Verucchio, in cerca di sapori autentici in Romagna
Il Borgo culla dei Malatesta nell'entroterra riminese
Articolo di: Greta Albani
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Durante la bella stagione quando il meteo è favorevole la Valmarecchia restituisce il meglio di sé: un buon modo per visitare queste zone potrebbe essere quello di collegarci un'esperienza di gusto!
Verucchio ti aspetta se sarai abbastanza curioso: cerca la fibula d'ambra nel Museo Civico Archeologico e dopo aver fatto anche un giro nel Castello resta a fare il pieno di gusto! Solo ingredienti genuini provenienti dalla terra, amore per le cose fatte a mano e una bella domenica di sole per te che sei un amante delle cose buone!
E 'l Mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, che fecer di Montagna il mal governo, là dove soglion fan d'i denti succhio
È la citazione che da il nome all’evento che si svolge ogni anno in ottobre per conservare, raccontandolo, il suo patrimonio storico archeologico attraverso visite guidate, incontri con autori ed esposizione di antichi mestieri.
Condivisione e gratitudine per le tradizioni e per la ricca terra
Sì, la Romagna è la terra della buona tavola ma anche di ospitalità, bellezza, autenticità. No, non sono i soliti “luoghi comuni", provare per credere!
Pensi mai a quanta tradizione, sapori tramandati e storie non scritte ci sono dentro a quel piatto che ordini al ristorante? Se ti troverai in una domenica di sole da queste parti e avrai il piacere di fermarti a pranzo in uno dei tanti ristoranti aperti di Verucchio, scegli un piatto della tradizione e vivrai una vera esperienza gastronomica.
La Bellezza è anche nello stare bene insieme... a tavola!
Se hai fatto tutta questa strada per visitare la Valmarecchia all’insegna del gusto, forse questa è una risposta che vorrai: perchè non scoprirla con una esperienza di gusto svolta in prima persona?
Certi piatti parlano, e non con parole qualunque… ma le potrai sentire solo venendo in questi luoghi di persona così da toccarli con mano, con la vicinanza alla cultura e alle abitudini dei suoi abitanti proprio “like a local”.
Lo sai che da queste parti è ancora possibile trovare all’entrata dei ristoranti la “sfoglina” che prepara la pasta fresca per il pranzo, o la figura del macellaio che prepara un buon castrato sulla griglia?
Puoi fare un'esperienza personalizzata: non sarà solo gustosa, ma veramente autoctona ed irripetibile in altri luoghi! Così il sapore non sarà solo nel piatto, arriverà anche dal contesto, dalla parola di chi te lo servirà e dalle emozioni che ti susciterà.
Menù del giorno? Assapora la Bellezza.
La cosa più gratificante dopo una camminata e tante visite, non è forse trovare ristoro tra cibo e bevande magari attorno a una bella tavola?
Ristoro, la curiosa parola dalla quale deriva la stessa parola Ristorante: questa terra ne riserva uno più consigliato e caratteristico dell’altro.
Lasciati trasportare a piacimento e dal buon profumino proveniente dalle cucine: un consiglio? Passeggia nel borgo... non ci metterai tanto a trovare la tavola più invitante secondo i tuoi gusti quindi cosa aspetti? Assapora la Bellezza.
L’arte culinaria romagnola e i suoi sapori saranno davvero emozionali se vissuti nella realtà locale: carne, formaggio, farina, vino e altri prodotti di filiera certa sono quelli dei mulini, allevamenti e aziende agricole: il vero km zero di cui tanto sentiamo parlare, qui è realtà e sempre presente nel Menù del giorno!
Gli Zavardoni e altre prelibatezze
A Verucchio la tradizione porta in tavola gli zavardoni chiamati anche la “zavardona”, una tipica pasta fresca che ricorda i maltagliati, il piatto povero domenicale da tanti decenni qui in Romagna.
Nel dialetto verucchiese lo zavardone è quella cosa venuta male e fatta con pressapochismo (si dice “ci propri un Zavardoun”, “sei proprio uno zavardone” per intendere quando hai fatto un lavoro grossolano e fatto male): ed è proprio la caratteristica di questa pasta casereccia essere lasciata spessa e una diversa dall’altra. Gli ingredienti sono semplici come la stessa preparazione d’altronde: farina bianca, farina di polenta, acqua e sale. È consuetudine condire gli zavardoni con un sugo ricco come stracchino, pomodoro e salsiccia, ma in molti posti oltre alle varianti si trova ancora il condimento più modesto che deriva dalla tradizione povera: pomodoro fresco e buonissimo olio extravergine della Valmarecchia.
Ora immagina di entrare in un ristorante a Verucchio, quelli fatti come una volta con la sfoglina a vista e la zdora che cucina sul retro, di sederti a tavola e ordinare un piatto di zavardoni: un viaggio quello della Romagna nel tuo palato, che è indescrivibile... va degustato in prima persona!
Per antipasto inaugura il tuo palato con piada cotta sul testo come una volta, formaggi e salumi del posto. Hai mai sentito parlare della Mora Romagnola? È una razza di maiale allevato proprio in queste campagne, da cui viene prodotto un salame pregiato, affettato e adagiato sulla piadina calda è ottimo, anzi “la morte sua”!
Come da tradizione di ogni domenica sulla tavola non mancherà il vino rosso “Veruccese”, il rosso Sangiovese tipico di Verucchio che accompagnerà al meglio il tuo pranzo romagnolo! Ora sei pronto a lasciarti andare ed assaporare Verucchio in tutta la sua Bellezza!
La figura del Mastin Vecchio
Il "Mastin Vecchio" è il centenario Malatesta considerato uno dei capostipiti della famiglia, citato da Dante nella Commedia, condottiero e signore di Verucchio, famoso nella storia per le guerre accese con la famiglia rivale dei Montefeltro, tanto da apparire nella letteratura italiana più famosa dei tempi.
«E 'l Mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, che fecer di Montagna il mal governo, là dove soglion fan d'i denti succhio» (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto 27).
I due “mastini” citati da Dante nella Divina Commedia sono Malatesta “il Vecchio” e Malatestino I ”il Giovane”, tiranni di Rimini dal 1295, soliti a fare “d’i denti succhio” per aggredire con crudeltà gli avversari, ispirandosi all'episodio della cattura a tradimento e l’uccisione violenta di Montagna dei Parcitati, avversario politico dei Malatesta.
Museo Civico Archeologico
La posizione strategica di Verucchio, proprio sulla cima di una fortezza naturale con vicino il fiume Marecchia vide importanti insediamenti già a partire dall’Età del Ferro: a tutta la tua curiosità in tema di storia potrai dare risposta visitando il Museo Civico Archeologico che si trova nell’ex monastero di Sant’Agostino nel cuore di Verucchio. Questo museo raccoglie tombe, oggetti straordinari e reperti archeologici appartenuti ad una civiltà villanoviana- etrusca del IX-VII secolo a.C. L'oggetto più curioso ritrovato indovina qual è?
La fibula d’ambra: per la sua posizione nell’area dell’Adriatico centro-settentrionale il centro villanoviano entrò facilmente nel commercio dell’ambra, resina fossile molto ricercata per realizzare gioielli ed altri oggetti preziosi. A Verucchio fu ritrovato un ricchissimo deposito votivo con oltre 600 intagli in ambra di diverse forme, tra queste le più rilevanti: fibule con rivestimento di dischi graduati in ambra e osso, a propria volta intarsiate interamente in ambra.