Bertinoro

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Bertinoro, città di vino e di feste in Romagna

La città-balcone del vino famosa per la sua grande ospitalità

Articolo di: Redazione
Lettura: 4 minuti

Sapevi che Bertinoro, caratteristico paese sulla punta del monte Cesubeo, è avvolto da un mistero? Ci sono infatti due storie che celano la verità sull’origine del nome, ma non si sa quale sia quella esatta.

La prima racconta che il termine Bertinoro derivi dal genitivo dei frati britannici (britannorum), che in passato vissero in questa zona. La seconda, invece, narra della figlia dell’Imperatore Teodosio, Galla Placidia, che assaggiando del vino da un umile coppa di terracotta, disse: “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro”.
Se già si faceva riferimento al vino in tempi così antichi, è bene sapere che oggi Bertinoro è famosa proprio per questo.

Oltre ad essere nota come “Città del vino”, è nota per la sua grande ospitalità. Vecchi racconti mostrano come l’essere ospitali era insito nella vita quotidiana di Bertinoro già nell’anno 995, e il confronto con l’altro era un’attitudine della gente.
Un altro appellativo che si merita è quello di ‘città balcone’, perché il panorama che offre è davvero sensazionale, uno di quelli difficili da dimenticare.

O Bretinoro, ché non fuggi via, poi che gita se n’è la tua famiglia e molta gente per non esser ria?

Divina Commedia

Adatto a :

Chi vuol scoprire un caratteristico borgo medievale, dove si respira il fascino del passato e si beve uno dei mgliori vini della zona

Mezzo :

Passeggiando a piedi

Periodo consigliato :

Giugno, Settembre e Ottobre

Fame millenaria

Durante la visita a Bertinoro, probabilmente il tuo stomaco brontolerà. Ti consigliamo di assaggiare, nei locali tipici, la "zuppa del millennio": a base di legumi e cereali, fu preparata per la prima volta dalla famiglia del castello, quando nobili, giuristi e cavalieri furono ospiti per decidere in merito a controversie patrimoniali.

Lo stampo medioevale

Bartnòra, nome del paese tradotto in dialetto locale, vanta molta ricchezza in ambito culturale. Visitandola potrai notare l’influenza medioevale che ha avuto il borgo.

Il cuore della città corrisponde a Palazzo Ordelaffi, antica sede municipale, che al suo interno conserva due importanti sale: Sala del Popolo, usata per le riunioni dei cittadini e Sala della Fama, che detiene il ciclo delle tele dedicato alla storia di Bertinoro, opera del pittore Zambianchi.

Proprio in Piazza della libertà, da cui puoi ammirare un panorama incantevole su tutto l’entroterra, si trova Torre dell’Orologio. Grazie alla sua altezza funge da punto di riferimento per tutti naviganti. Intorno al 1600 la sua altezza fu ridotta e fu inserita una cella campanaria barocca. Nel 1789 fu costruito un balcone interamente dedicato alla statua della Madonna del Lago, reputata come la protettrice del paese.

La storia di Bertinoro è riassunta in un importante monumento: la Rocca. Essa risale a prima dell’anno 1000. Ospitò anche Dante Alighieri, come ricorda Carducci in una delle sue poesie. Divenne poi sede del centro residenziale universitario di alta formazione e ricerca. Da 12 anni ospita anche il Museo Interreligioso, dove potrai trovare reperti che concernono le tre grandi religioni monoteiste.

La Colonna delle Anella è stata costruita da due importanti figure: Guido Del Duca e Arrigo Mainardi, per porre fine agli scontri tra le famiglie del luogo. È un vero e proprio simbolo dell’ospitalità del paese: attorno ci sono 12 anelli, che corrispondono alle discendenze. Ogni pellegrino che arrivava legava il suo bastone ad uno degli anelli. A seconda di quello scelto, la famiglia che lo rappresentava lo avrebbe ospitato.

Di vino in vino, e non solo

La Romagna è rinomata per le sue delizie in ambito culinario. A Bertinoro possiamo citare primo tra tutti lui: il vino.

Se ti piacciono i vini dolci o passiti, L’Albana fa proprio per te. Chiamato anche ‘L’oro di Bertinoro’, è un vino bianco DOCG prodotto da vitigni autoctoni della regione.

Per chi preferisce i rossi, c’è il Sangiovese. La rappresentazione terroir specifica del territorio. A Bertinoro viene prodotto il re dei vini locali: il Romagna Sangiovese DOC Riserva.

Due vini che continuano a vivere grazie ai produttori locali sono il Pagadebit e il Cagnina di Romagna.

Il Pagadebit è un vino prodotto da uve bianche molto resistenti, che sono cresciute nel passato anche in cattive annate ed hanno permesso ai viticoltori di pagare i debiti. Il Cagnina non ha bisogno di un particolare invecchiamento, può essere consumato subito dopo la vendemmia, accompagnato da pietanze dolci.

Oltre al vino, altri prodotti caratteristici sono: il Saba, uno sciroppo d’uva utilizzato per insaporire bevande e alimenti; il Savor, una marmellata prodotta dopo la vendemmia; e infine l’olio extravergine d’oliva DOP ‘Colline di Romagna’.

Le feste che animano il paese

Durante l’anno sono tanti gli eventi che caratterizzano Bertinoro.
Primo fra tutti citiamo la Festa dell’Ospitalità, che si tiene a Settembre da più di 90 anni. Nasce da una tradizione del 1300, collegata alla storia della Colonna delle Anella. Inizia dalla prima domenica del mese settembrino, e per tutta la settimana c’è un susseguirsi di opportunità per vivere il borgo, le sue attrattive e la famosa ospitalità.

Inoltre, durante tutto il mese è possibile vivere l’esperienza della vendemmia soggiornando in una cantina. Nel mese di Ottobre, ci sono le Giornate Dantesche. Sabati pomeriggio nei quali ci si riunisce per una lettura e commento della Divina Commedia.

A novembre si celebra il turismo del vino con la Giornata Europea del Vino. Potrai attraversare il percorso informativo ‘sapere di vino’ della riserva storica e delle cantine del consorzio ‘Vini di Bertinoro’. L’ultimo weekend del mese si festeggiano i Riti dei Padri, due giorni dedicati al vino, con convegni e degustazioni guidate accompagnate da cibi vari.

Esistono tanti altri appuntamenti dedicati al vino e alla sua storia, come ‘I pomeriggi del bicchiere’, che si festeggia da gennaio a marzo, ogni domenica pomeriggio; l’Albana DeiG, nell’ultima domenica di maggio; Vini e sapori in strada, e ‘la Notte Celeste’ che si festeggiano a giugno. 

Per cambiare un po’ genere, l’Entroterre festival organizza durante tutta l’estate concerti di musica blues, jazz, classica e contemporanea con aggiunti corsi di alta formazione per musicisti.

Cesena

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Cesena, la città a misura d'uomo

Un esempio di perfetta conservazione nell'entroterra romagnolo

Articolo di: Redazione
Lettura: 5 minuti

Se capiti in Emilia Romagna, precisamente al centro della parte Romagnola della regione, distante solo 15 km dal mare e protetta dalle colline alle sue spalle, scoprirai la fiorente Cesena, punto d’incontro della via Emilia e Romea. Fondata circa nel V secolo dagli Umbri, si affermò poi in epoca romana, della quale conserva ancora intatta l’ampia cinta muraria nella pianura circostante. Durante il Medioevo divenne libero comune, per poi essere eletta signoria nel corso del periodo Malatestiano, raggiungendo così il suo più alto splendore, di cui ancora oggi potrai osservare le meraviglie rimaste. Attorno al 1500, la città fu incoronata capitale del breve ducato di Cesare Borgia, per poi tornare sotto il dominio dello Stato Pontificio. Viene chiamata anche la città dei tre papi, perché due su tre ne sono nativi, e dell’ultimo ne ha ospitato il vescovado.

Considerata anche città a misura d’uomo, per via della sua ‘piccola’ realtà, fatta di 100 mila abitanti circa, e ben suddivisa in 12 quartieri, tutti adeguatamente collegati.

Cesena è un esempio di città perfettamente conservata, perché diversi dei suoi monumenti, nonostante le varie guerre e battaglie subite, hanno tenuto intatto il loro splendore originale.

Adatto a :

A tutti gli amanti delle città storiche e della cultura

Mezzo :

A piedi

Periodo consigliato :

Tutto l'anno

Fontana Masini

Una leggenda avvolge la Fontana Masini. Si dice che a causa della sua grande bellezza e anche dell’invidia provata, al suo scultore Francesco Masini, furono amputate entrambe le mani.

La biblioteca memoria del Mondo

La prima tappa che non devi perdere è la Biblioteca Malatestiana, conosciuta come prima biblioteca civica sia d’Italia che d’Europa, costruita nel 1452 per volere del signore Malatesta Novello. Nel 2005 fu riconosciuta come patrimonio dell’Unesco "Memoria del mondo", per il valore architettonico, gli antichi codici conservati e i più di 100 mila volumi.

E’ divisa in due reparti: la biblioteca moderna, che ne raccoglie 60 mila, e quella dedicata ai ragazzi, che ne custodisce 24 mila, per i lettori fino ai 16 anni. Essi sono poi disponibili ad accesso diretto. E’ l’unico esempio perfettamente mantenuto di tipologia monastico-umanistica. Se la tua passione è la lettura e la cultura, devi visitarla almeno una volta nella vita. Troverai all’interno anche 700 manoscritti, di cui il più antico risale al XVI secolo, e ben 17 mila lettere.

