione anche quelle elettriche!

Articolo di : Mauro Del Zoppo

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