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In bici tra le strade bianche nella valle del Metauro

Itinerario nelle Marche da Fano a Mondavio, tra natura, arte e cucina

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 6 minuti

Un nuovo itinerario in bici e nuovi territori da scoprire. Questa volta ti portiamo nelle Marche attraverso un tour ad anello di 76km nella provincia di Pesaro-Urbino all’insegna delle strade bianche, degli alberi secolari, di ville storiche ed eremi. Un territorio dove mare e campagna si fondono con la cultura e dove arte e cibo sono una risorsa unica.

Punto di partenza è l’Hotel Prestige, precisamente in località Torrette, tra Fano e Marotta. Marilina gestisce l'hotel da qualche anno con il marito, dopo un’esperienza a Cesenatico, ed esprime con grande piacere l’essere tornata nella sua terra, raccontando con grande passione tutte le specialità che offrono ai clienti.

Punto di partenza :

Hotel Prestige di Fano (PU)

Grado di difficoltà :

Impegnativo (70/100km di distanza | 800/1500m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Strade Bianche, Sterrato e Asfalto

Bici consigliata :

Gravel, MTB ed eBike

Specialità marchigiane, in Hotel

All'Hotel Prestige le Marche si vivono a 360°: si parte dalle degustazioni di prodotti tipici con il supporto di strutture locali, come lo "spaccasassi", un finocchietto selvatico che cresce tra mare e rocce del Conero, oppure la Moretta fanese, un caffè corretto che si beve come digestivo. Poi c'è l’escursione con guida nella Fano sotterranea, e infine la preparazione ogni mattina di una bevanda detox.

Marotta-Mondolfo, dal mare al borgo

Dall’Hotel a pochi metri dalla spiaggia si percorre la ciclovia adriatica in direzione sud. Arrivati a Marotta i muretti bassi che separano l’area balneare dalla strada si fanno decorati e ogni stabilimento mostra un tema creativo.

Il lungomare di Marotta è infatti caratterizzato dai mosaici e l’iniziativa con la quale sono stati creati a partire dal 2015 prende il nome di “Mosaichiamo la città”. Un chilometro di frammenti di ceramica, vetro e altro materiale che da scarto diventano creatività, tanto da donargli il nome di lungomare dei mosaici.

I bar sulla spiaggia sono aperti e le persone si godono la giornata di sole autunnale. Una delle specialità culinarie di Marotta è sicuramente il sugo di Garagoi, le lumache di mare di forma conica. In questa città nel 1948 nacque la sagra dedicata a questo mollusco che è entrata ormai a far parte della tradizione locale creando un appuntamento fisso ogni anno ad Aprile. 

Arrivati all’altezza della stazione si svolta in direzione monte, si supera la statale, si imbocca una rotonda e sulla sinistra si inizia a salire. Dopo poco appare il cartello “percorso naturalistico Marotta Mondolfo” e si imbocca via del Buzzo. Ci stiamo allontanando dall’area urbana, il manto stradale si fa irregolare, poi si svolta a destra e ci aspetta una pendenza media del 6% che porta fino al cimitero di Mondolfo. Dopo poche centinaia di metri si entra nel borgo.  

Arrivati in Largo Matteotti, una via sale verso il centro dove si trova il Palazzo Comunale e la Torre Civica e spacca a metà l’agglomerato di case. Prima di arrivarci si svolta a sinistra e si percorre la stradina a ridosso delle mura fino ad arrivare al cinquecentesco Bastione di S.Anna, un caposaldo difensivo della città antica. Salendo le scale si accede al giardino all’italiana, mentre tornando all’entrata si possono visitare le stanze sotterranee dove alcune installazioni mostrano la storia di Francesco di Giorgio Martini, architetto e umanista che nel Rinascimento contribuì a creare diverse opere artistiche sparse nelle Marche e nel centro Italia. Oggi queste aree vengono chiamate Terre Martiniane.

Si prosegue verso il Palazzo comunale dove un raduno di auto storiche riempie la piazza sottostante, poi si scende per la via principale e si imboccano alcune vie del borgo dove si possono incontrare opere di street art. Infine si ritorna verso lo sfenisterio Antonio Agostinelli, dove vengono organizzate rievocazioni storiche e si pratica il pallone col bracciale: un antenato del tennis e della pelota a squadre di 3 persone. Ogni giocatore indossa il bracciale di legno a cunei per colpire un pesante pallone di cuoio usando come sponda le alte mura.

La Valle dei Tufi

Appena usciti da Mondolfo si imbocca subito la strada bianca in discesa che porta alla Valle dei Tufi. La direzione è Madonna delle Grotte, poi Stacciola e infine San Costanzo: inizia così un percorso ecologico culturale immerso nella campagna marchigiana. Quest’area è caratterizzata anche dal fenomeno della nidificazione del Gruccione, un uccello piccolo e variopinto che tra Aprile e Maggio dall’Africa arriva proprio in queste zone.