Dentro troverai anche alcuni libri provenienti dalle raccolte di vari ordini religiosi, che derivano dai conventi soppressi nella seconda metà dell’800, come Domenicani, Benedettini, Agostiniani.

Custodisce inoltre un archivio fotografico, essendo da sempre in prima linea per la sperimentazione di cataloghi, studio e divulgazione, ponendo le testimonianze fotografiche come fulcro di ogni ricerca storica.

Per gli studenti e non, offre anche un servizio di pubblica lettura, studio e ricerca.

Il centro della vita sociale

Ogni angolo di Cesena è degno di essere scoperto, quindi a piedi dalla Biblioteca Malatestiana, continuando ad attraversare la città, puoi raggiungere Piazza del popolo.

La piazza più famosa di tutto il paese, risalente al 1400, è considerata come il centro della vita sociale, perché accoglie ogni mercoledì e sabato il mercato più grande di tutta la Romagna, oltre alle tante manifestazioni e fiere durante l’anno. La sua caratteristica principale è la privazione del quarto lato, a seguito della demolizione del quartiere di Chiesanuova. Nel suo fulcro sorge uno dei più grandi simboli cesenati: la fontana Masini, un eccezionale esempio di architettura e scultura manierista, realizzata in pietra d’Istria e marmi policromi, con ricca decorazione concernente l’acqua.

Attorno alla piazza, noterai sicuramente elementi di grande interesse: la chiesa dei Santi Anna e Gioachino, esempio di una radiosa arte barocca, il Palazzo Comunale, e la Rocchetta di Piazza, un raffinato palazzo storico con la loggetta veneziana, sulle cui mura si trova la lapide con incisa una terzina della Divina Commedia che Dante dedicò alla città. Importantissimo anche Palazzo del Ridotto, che contiene la statua di bronzo di papa Pio VI.

La cattedrale di San Giovanni Battista

Andando avanti nella passeggiata in giro per la città, un altro tuffo nel passato ti travolgerà davanti alla cattedrale, meglio conosciuta come Duomo. E’ il principale luogo di culto della città, i quali lavori di costruzione iniziarono nel 1385. Devi sapere che la sua collocazione non fu sempre la stessa; infatti prima della signoria dei Malatesta era ubicata all’interno della cittadella rialzata, dove attualmente è situato lo sferisterio di Cesena. Nel sopraccennato anno, Andrea Malatesta, ricostruì la struttura in uno stile romano-gotico, ma che subì diverse trasformazioni negli anni, tornando poi alla sua forma originaria nella metà del XX secolo. Il portale da dove entrerai è in pietra strombato, a tutto sesto, che conferisce maestosità e grazia alla facciata. Il campanile invece, è situato sul fianco posteriore sinistro del duomo, eretto nel secolo successivo.

La struttura interna è organizzata in tre navate, con capriate lignee per la centrale, e soffitto a crociera per le laterali. Visitando l’interno, a metà navata, alzando lo sguardo, potrai scorgere la Cappella della Madonna del Popolo di Borboni, in cui ammirerai l’affresco del pittore Corrado Giaquinto rappresentante la Genealogia della Vergine. Esso raffigura il paradiso con la Vergine, il bambin Gesù e i personaggi dell’antico testamento.

La rocca dalle varie forme

La signoria Malatesta apportò tante migliorie alla città, e infatti è grazie a loro se oggi puoi contemplare la Rocca Malatestiana, una delle più imponenti di tutta la regione, posta sulla sommità del colle Garampo e circondato dal parco della Rimembranza.

A seguito della costruzione di altre due fortezze, la prima distrutta nell’anno 1000, e la seconda distrutta nel 1377, la terza iniziò ad essere ricostruita attorno al 1380. Al grande Da Vinci è stato conferito l’incarico dell’aggiornamento della fortificazione. Negli anni successivi assunse diverse funzioni, come quella di fortezza militare, poi carcere, fino a tornare di proprietà del comune.

Le sue torri esterne sono state realizzate di varia forma, come rettangolare o circolare, tra cui potrete individuare il maschio, la torre utilizzata in caso di attacco nemico, e la femmina, che ospita il Museo storico dell’agricoltura e dal quale potrai godere dello splendido paesaggio.

Tutt’oggi è possibile visitarla al suo interno, grazie a percorsi dedicati come i camminamenti interni, con un’incursione nelle prigioni sotterranee e nella camera della tortura. Sugli spalti invece è possibile osservare con stupore la citta malatestiana dall’alto e tutti i colli circostanti, come Bertinoro.

Preziosità da non perdere

Quando capiti in questa meravigliosa città, sono tante le cose da vedere, e qui te le vogliamo elencare tutte, così da non perderne neanche una!

Una bellezza d’arte, si trova proprio dietro piazza del popolo, in via Cesuola.

Qui potrai ammirare ‘gli equilibristi’ statue in bronzo, realizzate dal noto scultore cesenate Leonardo Lucchi. Esse fungono da abbellimento per quell’angolo di città poco conosciuto ma centralissimo.

Il tema su cui le opere prendono forma è la leggerezza, infatti potrai notarlo dai corpi sospesi dei due atleti, che sembrano quasi fluttuare.

Procedendo per la stradina scoverete altre sue opere, fino ad arrivare al retro del suo atelier. Il davanti del laboratorio affaccia sulla piazza principale, e sul suo terrazzo potrete scorgere un’altra scultura, nota come la ragazza più fotografata di Cesena.

Invece, durante tutto l’anno vengono svolti numerosi eventi, come l’antichissima e tradizionale fiera di San Giovanni il 24 giugno, Piazza di Cinema a luglio e il festival internazionale del cibo di strada il primo weekend di ottobre.

Se sei appassionato poi di spettacoli, la stagione invernale del teatro Bonci offre numerosi e meravigliosi appuntamenti, o se ti piacciono le corse con i cavalli, ci sono quelle internazionali di trotto all’Ippodromo del Savio.

Bike Tour sulle colline faentine

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In bici sulle colline faentine: omaggio ad Alfredo Oriani

Una pedalata tra le strade del vino e della lavanda tra Brisighella e Riolo Terme

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 6 minuti

In questo nuovo itinerario, un anello di 69 km e 1000 metri di dislivello con partenza a Faenza, ti portiamo sulla ciclovia di Dante e su quella dei Gessi, sulla strada del Sangiovese e su quella della Lavanda all’interno del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Un giro tra borghi, grotte e piante officinali che è anche un omaggio ad Alfredo Oriani, scrittore faentino nonché uno dei primi cicloviaggiatori, di nome e di fatto.

A proposito di lavanda, consigliamo questo tour insieme all'Hotel Ronchi di Cervia. Qui è possibile trovare un caldo ambiente dallo stile shabby chic e l'odore di lavanda a due passi dalla spiaggia.

Andiamo a scoprire la strada!

Punto di partenza :

Stazione Di Faenza (RA)

Grado di difficoltà :

Medio (40/70km di distanza | 800/1500m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Strada

Bici consigliata :

Tutte (BDC, Gravel, MTB ed eBike)

La dimora dei ciclisti

Elisa, che gestisce l'Hotel Ronchi dal 2014, ha puntato tutto sul design d’interni e la comodità. Non può mancare lo sport e la bici: “durante la Granfondo via del sale, che si tiene ogni anno ad aprile, l'albergo è pieno di partecipanti" afferma Elisa. E anche i ciclisti più gelosi si sentono al sicuro, perché al Ronchi è permesso portare la bici in camera... 

Colline Faentine e Brisighella

Si parte da Faenza, città conosciuta perlopiù per la sua tradizione nella lavorazione della ceramica. Tappe d’obbligo sono quindi il Museo Internazionale, dove sono conservate opere di artisti come Picasso e Chagall, che ripercorre la storia della ceramica fino ai nostri giorni, e le botteghe degli artigiani ceramisti sparsi per il centro.

Lungo Via Firenze, per uscire dal centro, si percorre l’ampia pista ciclo-pedonale separata dalla strada. Arrivati in fondo, dopo la rotonda, si imbocca via Castel Raniero che porta sulle prime colline faentine dove si incontrano diverse ville con grandi giardini e i primi vigneti, una costante che ci accompagnerà in questo giro.

La salita, percorsa da diversi pedoni e ciclisti, risulta morbida e in 3 km si arriva a 150 metri di altezza nella frazione di Castel Raniero. Sulla sinistra a pochi centinaia di metri si svolta per visitare la colonia costruita alla fine degli anni ‘20, abbandonata da più di 30 anni, che in questo periodo sembra essere di interesse per nuovi progetti.

Si torna indietro per imboccare la discesa che passa da Errano, si supera il fiume Lamone e si arriva a Sarna. Da qui si prende via Canaletta che fa parte del tratto Bertinoro-Brisighella della ciclovia di Dante: percorso che collega Ravenna a Firenze. Sempre in quest’area si trovano le insegne Strada del Sangiovese: un percorso enogastronomico nei comuni di Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme e Castel Bolognese dove si producono i vini più rappresentativi del territorio come il Sangiovese Doc, l’Albana secca e passita Dogc, il Trebbiano Doc, il Pagadebit Doc e la Cagnina di Romagna.

Per 5 km si corre tra paesaggi collinari decorati da vigneti e dolci saliscendi fino a raggiungere Brisighella, borgo medievale alle pendici del Parco appenninico della Vena del Gesso Romagnola. 

