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In bici sulle colline faentine: omaggio ad Alfredo Oriani

Una pedalata tra le strade del vino e della lavanda tra Brisighella e Riolo Terme

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 6 minuti

In questo nuovo itinerario, un anello di 69 km e 1000 metri di dislivello con partenza a Faenza, ti portiamo sulla ciclovia di Dante e su quella dei Gessi, sulla strada del Sangiovese e su quella della Lavanda all’interno del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Un giro tra borghi, grotte e piante officinali che è anche un omaggio ad Alfredo Oriani, scrittore faentino nonché uno dei primi cicloviaggiatori, di nome e di fatto.

A proposito di lavanda, consigliamo questo tour insieme all'Hotel Ronchi di Cervia. Qui è possibile trovare un caldo ambiente dallo stile shabby chic e l'odore di lavanda a due passi dalla spiaggia.

Andiamo a scoprire la strada!

Punto di partenza :

Stazione Di Faenza (RA)

Grado di difficoltà :

Medio (40/70km di distanza | 800/1500m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Strada

Bici consigliata :

Tutte (BDC, Gravel, MTB ed eBike)

La dimora dei ciclisti

Elisa, che gestisce l'Hotel Ronchi dal 2014, ha puntato tutto sul design d’interni e la comodità. Non può mancare lo sport e la bici: “durante la Granfondo via del sale, che si tiene ogni anno ad aprile, l'albergo è pieno di partecipanti" afferma Elisa. E anche i ciclisti più gelosi si sentono al sicuro, perché al Ronchi è permesso portare la bici in camera... 

Colline Faentine e Brisighella

Si parte da Faenza, città conosciuta perlopiù per la sua tradizione nella lavorazione della ceramica. Tappe d’obbligo sono quindi il Museo Internazionale, dove sono conservate opere di artisti come Picasso e Chagall, che ripercorre la storia della ceramica fino ai nostri giorni, e le botteghe degli artigiani ceramisti sparsi per il centro.

Lungo Via Firenze, per uscire dal centro, si percorre l’ampia pista ciclo-pedonale separata dalla strada. Arrivati in fondo, dopo la rotonda, si imbocca via Castel Raniero che porta sulle prime colline faentine dove si incontrano diverse ville con grandi giardini e i primi vigneti, una costante che ci accompagnerà in questo giro.

La salita, percorsa da diversi pedoni e ciclisti, risulta morbida e in 3 km si arriva a 150 metri di altezza nella frazione di Castel Raniero. Sulla sinistra a pochi centinaia di metri si svolta per visitare la colonia costruita alla fine degli anni ‘20, abbandonata da più di 30 anni, che in questo periodo sembra essere di interesse per nuovi progetti.

Si torna indietro per imboccare la discesa che passa da Errano, si supera il fiume Lamone e si arriva a Sarna. Da qui si prende via Canaletta che fa parte del tratto Bertinoro-Brisighella della ciclovia di Dante: percorso che collega Ravenna a Firenze. Sempre in quest’area si trovano le insegne Strada del Sangiovese: un percorso enogastronomico nei comuni di Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme e Castel Bolognese dove si producono i vini più rappresentativi del territorio come il Sangiovese Doc, l’Albana secca e passita Dogc, il Trebbiano Doc, il Pagadebit Doc e la Cagnina di Romagna.

Per 5 km si corre tra paesaggi collinari decorati da vigneti e dolci saliscendi fino a raggiungere Brisighella, borgo medievale alle pendici del Parco appenninico della Vena del Gesso Romagnola. 

Si entra direttamente in piazza Marconi dove le case alte e strette sono caratterizzate da diversi colori pastello e da piccole finestre ad arco che nascondono una strada sopraelevata: la famosa via del borgo o degli asini con accesso e scalini sulla piazza (è possibile percorrerla accompagnando la bici a mano). Qui c’erano le stalle che i birocciai (antichi trasportatori) usavano per far riposare gli asini dopo aver trasportato il gesso dalle cave sopra il paese.

Tornando sulla piazza e guardando in alto si scorgono due cime a poca distanza l’una dall’altra caratterizzate da due strutture: a sinistra la Rocca Manfrediana e dei Veneziani, chiamata così perché fatta costruire nel 1310 dai Manfredi, signori di Faenza a cui si aggiunse nel ‘500 il torrione, costruito dai veneziani e unito alla cinta muraria; a destra invece spunta la Torre dell’orologio, che insieme alla Rocca, rappresentava il sistema difensivo della città. Da notare il quadrante dell’orologio a sei ore e non dodici.

Il Parco della Vena del Gesso Romagnola

Dopo la sosta nel borgo si riprende a pedalare per addentrarsi nel parco. La vena del gesso è una piccola catena montuosa costituita principalmente da questo minerale e creata milioni di anni fa quando a seguito della chiusura dello stretto di Gibilterra il Mediterraneo si prosciugò e divenne estremamente salato causando depositi di gesso. Nel parco infatti ci sono oltre ai calanchi anche diverse grotte, se ne contano circa 220, tanto da essere zona di interesse per gli speleologi.

Le prime curve portano di fronte all’entrata della Rocca Manfrediana e poi si pedala lungo la Ciclovia dei Gessi per 11 km, fino ad arrivare a Zattaglia. In questo tratto si incontrano le indicazioni per la Grotta Tanaccia, quella del percorso CAI 505 che porta sulla vetta più alta del parco, il Monte Mauro di 515 metri e infine quella per il Corolla delle Ginestre, un anello di 55 km da fare a piedi, in MTB o a cavallo.

