Nud e Crud

Nud e Crud

Gran gusto nel bistrot più colorato del Borgo

Viale Tiberio 27/29, 47921 Rimini RN

Nud e Crud / Telefono: 0541 29009

Articolo di: Redazione
Lettura: 3 minuti

Non tutte le piadine sono uguali e i locali si riconoscono anche dalla precisa caratteristica che ognuno assegna alla sua ricetta. Da più di dieci anni, la piadina del Nud e Crud fa innamorare i palati più esigenti, subito pronti ad ordinarne un’altra per assaggiare questa sfoglia leggera e friabile in più di una proposta.

Tutti preparati con ingredienti di prima qualità, selezionati a chilometro vero.

Adatto a :

gli amanti della cucina romagnola

Mezzo :

bici e monopattino nel Borgo San Giuliano

Periodo consigliato :

tutto l'anno, in estate all'esterno

Una filosofia a chilometro "vero"

Oltre alla piadina qui si possono assaggiare altri piatti tipici della tradizione romagnola, tutti preparati con ingredienti di prima qualità, selezionati a chilometro vero. Qui infatti tutto ènudo e crudo” nel senso di genuino, schietto e sincero, anche quando si spinge oltre il territorio, alla ricerca di prodotti unici per la loro identità e tutti provenienti da filiere di produzione rintracciabili.

La piada made in NudeCrud

Dalle farine biologiche tradizionali come quelle al farro del Mulino ad acqua Ronci, allo Squacquerone di Romagna DOP di San Patrignano, dalle pregiate carni del Montefeltro agli affettati scelti nelle migliori aziende locali, dalle verdure dello storico Mercato Coperto ai sardoncini dell’Adriatico, ogni ingrediente farà delle piade made in Nud e Crud una proposta unica che potrai trovare solo qui. Con sardoncini spinati, calamari, tonno, oppure con prosciutto crudo, squacquerone e rucola, cipolla stufata, mora romagnola, carne di chianina dop; con verdure grigliate, gratinate, patate e mozzarella, la piadina e i cassoni del Nud e Crud troveranno sempre il modo di stupirti, facendoti scoprire i sapori autentici della Romagna. Potrai inoltre scegliere l’impasto fra diverse tipologie di grani antichi, tutti lavorati con acqua di sorgente Galvanina e olio extra vergine di oliva della ditta Pasquinoni, senza lieviti aggiunti.

Tutta la varietà a tavola

La stagionalità e il rispetto degli ingredienti, oltre ad essere alla base di tutti i piatti, sono forma di gratitudine e riconoscenza verso la nostra terra, così ricca e generosa. Oltre a piada e cassoni, da Nud e Crud c’è tanto altro.

Il menù della tradizione varia stagionalmente, prendendo ciò che madre natura ci regala e trasformandolo in piatti unici, ma ci sono alcuni piatti mitici (oltre che tipici) che puoi chiedere in ogni momento dell’anno: tagliatelle al ragù e  piselli, ravioli burro e salvia, cappelletti in brodo (che vanno bene in ogni stagione), gnocchi pomodoro e basilico e tanti altri.

Da Nud e Crud non lasciano indietro nessuno. Per questo troverai un’ampia gamma di prodotti senza glutine o lattosio, oltre a gustose proposte vegetariane.

Ogni pasto potrà essere accompagnato da vini italiani di qualità, ottime e selezionate birre artigianali, spume o gassose dell’antica impresa marchigiana Pollenza, in attività dal 1922.

Non possono mancare i dolci, rigorosamente fatti in casa: tortino al cioccolato, mascarpone, crema catalana o la famosissima mattonella della storica gelateria Marselli.

Colore e design nel cuore del Borgo

Il progetto di Barbara Vannucchi, architetta riminese di grande esperienza, ha dato al locale un'anima ben definita, l'arredo comincia da fuori, con il perimetro del dehor che si affaccia sull'affascinante Ponte di Tiberio, fatto di piante accuratamente scelte per delimitare la pedana, tavoli e sedie in ferro battuto che riempiono di colore ogni spazio.