Si entra direttamente in piazza Marconi dove le case alte e strette sono caratterizzate da diversi colori pastello e da piccole finestre ad arco che nascondono una strada sopraelevata: la famosa via del borgo o degli asini con accesso e scalini sulla piazza (è possibile percorrerla accompagnando la bici a mano). Qui c’erano le stalle che i birocciai (antichi trasportatori) usavano per far riposare gli asini dopo aver trasportato il gesso dalle cave sopra il paese.

Tornando sulla piazza e guardando in alto si scorgono due cime a poca distanza l’una dall’altra caratterizzate da due strutture: a sinistra la Rocca Manfrediana e dei Veneziani, chiamata così perché fatta costruire nel 1310 dai Manfredi, signori di Faenza a cui si aggiunse nel ‘500 il torrione, costruito dai veneziani e unito alla cinta muraria; a destra invece spunta la Torre dell’orologio, che insieme alla Rocca, rappresentava il sistema difensivo della città. Da notare il quadrante dell’orologio a sei ore e non dodici.

Il Parco della Vena del Gesso Romagnola

Dopo la sosta nel borgo si riprende a pedalare per addentrarsi nel parco. La vena del gesso è una piccola catena montuosa costituita principalmente da questo minerale e creata milioni di anni fa quando a seguito della chiusura dello stretto di Gibilterra il Mediterraneo si prosciugò e divenne estremamente salato causando depositi di gesso. Nel parco infatti ci sono oltre ai calanchi anche diverse grotte, se ne contano circa 220, tanto da essere zona di interesse per gli speleologi.

Le prime curve portano di fronte all’entrata della Rocca Manfrediana e poi si pedala lungo la Ciclovia dei Gessi per 11 km, fino ad arrivare a Zattaglia. In questo tratto si incontrano le indicazioni per la Grotta Tanaccia, quella del percorso CAI 505 che porta sulla vetta più alta del parco, il Monte Mauro di 515 metri e infine quella per il Corolla delle Ginestre, un anello di 55 km da fare a piedi, in MTB o a cavallo.

Dal punto di vista ciclistico dopo Zattaglia si presenta il punto più impegnativo perché si passa da 150 metri fino ai 400 in circa 7 km con punte di pendenza del 10%. Qui passò anche il Giro d’Italia nel 2015, precisamente nell’undicesima tappa Forlì-Imola.

La fatica però viene ripagata dalla discesa che porta a Casola Valsenio con un ultimo tratto fatto da quattro tornanti a U e la vista di un altopiano bianco e frastagliato a picco su un laghetto artificiale

Dopo circa 38 km è ora di pranzare, anzi essendo in Romagna è ora della piadina.

Tra le piante officinali e la bici di Alfredo Oriani

Siamo a Casola, paese di circa 2600 abitanti, che si trova lungo il Senio, torrente tosco-romagnolo lungo 88 km e ultimo affluente di destra del Reno.

Si riprende a pedalare lungo Via Roma, si svolta a sinistra e in un paio di tornanti in salita ci si trova al Giardino delle Erbe, creato negli anni ‘70 da Augusto Rinaldi Ceroni, pioniere dell’erboristeria in Italia. Ceroni contribuì anche a ideare la Strada della Lavanda che collega Zattaglia a Casola Valsenio. Qui è possibile passeggiare su un’area coltivata con 450 piante officinali, mangiare un gelato alle erbe come cedrina, melissa o zenzero, oppure comprare tisane e creme alla lavanda, al sambuco o alla rosa canina.

Si torna in sella sulla via principale e dopo pochi centinaia di metri si accosta nuovamente sulla sinistra per entrare nell’area del Cardello, dove si trova prima una locanda e poi la casa di Alfredo Oriani, scrittore attivo tra fine Ottocento e primo Novecento.

125 anni fa, precisamente il 30 luglio 1897, Alfredo Oriani partì da solo per un viaggio in bici che lo portò in Toscana e in Emilia-Romagna, percorrendo più di 600 km. Al ritorno dopo 15 giorni scrisse un resoconto intitolato “Sul pedale”, uno dei primi testi italiani dedicati al cicloturismo, poi incluso nella raccolta “La Bicicletta” del 1902. 

Il Cardello è un casale molto antico, si stima che fu costruito intorno al 1126 e fu frequentato dai monaci benedettini come foresteria. La famiglia Oriani lo comprò nel 1855. E’ possibile visitare il casale con una guida, girare per le stanze perfettamente arredate nello stile dell’epoca in cui visse lo scrittore e poi stupirsi davanti alla bici con cui Oriani fece il suo viaggio.

"Inzir" a Riolo Terme

Dopo le due soste a Casola si riprende il percorso per l’ultima tappa. La strada è perlopiù pianeggiante, si percorre Via Firenze, si passa per Borgo Rivola e si costeggia il Senio fino ad incontrare l’enorme parco termale e il Grand Hotel in stile liberty. Una volta oltrepassato il fiume, si entra nella zona urbana, ecco Riolo Terme, paese di villeggiatura di circa 5000 abitanti.

Riolo fu denominata “città d’acque” fin dal Rinascimento per le proprietà curative delle sue sorgenti e per i suoi fanghi. Vista la crescente notorietà del luogo che portò diversi personaggi pubblici a sostarci, a partire dal 1870 venne costruito il centro termale all’interno del parco di 12 ettari, aperto poi nel 1877.

Oltre alle terme Riolo ha una bellissima rocca sforzesca con la struttura tipica dei torrioni medievali, appartenuta ai Manfredi e poi a Caterina Sforza. Oggi la rocca è sede del Museo del Paesaggio dell’Appennino Faentino e luogo che ospita diversi eventi storici e di intrattenimento come “cene con delitto” o “escape room”.

Una volta fatto il giro di Riolo, si riprende la provinciale e si passa nella zona industriale, dove ha sede un’azienda degna di nota, la FRM Bike Technology, nata nel 1991 da Franco Ricci Mingani, esploratore romagnolo dell’ingegneria ciclistica applicata ai materiali e alle forme. Una delle loro ultime bici gravel si chiama “Inzir”, ovvero “in giro” in dialetto romagnolo.

Si prosegue per la provinciale che arriva a Castel Bolognese ma ad un certo punto si gira a destra verso Tebano e ci si appresta all’ultimo strappo in salita. Da qui, dopo qualche tornante e un lungo rettilineo si torna nella rotonda che imbocca via Firenze e si ultima il percorso sostando alla fontana del ciclista di Faenza e riempiendo l’ultima borraccia.

Insomma come ci ha rivelato Alfredo Oriani, oggi come 100 anni fa, viaggiare in bici suscita ancora “l’acre ebbrezza” e “una forza orgogliosa ci gonfia il cuore nel sentirci così liberi”.

L'Hotel Ronchi

Hotel Ronchi è un grazioso 3 stelle che si trova direttamente sul lungomare di Cervia, a pochissimi passi dal mare. L'albergo è a gestione familiare ed è stato recentemente ristrutturato, e si presenta con nuovi e suggestivi ambienti in stile provenzale.

Il Ronchi è un vero e proprio Hotel Bike-Friendly, e si trova in una posizione ideale, puoi raggiungere la spiaggia in pochi passi e il centro città in qualche minuto.

Le camere, con la loro magnifica vista panoramica sul mare, ti garantiranno il riposo e il rilassamento necessario dopo una giornata in sella.

Barfum

Barfum, nel Borgo San Giuliano un luogo magico

Il bar dove degustare profumi a Rimini

Rimini, Via Ortaggi 11 – 47921 RN

Barfum / Tel.  +39 339 235 6749

Articolo di: Paola Russo Russo
Lettura: 4 minuti

Barfum, l'Estetica Ducale ritrovata

Generalmente, quando pensi ad un bar, immagini il posto per consumare una colazione con brioches e cappuccino, oppure il tempo di un buon aperitivo in compagnia.

Da Barfum, il beauty bar posto nel cuore di Borgo San Giuliano, le tazzine da caffè non contengono bevande ma le fragranze dei migliori e più originali profumi.

Barfum, nato nell'ambito dello storico Istituto di Bellezza Ducale 54 con il quale attualmente convive, costituisce il primo ‘bar della bellezza espressa’, accessibile a tutti.

Aperto da mattina a sera, propone un ampio e personalizzato ventaglio di servizi, erogati con dedizione e professionalità e caratterizzati fortemente dall’altissima qualità dei prodotti.

Dal 2016 Barfum è anche buyer a Pitti Fragranze, la fiera di Pitti Immagine, che espone a Firenze le eccellenze della profumeria artistica di tutto il mondo.

L’idea di un bar di bellezza è quella che, attraverso un percorso olfattivo, proposto con la semplicità con cui si chiederebbe un caffè al bar, si possa vivere un’esperienza emozionale di ben-essere e relax.  

[Foto ufficiali Barfum]

Adatto a :

Chi vuol provare un'esperienza sensoriale diversa e chi si vuol concedere un momento di cura della propria bellezza.

Durata :

I riti di bellezza non hanno fretta, concediti il tempo che puoi

Periodo consigliato :

Ogni stagione è buona per un'esperienza al Barfum

Cosa trovi al Barfum

Accomodati al tavolo, o su una poltrona, per vivere un’esperienza diversa e completamente nuova, accompagnata da un sottofondo musicale, come in un vero bar.

Sfogliando il menù, potrai scegliere tra profumi, prodotti e trattamenti di bellezza da provare con servizio espresso o concedendoti un tempo più lungo.