Dal punto di vista ciclistico dopo Zattaglia si presenta il punto più impegnativo perché si passa da 150 metri fino ai 400 in circa 7 km con punte di pendenza del 10%. Qui passò anche il Giro d’Italia nel 2015, precisamente nell’undicesima tappa Forlì-Imola.

La fatica però viene ripagata dalla discesa che porta a Casola Valsenio con un ultimo tratto fatto da quattro tornanti a U e la vista di un altopiano bianco e frastagliato a picco su un laghetto artificiale

Dopo circa 38 km è ora di pranzare, anzi essendo in Romagna è ora della piadina.

Tra le piante officinali e la bici di Alfredo Oriani

Siamo a Casola, paese di circa 2600 abitanti, che si trova lungo il Senio, torrente tosco-romagnolo lungo 88 km e ultimo affluente di destra del Reno.

Si riprende a pedalare lungo Via Roma, si svolta a sinistra e in un paio di tornanti in salita ci si trova al Giardino delle Erbe, creato negli anni ‘70 da Augusto Rinaldi Ceroni, pioniere dell’erboristeria in Italia. Ceroni contribuì anche a ideare la Strada della Lavanda che collega Zattaglia a Casola Valsenio. Qui è possibile passeggiare su un’area coltivata con 450 piante officinali, mangiare un gelato alle erbe come cedrina, melissa o zenzero, oppure comprare tisane e creme alla lavanda, al sambuco o alla rosa canina.

Si torna in sella sulla via principale e dopo pochi centinaia di metri si accosta nuovamente sulla sinistra per entrare nell’area del Cardello, dove si trova prima una locanda e poi la casa di Alfredo Oriani, scrittore attivo tra fine Ottocento e primo Novecento.

125 anni fa, precisamente il 30 luglio 1897, Alfredo Oriani partì da solo per un viaggio in bici che lo portò in Toscana e in Emilia-Romagna, percorrendo più di 600 km. Al ritorno dopo 15 giorni scrisse un resoconto intitolato “Sul pedale”, uno dei primi testi italiani dedicati al cicloturismo, poi incluso nella raccolta “La Bicicletta” del 1902. 

Il Cardello è un casale molto antico, si stima che fu costruito intorno al 1126 e fu frequentato dai monaci benedettini come foresteria. La famiglia Oriani lo comprò nel 1855. E’ possibile visitare il casale con una guida, girare per le stanze perfettamente arredate nello stile dell’epoca in cui visse lo scrittore e poi stupirsi davanti alla bici con cui Oriani fece il suo viaggio.

"Inzir" a Riolo Terme

Dopo le due soste a Casola si riprende il percorso per l’ultima tappa. La strada è perlopiù pianeggiante, si percorre Via Firenze, si passa per Borgo Rivola e si costeggia il Senio fino ad incontrare l’enorme parco termale e il Grand Hotel in stile liberty. Una volta oltrepassato il fiume, si entra nella zona urbana, ecco Riolo Terme, paese di villeggiatura di circa 5000 abitanti.

Riolo fu denominata “città d’acque” fin dal Rinascimento per le proprietà curative delle sue sorgenti e per i suoi fanghi. Vista la crescente notorietà del luogo che portò diversi personaggi pubblici a sostarci, a partire dal 1870 venne costruito il centro termale all’interno del parco di 12 ettari, aperto poi nel 1877.

Oltre alle terme Riolo ha una bellissima rocca sforzesca con la struttura tipica dei torrioni medievali, appartenuta ai Manfredi e poi a Caterina Sforza. Oggi la rocca è sede del Museo del Paesaggio dell’Appennino Faentino e luogo che ospita diversi eventi storici e di intrattenimento come “cene con delitto” o “escape room”.

Una volta fatto il giro di Riolo, si riprende la provinciale e si passa nella zona industriale, dove ha sede un’azienda degna di nota, la FRM Bike Technology, nata nel 1991 da Franco Ricci Mingani, esploratore romagnolo dell’ingegneria ciclistica applicata ai materiali e alle forme. Una delle loro ultime bici gravel si chiama “Inzir”, ovvero “in giro” in dialetto romagnolo.

Si prosegue per la provinciale che arriva a Castel Bolognese ma ad un certo punto si gira a destra verso Tebano e ci si appresta all’ultimo strappo in salita. Da qui, dopo qualche tornante e un lungo rettilineo si torna nella rotonda che imbocca via Firenze e si ultima il percorso sostando alla fontana del ciclista di Faenza e riempiendo l’ultima borraccia.

Insomma come ci ha rivelato Alfredo Oriani, oggi come 100 anni fa, viaggiare in bici suscita ancora “l’acre ebbrezza” e “una forza orgogliosa ci gonfia il cuore nel sentirci così liberi”.

L'Hotel Ronchi

Hotel Ronchi è un grazioso 3 stelle che si trova direttamente sul lungomare di Cervia, a pochissimi passi dal mare. L'albergo è a gestione familiare ed è stato recentemente ristrutturato, e si presenta con nuovi e suggestivi ambienti in stile provenzale.

Il Ronchi è un vero e proprio Hotel Bike-Friendly, e si trova in una posizione ideale, puoi raggiungere la spiaggia in pochi passi e il centro città in qualche minuto.

Le camere, con la loro magnifica vista panoramica sul mare, ti garantiranno il riposo e il rilassamento necessario dopo una giornata in sella.

Articolo di : Mauro Del Zoppo

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