Entrando nel locale si respira subito un’aria autentica, grazie alla scelta di tenere in bella vista la grande cucina sempre in fermento. Ogni elemento, scelto con cura e gusto, rende il Nud e Crud l’ambientazione perfetta per una sosta di piacere per gli occhi e il palato, nello storico Borgo San Giuliano.

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    Panenostro Lab

    Panenostro Lab

    Colazioni e brunch naturali

    Viale Amerigo Vespucci 71, 47921 Rimini RN

    Panenostro Lab / Telefono: 0541 22508

    Articolo di: Redazione
    Lettura: 2 minuti

    In Piazzale Kennedy nel cuore pulsante della vita di Marina Centro di Rimini, si trova il Panenostro Lab, al piano terra dell’Hotel Villa Rosa Riviera. Qui, un po' nascosto ai più, ma ben visibile a chi sa cercare i luoghi con un'anima, si cela un posto segreto.

    Da Panenostro si trova una colazione fresca, sana ed equilibrata. Qui potrai assaggiare anche i raffinati brunch del locale, tutti preparati con materie prime biologiche.

    Adatto a :

    chi sceglie la colazione sana

    Mezzo :

    bici, monopattino o autobus

    Periodo consigliato :

    tutto l'anno

    Ingredienti di prima qualità

    Pomodori, pesche, meloni, fragole, arance, ciliegie, albicocche, cocomeri, ribes… Farina, latte, uova, sciroppo d’acero, cacao, caffè… Uova, bacon, salumi e formaggi di prima qualità. Ma non solo, Panenostro è un laboratorio di qualità e di sperimentazioni naturali.

    Panenostro non lascia niente al caso: dalla selezione alla lavorazione, nel rispetto della stagionalità e delle nostre campagne, i piatti nascono con l’intento di regalarti sapori da ricordare, fornendoti i principi nutritivi di cui hai bisogno… Arricchiti con erbe profumate e sali, per esaltare i benefici e il gusto di ogni ingrediente.

    Il menù

    Dai profumati pancake alle brioche farcite, dai waffle più colorati e divertenti alle crostate integrali, Panenostro sarà in grado di soddisfare la tua voglia di dolce… Ma anche quella di salato!

    Con gli sfiziosi toast e le freschissime bowl, potrai scegliere il modo migliore per iniziare la tua giornata. Il tutto sarà condito con frutta e verdura di stagione, inseguendo contrasti e assonanze sapientemente studiate per regalare stupore ed essenza ai propri ospiti.

    Immergersi nella natura

    Una sala luminosa, bianca ed essenziale, un dehor sopraelevato, poltrone e sedie in vimini, il tutto adornato con piante rampicanti, esotiche o fiori, in perfetta armonia con i piatti proposti.

    La cucina a vista azzera le distanze tra chi prepara e chi mangia. Accoglienza e convivialità sono alla base del concetto “Panenostro”, una miscela di gusti ed esperienze che uniscono natura e persone

    Panenostro è speciale per chi sa vedere al di là di quello che c'è, al di là dell'apparenza, entrando nella sostanza del gusto.

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      Fermata Est

      Fermata Est, la steakhouse urbana

      Il locale che porta in tavola pizza, birra e carne di alta qualità 

      Via Circonvallazione Meridionale 41, 47923 Rimini RN

      Via 8½ (1963), 47921 Rimini RN

      Fermata Est / Telefono: 0541 718697

      Articolo di: Paola Russo Russo
      Lettura: 2 minuti

      Tra i locali più frequentati dai riminesi ce n'è uno imprescindibile: Fermata Est, un posto in cui incontrarsi, bere qualcosa al volo, o gustare le proposte della sua buona cucina.

      Alla Fermata Est non ci si annoia mai. Appena arriva la bella stagione, il locale si trasforma in “Fermata Estate”, portando qualità, entusiasmo e passione anche nella sede estiva al nuovo Parco del Mare.