Per scegliere la tua preferita, potrai chiedere di provare tra più fragranze, da gustare, appunto come una tazzina di caffè al bar. Ma in questo caso il gusto lascerà spazio all’olfatto e alla fine al tatto, quando deciderai da quale profumo farti vestire. I bicchierini utilizzati per questo assaggio di profumo sono di carta, bio, di design e potrai portarli via con te per continuare a farti tentare, nell’arco della tua giornata, dall’uno o dall’altro. Se poi scoprirai la tua fragranza preferita tra tutte, potrai portare via con te una fialetta che ti lascerà il tempo nei giorni successivi di toglierti ogni dubbio. Tutto quello che avviene al Barfum ha a che fare con un rito lento di bellezza e anche l’invito alla scelta conosce tempi che dialogano con l’emozione senza fretta.  

Per un’esperienza ancora più piacevole Barfum collabora con gli altri locali del Borgo, offrendo la possibilità di ordinare un aperitivo, un bicchiere di vino o uno stuzzichino, da consumare mentre stai facendo un trattamento o scegliendo la tua fragranza.  

Prodotti di qualità internazionale

I prodotti che Barfum ed Estetica Ducale propongono sono esclusivi, in tutta la città. Si tratta di Brand di cosmetici e profumi utilizzati in prestigiose spa internazionali, selezionati da hotel di lusso in tutto il mondo, quali Four Season, Kempinski ecc. e in importanti department store come Harrods, la Rinascente, e tanti altri.

Te ne nominiamo alcuni che sicuramente conoscerai e che non ti costringeranno più a un viaggio a Milano o a Londra per averli: The Organic Pharmacy, Cinq Mondes, By Mukk.
Sono tutti cosmetici biologici, organici, efficaci e ricercati.

Per avere un’idea di quello che può essere un servizio scelto dal menù, ecco alcune idee: per una maschera viso completamente rigenerante, Barfum ti propone Magicstripes, una linea creata dalla famosa makeup artist Natalie Franz, tra i trattamenti preferiti da Lady Gaga. Questa maschera, utilizzando un tessuto imbevuto di principi attivi, permette di  raggiungere effetti sorprendenti con piccoli sforzi. È perfetta per quelle persone che sono costantemente in viaggio o per quelle che hanno poca costanza o poco  tempo da dedicare alla skincare della propria pelle. Il brand, oltre a quelle per il viso, ha creato anche altre maschere utilizzabili per il lifting al collo e al mento, fino ad arrivare ai guanti per l’idratazione delle mani.

Non solo balocchi e profumi

Il Barfum, il tuo bar del profumo, offre davvero tantissimi servizi, oltre a quelli di un centro estetico tradizionale. Nella novità di questa esperienza, la cura della persona incontra lo svago, fermando il tempo in un luogo in cui regalarsi un’idea di bellezza che non si ferma in superficie. A voler ulteriormente approfondire la conoscenza di questo nuovo approccio, c’è la possibilità di partecipare a corsi e percorsi sul profumo, dove imparare  a conoscere le famiglie olfattive, le materie prime e le essenze che compongono le fragranze. Ma al Barfum ci si può fermare anche per una breve coccola rigenerante. Nella parte dedicata ai servizi espressi, da godere comodamente in poltrona per una pausa di bellezza di una ventina di minuti, ci sono infatti trattamenti con prodotti per viso e mani.

O ancora, se ti piace il trucco, ma fai fatica a realizzare da sola particolari make-up, prenotando il servizio potrai accedere al Bar a maquillage by Terry: in cinque minuti avrai un trucco perfetto per ogni momento della giornata. By Terry è un brand parigino che testa tecnologie all’avanguardia, con tecniche  sofisticate e colori compatti. E, oltre che a Parigi, lo trovi qui.

Se invece ti servisse un make-up più importante, per cerimonie, matrimoni o volessi imparare questa meravigliosa arte, partecipando a lezioni individuali, sappi che sei di nuovo nel posto giusto. Inoltre, una consulente di skincare e beauty routine, con test specifici saprà suggerirti cosmetici più adatti al tuo tipo di pelle.

Un'oasi di bellezza nel Borgo

Ora che te ne abbiamo parlato, avrai voglia di metterci il naso in autonomia. E non potresti usare strumento migliore per affacciarti al Barfum. Sappi che ancor prima di entrare sarai accolta da un allestimento di fiori, tavolini e sedie che ti daranno il benvenuto in quest’angolo di borgo inaspettato.

Entrando, avrai netta la sensazione di un bar che ha incontrato un centro estetico, e che ci va d’amore e d’accordo. È proprio questa la visione che si vuole dare, un luogo dove l’attenzione per la bellezza e le chiacchiere in compagnia si fondono perfettamente. L’arredamento è moderno, accogliente e fatto di molti mobili di legno, su cui vengono esposti i prodotti destinati sia alla vendita che alla prova diretta sulla tua pelle.

Per questo troverai  un angolo dedicato alle sperimentazioni, con una grande scrivania, contornata da sedie e sgabelli, dove avvengono le “degustazioni” dei profumi e i corsi di cui ti abbiamo parlato. C’è poi l’angolo dedicato al make-up, che ricorda i camerini dei grandi make-up artist, dove, per il tempo che vorrai dedicarti, potrai sentirti una vera celebrità.

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    Palio del Daino

    Home / Emilia Romagna / Eventi

    Palio del Daino: la rievocazione storica più affascinante della Romagna

    Vivi l’eterna magia di un viaggio nel Medioevo a Mondaino, nell'entroterra Romagnolo

    Articolo di: Mauro Del Zoppo
    Lettura: 3 minuti

    A metà tra Rimini e Urbino, posato su di un colle a 400 metri di altezza, si trova un antico borgo medievale: Mondaino. Proprio qui, in questo luogo fermo nel tempo, prende vita il Palio del Daino, un'importante rievocazione storica riconosciuta tra le migliori a livello nazionale.

    La bellezza e la magia di un'epoca passata, fatta di profondi cambiamenti e di intense dispute per il dominio dei territori, vengono riproposte per le strade di Mondaino, durante 4 giorni di festa e, soprattutto, di sfide.

    Se sei curioso di sapere come si viveva in un classico castello medievale, il Palio è un appuntamento imperdibile, capace di trasportarti in luoghi e tempi ormai lontani.

    [Foto ufficiali di Mondaino Eventi]

    Adatto a :

    Tutti gli appassionati di rievocazioni storiche, di fiere medievali e di spettacoli dal vivo

    Mezzo :

    L'evento è accessibile e comodamente percorribile a piedi

    Durata :

    Dal 15 al 18 agosto 2024

    Forse non sapevi che…

    Il nome “Mondaino” deriva da “Mons Damarum”, letteralmente “Monte dei Daini”. In questo territorio, da sempre ricco di selvaggina e specialmente di daini, venne infatti eretto un tempio dedicato a Diana, antica dea della caccia.

    Mondaino: tra Malatesta e Montefeltro

    Il Basso Medioevo fu teatro di violente lotte, anche in questo territorio. Mondaino sorge proprio a confine tra il comune di Rimini, casa dei Malatesta, e il Ducato di Urbino, casa dei Montefeltro.

    Questa terra di confine fu infatti contesa dalle due Signorie che si susseguirono al potere della città, tant’è vero che Federico da Montefeltro la definì: “un luogo forte et importante, che a nessun patto può essere conquistato”.

    Ma Mondaino divenne famosa non per essere luogo di scontri, bensì perché qui avvennero importanti incontri politici e trattati di pace, tanto da regalare alla città il nome di “paese dei patti”.

    Il Palio, infatti, non è altro che la rievocazione storica dei grandi festeggiamenti del 1459, data dell’importante accordo di pace tra Sigismondo Pandolfo Malatesta e Federico da Montefeltro, siglato proprio qui, nel Convento di Monte Formosino.

    La popolazione di Mondaino accolse con immensa gioia la fine dei conflitti e l’arrivo della tanto bramata pace, abbandonandosi a giochi e celebrazioni per le strade del paese.

    Il passato sempre più vicino

    “Madonne et messeri, terrieri et forestieri, varcata la porta de lo castello de Mondaino, se torna ad un tempo passato, ad un tempo de festa…”

    Sono queste le parole che ti accoglieranno in paese, una volta varcato il grande portone d'ingresso ti ritroverai in un mondo incantato, a cavallo tra Basso Medioevo e Rinascimento.

    Lungo le strette stradine della Rocca Malatestiana si respira il profumo di un mondo antico, qui vedrai girovagare cavalieri e armigeri in armature medievali, dame, giullari, musici, menestrelli e trampolieri, pronti ad intrattenere i viandanti.

    Le casette del borgo diventano vere e proprie botteghe, dove Maestri delle arti antiche rivelano i propri segreti. Le taverne e le osterie aprono i battenti con menù ispirati all’epoca rinascimentale, per “lo conforto de li voti stomaci et de le gole arse”.

    E poi tanti spettacoli, con gli sbandieratori che lanciano in alto i loro drappi e li fanno volteggiare in mille piroette, i falconieri con i loro rapaci ammaestrati e sfilate di personaggi straordinari in abiti rinascimentali. Al Palio il tempo si trasforma, si contrae e assume un significato completamente nuovo.

    Una sfida secolare

    Ma perché si chiama “Palio del Daino”? Bè, il cuore dell’evento è la celebre sfida per la conquista del Palio, in cui le 4 contrade del paese competono nella bellissima Piazza Maggiore, la più interessante e singolare delle piazze di Romagna risalenti al 1800.
    Nella serata di domenica, le strade della città si riempiono e la piazza viene completamente circondata da persone.  Verrai assorbito dall’entusiasmo della folla durante i giochi e dall’euforia della contrada vincente, che festeggerà per le strade dell’intero centro storico.