Si pedala letteralmente in mezzo a pareti di tufo alte circa 2/3 metri e si arriva ad un incrocio con un laghetto da pesca, detta Grottaccia, dove si narra che un tempo ci fosse un rifugio di briganti. Poi si riprende e si presenta una salita impegnativa: circa un chilometro con media di dislivello del 8,3%. Si passa per Monte Porzio e Terre Roveresche e si percorrono altre strade bianche tra viti, uliveti, case coloniche e una roulotte abbandonata che fa immaginare subito una scena da film. Il paesaggio si fa più disteso, privo di boschi e aree verdi, solo campi e qualche laghetto che luccica al riflesso del sole: una vista che ricorda il territorio delle crete senesi. La salita è continua e costante e si arriva finalmente nel punto più alto dell’itinerario, 270 metri, dove si trova il borgo di Mondavio

La Rocca e gli alberi secolari di Mondavio

Il nome Mondavio viene da Mons Avium, monte degli uccelli, per via del passaggio di San Francesco, poi dal Medioevo fu di dominazione Malatesta, Piccolomini, Della Rovere, De Medici e infine dello Stato Pontificio a partire dal 1631. 

Appena arrivati nel borgo ci si trova davanti l’imponente Rocca Roveresca, esempio di architettura militare di fine ‘400 e opera di Francesco di Giorgio Martini. Si percorrono alcune stradine fatte di ciottoli e poi si sosta nel Giardino Giacomo Leopardi dove si può mangiare alla Trattoria al Giardino da Giamburesti sotto a due alberi storici, un Cedro del Libano alto 11 metri, con una circonferenza di 4 metri e un’età presunta di 212 anni e una Robinia (un’acacia) di poco più piccola, di un’età presunta di 142 anni. 

Finito di assaporare piatti gourmet col tartufo si riprende a pedalare. Si continua lungo il borgo con alcune soste, prima il Parco macchine da guerra nel fossato della Rocca, poi il Museo dove sono conservati manichini in costume e armi dal ‘400 al ‘700 e infine si costeggiano le alte mura all’esterno della Rocca e si rientra al punto di partenza. 

Si pedala poi in direzione Nord Ovest, dopo alcune saliscendi e strade bianche si sbuca dopo Villanova in località Colli al Metauro dove si supera il fiume e si inizia a salire lungo la strada Via Mombaroccese Saltara per 3,5 km fino a trovare la salita che ci porterà al Museo del Balì.

Dal Museo del Balì all’Eremo di Monte Giove

Il museo è ospitato in una villa settecentesca circondata da un ampio giardino, a destra si trova l’osservatorio astronomico e poco dopo è possibile vedere anche un cipresso secolare. Natura e tecnologia si incontrano anche dentro il museo: un moderno “Science centre” inaugurato nel 2004, un luogo speciale dove si parla di scienza utilizzando la scienza.

Il museo si avvale dell’interazione per trasmettere concetti scientifici, infatti in più di 40 postazioni è possibile osservare, toccare e sperimentare. All’interno del museo è presente un planetario dotato di una cupola di 8 metri di diametro dove col naso all’insù si ammira il cielo stellato (simulato). 

Si torna a pedalare in un bel tratto in discesa fino a Lucrezia, dove si incontrano i cartelli che indicano il territorio di produzione del vino tipico delle valli del Metauro, ottenuto da uva proveniente da vitigni Bianchello (detto anche Biancame) o mescolato per massimo un 5% con la Malvasia. Dopo la lunga discesa ci aspetta l’ultima fatica dell’itinerario: si percorre un breve tratto di strada Flaminia che porta direttamente a Fano, si svolta a sinistra verso i colli, si sale fino a 200 metri di altezza per 4,5 km dove si raggiunge l’Eremo di Monte Giove, che svetta su tutta la valle del Metauro e la città di Fano.

L’Eremo nasce nel 1608 con il dono di alcune terre che un Nobile fece agli Eremiti Camaldolesi. Al suo interno oltre alla chiesa e al giardino, sono presenti una farmacia dove anticamente si trattavano spezie a scopo curativo e una biblioteca che custodisce circa 1000 volumi a stampa dal XVI al XIX secolo.

La Fano Romana e l’Adriatic Bowl

Un’ultima vista alla costa adriatica da qua sopra e si torna verso il punto di partenza passando da Fano. Scesi in città oltre a passare per la Rocca Malatestiana, il Bastione di San Gallo, l’Ex Chiesa di San Francesco e l’Arco di Augusto, tutte tappe obbligatorie per chi visita la città, abbiamo riservato in questo itinerario una sosta all’Adriatic Bowl, la piscina vuota usata per lo skateboard, costruita in un’area di 400mq e delle dimensioni di 18 x 24 metri. Il messaggio per gli ospiti internazionali è il seguente “With everything Italy has to offer, you can add now the best bowl in Europe”, parole con le quali ci piace terminare questo percorso.

Hotel Prestige

L'Hotel si affaccia direttamente sul bellissimo lungomare in località Torrette, in una posizione tranquilla e a due passi dalla spiaggia. Il mare si vede, si sente e si vive, anche nei piatti proposti dalla cucina: nella graziosa sala pranzo ti attenderanno proposte per tutti i gusti, con un'ottima selezione di ricette di pesce fresco, e un ricco buffet di verdure e contorni.

Lo spazioso giardino esterno ospita una vasca idromassaggio dove rilassarsi e rinfrescarsi, come nella terrazza solarium con vista mare.

Articolo di : Mauro Del Zoppo

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