      Adatto a :

      amanti della pizza e della notte

      Mezzo :

      in bici è tutto più semplice!

      Periodo consigliato :

      d'inverno in Centro e... D'estate al Mare

      Cucina e gusto, tradizione e mondo

      La pizza, preparata sotto lʼattenta direzione di Gianmaria Giorgetti, un maestro dellʼarte bianca, rappresenta uno dei punti forti del locale. Alla pala, al piatto o al padellino, ce nʼè davvero per tutti, grazie all'accurata selezione di farine estratte da grani nazionali, nord europei e le diverse granulometrie ricche di fibre che caratterizzano le diverse tipologie di impasti.

      In cucina, invece, batte il silenzioso cuore di Josper, il fiore allʼocchiello della steakhouse: forno di origine spagnola, che utilizza lʼantichissimo metodo di cottura lenta alla brace senza fuoco, per cuocere succulenti tagli di carne in modo uniforme, conservando i loro succhi naturali, mantenendone intatti morbidezza e gusto.

      La carne della Fermata Est va assolutamente provata, con le materie prime che arrivano dalle più rinomate praterie del mondo: Heritage e Black Angus canadesi e Meadow irlandese, senza dimenticare le prestigiose italiane provenienti dalle campagne marchigiane, da condire con un giro dʼolio buono e un pizzico di sale grosso.

      Non c'è gusto senza birra!

      Alla Fermata Est, da bere, non può mancare il migliore degli accompagnamenti: la birra.

      Con una selezione di ben sedici tipologie differenti, unʼampia gamma di birre pastorizzate e artigianali. Spiccano anche etichette premiate a livello europeo, come la tedesca König Ludwig Hell, capace di abbinarsi davvero a tutto.

      Malto d'orzo selezionato, luppoli aromatici e acqua di sorgente di alta qualità, conferiscono alla birra un sapore caratteristico ed equilibrato.

      Le cose buone non hanno segreti ma vanno custodite, infatti qui si trova un tesoro inestimabile, una cella “nascosta”, dove un impianto di spillatura ad arte suona i fusti come un'orchestra.

      Ma la buona bevuta non finisce a tavola, perché prosegue attorno al fantastico bancone, vero e proprio simbolo del locale, centro di gravità della parte più animata della serata, dove una squadra di affiatati professionisti è sempre pronta a miscelare con cura i tuoi drink preferiti, fino a tarda notte.

      Il design

      Design industriale per un luogo di incontro informale e conviviale. Gli interni del locale, che di innovativo ha davvero tutto, fanno trasparire il carattere e le scelte di Lorenzo Spadazzi, proprietario con una visione all'avanguardia che ha fatto di Fermata Est un punto di ritrovo per moltissimi riminesi, durante tutto l'anno. Legno, acciaio e travi a vista, conferiscono al locale quell’atmosfera urbana da grande città, per sognare e viaggiare non soltanto con il palato.

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        Sigep, The Dolce World Expo

        Home / Emilia Romagna / Eventi

        La fiera più dolce del mondo: SIGEP Rimini

        Dal cioccolato al caffè, dalla panificazione al gelato: i deliziosi percorsi al Dolce World Expo

        Articolo di: Redazione
        Lettura: 2 minuti

        Se vuoi conoscere tutti i segreti del mondo del dolce, non puoi perderti la 44° edizione di SIGEP, The Dolce World Expo che quest’anno si svolge in contemporanea con AB Tech Expo, il Salone Internazionale delle Tecnologie e Prodotti per la Panificazione, Pasticceria e Dolciario.

        Aziende e professionisti, esperti del settore, ma anche anche famiglie e curiosi: tutti sono i benvenuti alla fiera più dolce che ci sia!

        [Foto ufficiali Sigep.it]

        Adatto a :

        Tutti i golosi

        Mezzo :

        In bus o in treno è comodissimo!