    Ma i festeggiamenti non finiscono qui! A mezzanotte, uno spettacolo mozzafiato di fuochi d’artificio simulerà l’incendio della Rocca, decretando così la fine delle celebrazioni.

    Eccellenze per il palato e per il cuore

    Il Palio non è solo spettacoli e rievocazioni storiche, qui troverai praticamente di tutto, basta essere armati di curiosità!

    Tra le numerose bancarelle, disseminate per le strade del borgo, potrai scovare antichi pezzi di antiquariato, pittori che espongono le loro opere, stand gastronomici che propongono le loro specialità, e tanto altro ancora!

    Un’ opportunità imperdibile anche per scoprire la vera anima della città, con le sue eccellenze riconosciute a livello nazionale. 

    Questo ricco territorio vanta infatti svariati prodotti di qualità, tra cui diverse varietà di tartufo bianco e nero, o il prestigioso Formaggio di Fossa, ottenuto dalla stagionatura nelle “fosse” del Castello di Mondaino.

    Rinaldini Chiosco

    Rinaldini, il Chiosco della Piazza dei Sogni

    La pasticceria che porta lo stile in cucina

    Via Francesca da Rimini, 4, 47923 Rimini RN

    Pasticceria Artigianale Made in Italy Rinaldini / Tel. 328 9239252

    Articolo di: Redazione
    Lettura: 5 minuti

    Rinaldini e la Dolce Vita a Rimini

    La dolce vita” riporta immediatamente a Federico Fellini, il più visionario tra i registi italiani legato per sempre alla sua Rimini, la città che per onorarlo gli ha dedicato un museo diffuso in uno spazio di grande suggestione, tra il Cinema Fulgor, Piazza Malatesta e Castel Sismondo. 

    Ma se dici “dolce” a Rimini non puoi non pensare a una delle insegne della Pasticceria Rinaldini. Il locale, recentemente aperto in uno scenario esclusivo, è proprio a ridosso del Castello simbolo della città che custodisce parte di quel museo prestigioso di cui ti abbiamo raccontato. Si chiama “Chiosco Rinaldini” e regala un panorama privilegiato a chi decidesse di fermarsi per assaporare con la vista e con il gusto. 

    A questo punto dovresti avere già un ottimo motivo per prenotare il tuo tavolo.

    Ma Rinaldini te ne offre ancora di più. Nell’arco di tutta la giornata, dalla colazione alla cena, per un pranzo leggero o un aperitivo di gusto e colore, quello che troverai in questo dehors ha il sapore di un progetto avviato da tempo, da quando, nel 1996, un ragazzo si mise a seguire i suoi sogni e consegnò alla sua città dolci e preparazioni che hanno contribuito a scrivere una pagina di grande stile e innovazione per la pasticceria italiana degli ultimi decenni.

    [Foto prese anche dalla pagina Facebook @RinaldiniPastry]

    Adatto a :

    Chi è goloso di dolce e salato

    Durata :

    Un paio di macarons... minimo!

    Periodo consigliato :

    Tutti i periodi sono giusti per certe bontà

    Lo stilista del dolce

    Nell’arco di questi anni senza sosta, costellati di successi, mentre costruiva un’identità molto forte e riceveva sempre più autorevoli riconoscimenti, Roberto Rinaldini è stato definito in tanti modi:creatore di sogni, ‘enfant prodige della pasticceria italiana’, ‘stilista del dolce’.  Giovanissimo, esce dalla scuola alberghiera ed entra nelle migliori cucine degli alberghi romagnoli.

    La sua passione per l’arte della pasticceria raggiunge la massima aspirazione alla realizzazione di un grande sogno, quando, sfogliando una rivista del settore, viene affascinato dalle foto del campionato del mondo di pasticceria. Da lì partono anni di lavoro e sperimentazione, anni di completa dedizione a un progetto che vede arrivare in fondo solo chi sa crederci veramente.

    Così, tra  il 1996 e il 2005, arriva la prima vera e propria esplosione di riconoscimenti attraverso la vittoria di tanti concorsi: primo premio degustazione del campionato del mondo, campione d’Italia pasticceria Juniores, miglior pièce artistica al simposio AMPI e tanti altri. Dal 2007 in poi, il Giappone e gli USA lo invitano come ospite, in veste di capitano della squadra, ideatore e presidente della Juniores Pastry World Cup. Nel 2011 esce il suo primo libro ‘Cake à Porter’ dedicato al mondo del cake design, e lui stesso inizia a istituire campionati mondiali di settore. 

    Nel 2014, durante il XX simposio AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani) viene eletto pasticcere dell’anno ed entra a far parte dei Relais Desserts, l’illustre associazione francese che riunisce l’élite mondiale.
    Nel 2018 ha aperto la sua personale azienda, con vari punti vendita in tutta Italia.

    Gli atelier culinari e la casa madre

    Si chiama Casa Rinaldini ed è uno spazio di 3.600 mq. Qui tutto si produce e confeziona per poi ripartire e raggiungere i vari atelier culinari Rinaldini o le singole case di appassionati buongustai approdati all’acquisto on line e in attesa di una dolce spedizione. I metodi di lavorazione sono completamente artigianali, nel rispetto di altissimi standard di qualità, nonostante si produca in larga scala. Ma Casa Rinaldini non è semplicemente il grandioso laboratorio della dolcezza, ideato dal genio creativo del suo maestro pasticcere, è un luogo “animato”, progettato in ogni singolo dettaglio, diviso in 6 ambienti unici e separati, dedicati ognuno a una precisa categoria di prodotto. Proprio come in una casa in cui ogni stanza possiede la sua storia, il suo valore, il suo sapere.
    Così pure i singoli negozi Rinaldini mantengono ognuno la propria identità, pur uniti dall’inconfondibile colore fucsia a identificare un luogo originale, che sa osare, spingersi oltre l’immaginazione, con le vetrine ad esporre le prelibatezze che colpiscono immediatamente un desiderio preciso.

    Rinaldini accende la golosità da mattina a sera

    Come pure gli altri punti vendita, anche il Chiosco riminese propone per la colazione, tra i dolci a lievitazione naturale, brioches, sfogliatine, bomboloni, croissant, e poi le amatissime e fragranti crostatine e i famosi MacaRAL, una versione innovativa dei macaron firmata Rinaldini. Da questo tipico prodotto della pasticceria francese, si torna in Italia, scendendo fino alla Sicilia, con le impareggiabili e dissetanti granite, al gusto limone, fragola, mandorla e caffè, preparate con ingredienti naturali e di prima scelta. Servite, come tradizione vuole, con il ‘puccioso’, la brioches gourmet, leggera e soffice, con 48 ore di lievitazione.

    Nell’offerta dolce a cura di Rinaldini, non può ovviamente mancare il gelato, in una selezione di gusti preparati con pochi, semplici e genuini ingredienti naturali. Servito in coppe dorate che sono state prodotte appositamente per mantenere la temperatura e lasciare tutto il tempo che occorre per gustare un buon gelato, senza paura che si sciolga al primo assaggio.

    Se per dissetarti preferisci invece un cocktail, anche qui non avrai che l’imbarazzo della scelta. Sempre con una specifica attenzione all’artigianalità e alla qualità, anche la parte degli alcolici (e analcolici) viene creata attraverso una ricerca minuziosa, che sperimenta tecnologie avanguardiste, per migliorare la composizione organolettica. Lasciati consigliare perché qui tutto è studiato per realizzare combinazioni gustose che si fanno ricordare. Ti potrebbe capitare di tornare di Rinaldini per chiedere “quello dell’altra volta”.

    Un salto nel salato

    Se appartieni a quella categoria di persone che - non c’è niente da fare - al dolce preferisce il salato, non hai alcun bisogno di cercare altrove. Rinaldini propone anche un’ampia e gustosissima selezione di ricette salate, preparate con la stessa maestria che qui si usa per i dolci.

    Innanzitutto la spianata, come da tradizione del territorio, tipicamente romagnola, qui da Rinaldini ribattezzata “Spianata Gourmet”. Preparata in modo artigianale, con un occhio alla tradizione e allo stesso tempo con una nuova attenzione. L'impasto, a lievitazione naturale, con 24 ore di fermentazione a 4°C, viene steso a mano e cotto in forno ad alta temperatura, per esaltare la parte croccante che racchiude il morbido cuore.

    Le farciture ancora una volta celebrano le eccellenze del territorio attraverso prodotti tipici, con ingredienti a chilometro zero, oppure, nota di grandissima ricercatezza, con prodotti realizzati appositamente per dare un sapore unico e inconfondibile:  stiamo pensando al prosciutto cotto al forno e affumicato con fiori e mela, produzione esclusiva Rinaldini. Dopo averlo provato, ci penserai anche tu. Non manca poi una scelta tra la migliore porchetta, pancetta arrotolata di maialino romagnolo, oltre a una selezione dei più particolari formaggi locali, selezionati accuratamente nei caseifici del territorio.

    Gli eventi chiamano? Rinaldini risponde!

    Se verrai a dare un’occhiata al Chiosco, tra una colazione e un aperitivo, ti anticipiamo che ti capiterà di fantasticare, pensando come questo bellissimo spazio sia perfetto per organizzare eventi di qualsiasi genere, feste a tema, compleanni, lauree, addii al nubilato e al celibato. Ma non le feste degli altri, le tue! Con la nuova piazza anfiteatro Francesca da Rimini, a dare un respiro particolarmente affascinante al tutto, spingi il pedale della fantasia e chiedi maggiori informazioni. Oppure se vuoi portare Rinaldini in un altro spazio, affidandogli il catering dei tuoi eventi, sappi che potrete decidere la migliore proposta per la tua esigenza. Per gli eventi aziendali, per esempio, potrete  studiare insieme la  personalizzazione, che renderà la proposta per te speciale e differente da qualunque altra. Ovvio, poi, pensare alla celebrazione per eccellenza, il tuo matrimonio, in cui, dalle più piccole prelibatezze, fino alla creazione della torta nuziale, sarai protagonista di ogni decisione a tutti gli effetti.  

    Insomma, pensavi di fare colazione nel nuovo bellissimo locale di Rinaldini e ti abbiamo fatto viaggiare con l’immaginazione, oltre ogni previsione. Ma non preoccuparti, finché non sarà il momento potrai tranquillamente continuare a ordinare un caffè e una pasta.

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      Piadineria Dalla Lella

      Dalla Lella, l'unica piadina di Rimini che si fa in tre

      In Romagna la piada, dal 1986, ha una sola Regina

      Rimini, Via Covignano 96 – 47923 RN

      La miglior piadina di Rimini | Dalla Lella / Tel. +39 0541 775505

      Articolo di: Paola Russo Russo
      Lettura: 4 minuti

      Piadineria Dalla Lella

      Se devi scegliere un cibo che immediatamente ti faccia pensare a Rimini e alla Romagna, non puoi che andare di piadina. E se devi trovare un nome da associare alla piada di Rimini, non puoi che nominare la Lella

      Che poi “Dalla Lella” non è solo un nome su un’insegna con il logo fortemente riconoscibile, è un luogo che ti accoglie in carne e ossa. E quelle braccia, che dal 1986 stendono il companatico riminese per eccellenza, le puoi trovare dietro il suo bancone a suggerirti abbinamenti e a regalare allegria a tutti. Solitamente con un cappello di paglia e fiori in testa.

      Da quel primo negozio aperto più di 35 anni fa, la storia si è fatta lunga e piena di gusto. Intanto ci ha preso gusto lei, la Lella, che all’inizio preparava la piada quasi esclusivamente per i bambini che giocavano nei dintorni del suo locale. A lei non sembrava neanche che le venissero particolarmente bene, ma i bambini le divoravano e quando tornavano a casa continuavano a chiedere proprio quelle lì, le piade che avevano preso dalla Lella.

      E la storia arriva al 2019 con la consacrazione da parte di Food Advisor che la nomina miglior piadineria della Riviera. Un successo su cui quei bambini del 1986 avevano già scommesso.

      Con il tempo, la Lella si è fatta conoscere sempre di più, aprendo nuovi locali, pit stop per una pausa di pura goduria a qualsiasi ora, perché la voglia piada non puoi costringerla in un orario. 

      [Foto prese anche dalla pagina Facebook @DallaLellaPiadineriaRimini]

      Adatto a :

      Golosi e affamati, e chi vuole provare un prodotto unico e speciale

      Durata :

      5 morsi minimo!

      Periodo consigliato :

      La Piadina è buona tutto l'anno!

      L'evoluzione della Piadina

      È lei stessa a raccontare, con la sua incontenibile simpatia, che all’inizio le piade davvero non le sapeva fare. Ma si era messa in testa quella cosa lì e l’avrebbe portata a termine. Tenacia romagnola, strutto, farina e cottura nella stufa. Ecco i suoi segreti, quelli che, dalle prime prove bruciacchiate, offerte ai figli perché il loro gradimento l’aiutasse a migliorare il risultato, l’hanno portata ad essere l’indiscussa regina della piada

      In quel primo negozietto in viale delle Rimembranze, comprato alla fine degli anni ’80 e portato avanti insieme a sua figlia Marina, non c’era ancora quella varietà di gusti e proposte che oggi costellano i menù dei suoi locali. Allora era una cosa del tipo… un po’ di prosciutto e “via andare”, mentre per i cassoni potevi scegliere giusto il colore: verde o rosso.  

      Ma a prenderci gusto la Lella ci è abituata da sempre e così, man mano, negli anni, ci ha deliziati con nuove sorprendenti proposte e specialità. Nominarne solo qualcuna non avrebbe senso. Nel 2001 la figlia Marina ha aperto il suo locale in Via Covignano, portando in un altro punto di Rimini la tradizionale sfoglia della mamma, e moltiplicando la possibilità per gli estimatori di avere accesso a tanta fragrante bontà.

      La qualità è al primo posto

      Nel voler dare una nuova e personale spinta all'apertura del suo locale, trasferita poi con successo anche negli altri punti vendita, Marina negli anni si è andata perfezionando per arrivare a utilizzare sempre più e sempre meglio ingredienti di alta qualità, in preparazioni sane, genuine e gustose. I pomodori devono essere rossi e succosi, lo strutto esclusivamente di puro suino italiano, mentre per l’olio d’oliva la scelta è caduta su quello ligure, profumato e leggero, per esaltare i sapori senza predominare. La ricetta della piada, invece, è sempre quella di una volta, piena di gusto e tradizione e assolutamente senza alcun tipo di conservante. 

      Ma se la base di partenza della piada della Lella resta un segreto che non cambia, il cambiare dei tempi e la curiosità di un pubblico sempre più vasto hanno dato modo alla Lella di dar sfogo alla sua immaginazione e creatività. Lei, ovviamente, non vedeva l’ora. Oltre alle classiche, vengono proposte piade all’olio d’oliva, insaporite  al rosmarino, al pepe nero macinato grosso, con noci, peperoncino, cerali, farro, farina integrale e l’elenco potrebbe continuare. Potrai inoltre scegliere tra ben 13 tipi diversi di sfoglia che altrove non troverai. E non è ancora finita perché, in alternativa alle piadine, la Lella offre 22 tipologie di cassoncini, cassoni grandi e triangolini di piade in tutti i gusti e abbinamenti.

      Una Lella per tre

      Le “case” della Lella a Rimini sono tre. Impensabile, a fronte della sua popolarità, l’idea di avere un solo locale.  

      E quindi, in viale delle Rimembranze, a Bellariva, nella via dove tutto ha avuto inizio, c’è la prima Lella, chiamiamola così, ispirata alle vecchie botteghe, quelle con le azdore che lavorano la piada. È il posto  giusto per chi ama i sapori tradizionali e l’atmosfera accogliente e casalinga. La Lella, proprio lei in persona, è fissa qui, per cui se vuoi fare uno spuntino al volo, all’insegna di una golosa tradizione, e poi fermarti a fare due chiacchiere con un’istituzione riminese, sappi che è qui che la troverai.

      In via Covignano, andando verso il centro città, Marina, la figlia della Lella, ha aperto il suo locale. Un posto diventato subito di tendenza, con gli arredi e gli ambienti che ricordano  le gastronomie di New York. La piadina è rigorosamente preparata secondo la tipica ricetta e gli ingredienti sono a km 0, ma qui si possono anche trovare altre sfiziosità, sughi pronti, mostarde, savour, torte e biscotti fatti in casa, vino e birra artigianale dei migliori produttori locali.

      L’ultima “casa” in ordine di tempo è quella che la Lella ha aperto al mare, in piazzale Kennedy, “la Lella al mare”, appunto. In  un ambiente accogliente e informale, con il profumo d’estate anche fuori stagione, potrai concederti uno sfizioso spuntino o decidere di ordinare la tua piada preferita da mangiare sotto il tuo ombrellone. Nello spazio esterno un giardino regala una piccola oasi di fresco in cui rifugiarsi nelle giornate estive più calde. 

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        Gelateria La Romana

        La Romana, gelati a Rimini dal 1947

        Gelati realizzati artigianalmente in Italia ed esportati nel Mondo

        Rimini, Piazza Ferrari 5, 47923 RN

        Gelateria La Romana (gelateriaromana.com) / Tel. +39 0541 384520

        Articolo di: Paola Russo Russo
        Lettura: 6 minuti

        Gelateria La Romana

        Per fronteggiare la voglia di freschezza, in estati che diventano sempre più calde, abbiamo a disposizione un rimedio antico e gustosissimo: il gelato.  Ma noi non ci accontentiamo di un gelato qualsiasi, noi cerchiamo quello della Romana. Rimedio antico e non per dire, se si pensa che la prima gelateria “Romana” nasce nel 1947, nel cuore del centro storico di Rimini, in Piazza Ferrari dove la sua prima e storica sede si trova ancora oggi, a due passi dalla famosa Domus del chirurgo, scoperta durante alcuni lavori nel 1989 e aperta al pubblico dal 2007. Nata dall’idea di un artigiano che voleva fare della sua passione una professione, prende il suo nome dalla figlia di quel primo imprenditore. 

        Pochi anni dopo, però, un altro imprenditore, Vito Zucchi, ne rileva l’attività e, pur avendo a disposizione pochi ingredienti, riesce a realizzare, grazie a una prodigiosa fantasia, un’enorme quantità di gusti, molti dei quali ancora oggi fiore all’occhiello dei vari punti vendita che si sono poi moltiplicati negli anni. 

        Tantissima strada di gelato si è fatta nel tempo se si pensa che, se la seconda gelateria venne inaugurata nel  1999, da Massimiliano Zucchi, figlio di Vito, da allora ad oggi, in giro per il mondo, si sono aperte ben altre 65 “Romane”, grazie alla straordinaria crescita a cui hanno lavorato Massimiliano e suo fratello Ivano.

        Adatto a :

        I golosi di gelato

        Durata :

        Fai in fretta che si scioglie 🙂

        Periodo consigliato :

        In estate, ma va bene tutto l'anno!

        Tradizione e novità hanno un unico gusto

        Raccontano Ivano e Massimiliano Zucchi, figli di Vito, che a spingerli a seguire le sue orme è stato il ricordo del profumo  dello zabaione che il padre preparava quando erano bambini. Volevano provare anche loro a mescolare col cucchiaio di legno e con l’energia del loro papà; allora gli sembrava che ci sarebbe voluta una vita a imparare. E una vita ci è voluta davvero,  ma hanno imparato ben oltre le aspettative, sognando il sogno del loro papà in modo ancora più grandioso.

        Da piccoli si sentivano privilegiati, perché loro erano i figli di quel gelataio che, per un cono di fiordilatte o crema, aveva sempre una fila lunghissima di bambini davanti al suo negozio. Il privilegio si univa al grande entusiasmo di poter aiutare nella preparazione e, a fine giornata, ricevere la loro ricompensa in gelato.

        La loro filosofia  rimane la stessa da allora: preparare gusti con i migliori ingredienti, una gioia per il palato dei più piccoli e un tuffo nel passato per i più grandi.

        Ma se è vero che ancora oggi i gusti vengono proposti rispettando la tradizione, seguendo le antiche ricette di una volta, con prodotti selezionati con estrema accuratezza, per i Zucchi della Romana tradizione non vuol dire immutabilità, anzi. Ogni mese vengono presentati tantissimi nuovi gusti, nel senso di una ricerca costante di abbinamenti sorprendenti e unici.

        Tradizione e novità si mescolano così in un unico gusto. E l’emozione è assicurata. 

        Componenti di gusto

        A questo punto non resta che procedere all’assaggio, per verificare la qualità  e la leggendaria cremosità per cui  da sempre  il gelato della Romana si distingue da tutti gli altri. Tra gli elementi che danno esclusivo valore al loro prodotto, proviamo a metterne in fila qualcuno.

        Primo fra tutti il latte biologico, proveniente da allevamenti certificati, per garantire sempre la genuinità. Le uova che utilizzano dal 2013, arrivano da galline di allevamenti esclusivamente a terra. La panna fresca è montata a frusta, nel rispetto delle ricette di un tempo, per ottenere maggiore corposità del prodotto. La frutta secca, lavorata con il metodo esclusivo della pestatura, un  procedimento in cui il prodotto viene pestato, ma non filtrato, conservando così  il gusto e tutte le note aromatiche del frutto. I pesti sono realizzati con nocciole di Piemonte IGP, pistacchi di alta qualità e mandorle d’Avola.
        La frutta fresca ha una fondamentale presenza nel gelato prodotto e, per mantenere il corpo e il gusto del frutto, rispettandone la  stagionalità, si cerca il più possibile di utilizzare frutta a km 0. Sempre dal 2013 sono state create tre nuove confetture biologiche, oltre alle 4 già presenti, per realizzare la farcitura delle crêpes.

        Il 2013 è stato davvero un anno di svolta anche nel senso di una scelta etica e sostenibile. Da allora, infatti, si è cominciata a percorrere una strada eco-friendly, per la quale la Romana viene annoverata tra le prime gelaterie in Italia ad aver utilizzato coppette compostabili. E il gelato è più buono anche per questo.

        Un gelato da ricordare

        Ogni giorno, in uno dei punti vendita della Romana in giro per il mondo, qualcuno va a lavorare sapendo che la sua missione sarà preparare dell’ottimo gelato fresco. Un gelato da ricordare. I gusti vengono realizzati ogni giorno nei  laboratori artigianali di tutte le gelaterie, con ingredienti super genuini. È una storia che ci tengono a raccontare anche per sensibilizzare le persone al consumo esclusivo di prodotti naturali, informando con grande chiarezza sul fatto che i gusti proposti sono prodotti con materie prime selezionate con cura. Sempre in quest’ottica, per garantire bontà e cremosità, i gusti vengono preparati a più riprese nel corso della giornata in modo che il tempo medio giornaliero di permanenza del prodotto nei singoli cestelli non superi le 3 ore circa. 

        Questa attenzione così speciale alla produzione va poi di pari passo con un’inesauribile creatività nell’inventare nuovi gusti per ogni occasione: il ‘150 anni dell’Unità d’Italia’ dal 2011 unisce la croccantezza delle nocciole del Piemonte con il tortino di cioccolato fondente, un gusto che fonde la storia e unisce i golosi ‘Federico e la sua Giulietta’ è il gusto che, ispirandosi  al sapore della torta di mele, un sapore avvolgente e senza tempo, rende omaggio alla storia d’amore di Fellini e della Masina, una coppia che rimane per sempre un grande classico. 

        Particolari, poi, sono i gusti dedicati finora a 6 nazioni del mondo. In questo viaggio attraverso i gusti, per la Spagna viene proposto  il tortino al dulce de leche; per la Romania, tra i più grandi produttori di frutta secca in Europa, il cremino al pistacchio; alla Germania è stato dedicato un gusto al frutto della passione, con l’aggiunta di composta di pesche; all’Austria è dedicato  il gusto sacher al caramello croccante; pastel de nata è stato creato in onore del dolce tipico del Portogallo; mentre doppio caramello al dattero è nato pensando ai Paesi Arabi come omaggio a questo meraviglioso  frutto tipico dei loro territori.

        La pasticceria fredda che scalda i momenti di festa

        Se ti chiedono di pensare a una festa di compleanno quando fa caldo e a una parola da mettere davanti a “gelato”, è certo che penserai a “torta”.

        Bene, ci hanno pensato anche quelli della Romana. E non si sono limitati alle parole. Semplici, autentiche e gustosissime, oltre ad avere la possibilità di una grande scelta e combinazione di gusti, le torte della Romana vengono preparate ogni giorno nei vari punti vendita. Incontrano i gusti e le esigenze dei clienti e sono personalizzabili, esattamente come un cono.

        Preparate con ingredienti accuratamente selezionati, montati in planetaria con panna fresca, sono estremamente leggere e digeribili, ideali per quando si deve chiudere un festeggiamento in dolcezza ma non si ha voglia di appesantirsi con un dolce classico.

        Al di là di quelle che conosci da sempre e che comporrai secondo la tua fantasia e i golosi suggerimenti dello staff della Romana, ci teniamo a farti un breve elenco di torte gelato particolari e gustosissime, che nascono con una grande novità nel 2017, quando viene creata una linea di dolci, inventati nel corso di una vita,  che si ispira ai fondatori di seconda generazione, ‘Anna e Vito’.

        È infatti nel ricordo dei dolci che preparavano in famiglia già nel ’53 che nasce Panama, alla cui preparazione partecipavano tutti, compresi i  bambini che riempivano le coppette con semifreddo allo zabaione e aromatizzato all’anice e, è proprio il caso di dire, come ciliegina sulla torta un’amarena intera. Zuccotto è creazione del 1968, un dolce con pan di spagna bagnato nell’alchermes, che conserva il sapore delle domeniche d’infanzia. Cri cri del ’75 è un cono fiordilatte, con la forma di piccole corna appuntite intinte  nel cioccolato fondente. Ricotta stregata arriva nel  1980, è un po’ complicato da preparare, essendo la ricotta di pecora, con cui viene preparato, un ingrediente estremamente delicato, eppure l’unico possibile per quell’inconfondibile sapore che la Romana ha saputo dare a questo dolce. 

        Per chi non vuole esagerare, ci sono invece le piccole porzioni di pasticceria, come “i dolci vasetti della storia”, ovvero piccoli assaggi di torte proposte in monoporzione, i bon bon, i crumbles e infinite altre golosità. Anche per le festività del calendario la Romana ha le sue proposte, preparando pandori, panettoni, colombe, tronchetti e torte alla mimosa.

        Queste sono solo alcune delle possibilità, altre potrai scoprirle andando a vedere di persona. E ovviamente, come sicuramente avrai capito, non ti limiterai a guardare.

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        Conoscere da vicino i luoghi e il territorio, avvicinarsi alla genuinità dei gesti e dei sapori semplici…

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          Festival Del Mondo Antico

          Home / Emilia Romagna / Eventi

          Festival del Mondo Antico: la storia diventa presente

          L'evento a Rimini che invita a riflettere sul passato per interpretare meglio il presente

          Articolo di: Redazione
          Lettura: 3 minuti

          Rimini è una località che offre diverse tipologie di intrattenimento ai suoi visitatori. E’ famosa per il divertimento, il mare e le sue spiagge ma ha anche un patrimonio storico-artistico incredibile che anno dopo anno viene reso vivo e portato sempre più all'attenzione, anche con festival come Il Festival del Mondo Antico.

          Per questo motivo il Comune di Rimini, negli ultimi anni, sta cercando di valorizzare il territorio e i suoi musei, organizzando attività ed eventi nel centro storico della città e non solo. Il Festival del Mondo Antico è proprio una di queste iniziative. Nasce dall’idea che la conoscenza del passato è un presupposto fondamentale per interpretare il presente.

          Come ospiti, sono chiamati ad essere presenti i migliori esperti in qualità di storici, giornalisti e scrittori in una serie di eventi: spettacoli, visite guidate, presentazioni di libri, conferenze e laboratori. Un’opportunità per tutti: studiosi, docenti ma anche appassionati e famiglie! 

          Il Festival si svolge principalmente a Rimini ma coinvolge anche le città di Riccione, Verucchio, Cattolica e Santarcangelo.

          [Foto ufficiali Festival da Comune di Rimini]

          Studia il passato se vuoi prevedere il futuro

          Confucio

          Adatto a :

          Tutti, grandi e piccini, curiosi e appassionati

          Mezzo :

          Evento accessibile a tutti previa prenotazione

          Durata :

          Dal 30 giugno al 21 luglio 2023

          Un modo diverso di imparare

          La scuola ci insegna ad ascoltare e a studiare da seduti. Ma sapevi che si impara meglio e si assorbe molto di più guardando e partecipando, in modo interattivo e dinamico? Per questo al Festival del Mondo Antico non mancano visite guidate per tutti e attività creative per i bambini.

          La memoria del tempo - Edizione 2023

          Dal 30 giugno al 21 luglio 2023, torna la XXV edizione del Festival. Quest’anno il tema centrale è quello de La memoria del tempo che, innanzitutto, richiama la missione storica del Festival, che sin dalle sue origini si è dedicato al ricordo come strumento di conoscenza. Inoltre, il titolo solleva il tema di come l'umanità abbia preservato tracce del passato per affrontare le sfide del presente: queste testimonianze storiche ci aiutano a costruire e gestire il nostro tempo, a volte anche ad esorcizzare le ombre che lo minacciano.

          Il Festival si pone, così, come un ponte tra passato e futuro, incarnando sia la continuità di una tradizione consolidata, sia la capacità di innovazione.

          La storia e l'immagine del Festival

          Il Festival del Mondo Antico nasce nel 1999 come Antico/Presente: una serie di conferenze e letture di testi classici dalla Biblioteca Civica Gambalunga. 

          Nel 2005 è diventato Festival, con lo scopo di valorizzare il patrimonio storico-artistico e archeologico di Rimini e dintorni, in un dialogo fra passato e presente. 

          Da quando si è trasformato in Festival del Mondo Antico, l’immagine simbolica è quella di un disco colorato con delle creature marine: un’orata, uno sgombro e un delfino.

          Si tratta di un’immagine del famoso pinax, una lastra vitrea con preziosi inserti colorati a mosaico emersa nella Domus del Chirurgo di Rimini. E’ stata poi reinterpretata ad acquerello nel 2018 da Sergio Tisselli che ha immortalato la bellezza dell’originale con un tocco di modernità.

          Si può fare cultura in modo leggero e divertente

          Le attività in programma sono tantissime: ci saranno presentazioni di libri, conferenze, percorsi tra museo e città… ma manca qualcosa? Ebbene sì, c’è anche uno spazio per i più piccoli

          Sappiamo come sia difficile appassionare i bambini alla storia. Per loro, quindi, è stato creato il Piccolo Mondo Antico. Una sorta di Festival nel Festival, un’occasione per scoprire il passato in un modo simpatico e originale. Tante attività e i laboratori in cui possono dilettarsi: cacce al tesoro, decorazioni di ceramica, realizzazione di mosaici, costruzione di oggetti sonori e tanto altro. 

          Un modo per imparare in modo facile e leggero. 

          Un programma interessante 

          Il Festival si rivolge a tutti e presenta un programma molto ampio e diversificato. Le varie attività si svolgono a Rimini, ma anche al Museo della Regina di Cattolica, al Museo del Territorio di Riccione, al MUSAS e al Teatro Titano di San Marino.

          Le proposte sono:

          • conferenze serali
          • frammenti di archeologia
          • presentazione di libri
          • percorsi tra museo e città
          • attività e laboratori per bambini

          Sarà un’esperienza formativa per tutti e un bagaglio culturale valido per tutta la vita. 

          Per poter partecipare alle attività è necessario prenotare. Per info e prenotazioni: festival.antico@comune.rimini.it

          Longiano

          Home / Emilia Romagna / Borghi e Castelli

          Longiano, borgo romagnolo e bandiera arancione

          Il paese tra Rimini e Cesena famoso per le ciliegie e il Teatro Petrella

          Articolo di: Redazione
          Lettura: 3 minuti

          Ad un’altitudine di 179 metri sul livello del mare, sorge Longiano. Situato nell’appennino Cesenate, il borgo è l'ideale per chi vuole ammirare un panorama suggestivo, a tratti pittoresco.
          Il paese ha origini medioevali, e ha ottenuto la bandiera arancione del Touring club dal 2005 per la sua ottima conservazione, offrendo numerose testimonianze storiche e artistiche, tutte da scoprire. 

          I primi insediamenti umani a Castro Lonzano (nome del paese negli anni 1000) risalgono all’età del ferro, dove la gente si rifugiava a causa degli attacchi dei barbari.
          Nella sua grande storia, seppur geograficamente vicino a Cesena, Longiano è sempre stata sotto la signoria dei Malatesta di Rimini, che la governarono dal 1295 al 1463. Tanti furono i tentativi del popolo cesenate per cercare di riportarla sotto il loro controllo, come la distruzione del suo castello, che non portò ai risultati sperati. Dopo la morte dell’ultimo regnante, Longiano subì un periodo travagliato, fatto di prese di controllo da diversi regni, finendo con la tanto attesa liberazione verso la fine della Seconda guerra mondiale.

          Adatto a :

          A chi è incuriosito dai borghi

          Mezzo :

          A piedi

          Periodo consigliato :

          Estate e Inverno

          Fondazione Tito Balestra

          La fondazione Tito Balestra, che ha lo scopo di conservare la collezione del poeta, custodisce anche tesori d’arte del novecento. Opere di artisti di fama internazionale tra cui Guttuso, Goya, Matisse, Kokoschka, Chagall, Morandi e De Pisis.

          Tra castelli e panorami

          Si può pensare che Longiano, come piccolo borgo, non abbia tanto da mostrare di particolare ai suoi visitatori. Ma la verità è un'altra: il paese è ricco di attrazioni incantevoli, soprattutto di stampo medioevale, e riserva tante altre sorprese. Passeggiando per i suoi vicoli ben tenuti, arriverete al primo punto di interesse: il castello.

          Il castello di Longiano, chiamato anche fortezza malatestiana, aveva fondamenta già presenti nel XI secolo, ma la vera e propria fortezza fu costruita durante la Signoria. È stato sede del municipio fino al 1989. Una visita qui è d’obbligo perché, oltre a visitare l’interno e la torre civica, potrete semplicemente godervi la vista panoramica dal suo cortile. Il castello è attualmente anche sede della fondazione Tito Balestra Onlus, dedicata al poeta che nacque proprio nel paese.

          Poco distante dalla fortezza, potrete visitare il Museo del territorio, istituito nel 1986 grazie ad una donazione dei cittadini. Esso espone oggetti che ricordano le tradizioni locali, la sua storia e la vita quotidiana.
          Per gli amanti dell’arte, non potete perdervi la Galleria delle maschere, ospitata dal vecchio convento di San Girolamo, dove in un lungo corridoio potrete ammirare sculture di bronzo create dall’artista Domenico Neri che allegorizzano le maschere più famose della commedia dell’arte.

          Dove gli artisti trovano maggior esposizione

          Un luogo sacro, dove l’arte e di conseguenza i suoi artisti si sentono come a casa, e che se sei appassionato devi assolutamente visitare, è il Teatro Petrella, esempio perfetto di teatro all’italiana.

          Nel passato c’era un teatro nella Piazza dei cappuccini, odierna Piazza Malatesta, ma nel 1850 fu dato un incarico all’ingegnere Abbati per la costruzione di una scena da 500 posti. Fu proposto come luogo ideale l’ex convento di San Girolamo, ma si attesero un po’ di anni, poiché il progetto presentava notevoli differenze. Nel 1863 Giulio Turchi presentò un’idea simile a quella di Abbati, ma con dimensioni ridotte, e fu accolta. I lavori iniziarono nel 1864 con grandi sacrifici a livello economico da parte del comune. Nacque così il Teatro Petrella.

          Inaugurato nel 1870 con l’opera ‘I promessi sposi’ di Enrico Petrella, al quale il nome del luogo è ispirato. Fu restaurato successivamente nel 1986. Il teatro caratterizzato da 205 posti, distribuiti in due ordini di palchi e un loggione, ma la sua più grande dote è l’acustica superba.

          Le opere a cui assisterai sono tantissime e meravigliose, grazie all’incredibile palinsesto colmo di eventi e spettacoli. Ce n’è per tutti i gusti!

          Le migliori feste del paese

          E come da buona tradizione che si rispetti, non possono mancare le feste e le sagre tipiche della cultura locale. A luglio potrete assistere alla sagra ‘vini e sapori in strada’, dove gusterete i vini tipici dell’entroterra romagnolo e le pietanze caratteristiche.

          Inoltre, sempre nello stesso mese si celebra la settimana longianese che vede protagonisti concerti e stand gastronomici.

          Per gli amanti delle ciliegie, proponiamo la Sagra della ciliegia, che si festeggia nel borgo i primi giorni di giugno. Lì troverete la mostra pomologica, tante ciliegie e prodotti tipici.

          Per il divertimento di famiglie e i bambini sono previsti spettacoli, animazione e intrattenimento. Ci sono anche accampamenti medioevali al Giardino Bianchi, tanti supereroi e stand gastronomici in piazza San Girolamo. Il periodo invernale è molto affascinante da queste parti, infatti a dicembre, quando passerete per il paese potrete assistere a ‘la Longiano dei Presepi’, un’importante tradizione che la vede piena di centinaia di natività, che addobbano le strade del centro storico.