        Gusti davvero... strani!

        Tra i gusti di gelato più strani presentati al SIGEP troviamo: formaggio greco e pomodoro, banana java, hummus, brioche e granita, trolls, avocado, latte blu, arancia curcuma e peperoncino, frutta secca e melograno, gelso rosso e bacche di mirto...e tu li proveresti?

        Gelato e pasticcini, i veri protagonisti

        Disposti su 129.000 mq, da visitare in 5 giornate, tra gelati di ogni gusto, pasticcini di ogni forma, macarons di ogni colore e veramente tantissime varietà di caffè: non manca proprio nulla.
        Il SIGEP è l’appuntamento immancabile per scoprire tutte le ultime novità, tendenze ed innovazioni del Foodservice del Dolce: attrezzature, materie prime, arredamento, packaging, ingredienti e servizi sono solo una parte di ciò che compone questa lunga catena per realizzare un dolci deliziosi.

        La storica sezione del gelato raccoglie le più importanti aziende del settore nel mondo e si presenta con tantissimi tipi di gelato, tutto artigianale, da leccarsi i baffi; mentre nella zona pastry vedrete pasticcini di ogni tipo: dal pistacchio, alla fragola, alla scorza d’arancia al classico cioccolato che non può mai mancare.
        Un autentico spettacolo per gli occhi e per la gola! E chiaramente non mancheranno gli imperdibili assaggini gratis.

        Un percorso di gusto

        I visitatori vengono guidati alla scoperta di percorsi tematici focalizzati su 5 principali settori: Cioccolato, Pasticceria, Panificazione, Gelateria e Caffè per un totale di 28 padiglioni ed oltre 1.000 espositori.

        La Fiera è un punto d’incontro per dialogare con aziende e professionisti del settore, per confrontarsi sugli scenari del comparto ed un’occasione di business, networking, oltre che di aggiornamento professionale e di condivisione del proprio sapere.

        Tappa da non perdere è sicuramente il cioccolato: macchinari per la sua produzione e lavorazione, eventi, concorsi e dimostrazioni dedicati al preziosissimo “cibo degli Dei”, sin dai tempi dei Maya.

        Non mancheranno poi aree speciali come l’Innovation Gallery, che punta i riflettori sulle novità di prodotto e servizi presentate dagli espositori; l’area start-up per i giovani imprenditori ed infine la buyers lounge, ovvero un’area esclusiva riservata ai buyer internazionali invitati da IEG in collaborazione con Agenzia ICE.

        L'arte "Bianca"

        Dopo il successo del 2020 torna al SIGEP il comparto industriale e artigianale dedicato alla panificazione. Dall’impasto alla lavorazione, fino a lievitazione, cottura, raffreddamento, taglio ed imballaggio finale, compresi tutti i servizi che seguono la qualità del processo.

        Torte salate, cornetti, pizza e pane di ogni tipo con le proprie specialità regionali, dalla tigella al pane nero, dal parrozzo ai grissini, dalla focaccia alla biga, davvero non ne mancherà nessuno.

         Uno show internazionale

        SIGEP significa anche talento e spettacolo, per questo ogni anno vengono promossi l’innovazione e l’eccellenza del Dolce in tutto il mondo con specifiche arene che fanno da palcoscenici dinamici.
        In particolare in Fiera sarà possibile vedere:

        • DOLCE ARENA nel quale si svolgono: Gelato World Cup, Campionato Mondiale di Pasticceria Juniores e Campionato Mondiale The Pastry Queen
        • GELATO ARENA e CHOCO ARENA dove si svolgono Talks e Demo
        • PASTRY ARENA nella quale si potrà assistere a: Campionato Italiano Seniores, Campionato Mondiale Juniores e SIGEP Giovani
        • COFFEE ARENA nella quale prenderanno luogo 7 Campionati Italiani Baristi
        • BAKERY ARENA dove si svolge la Bread in the City, ovvero il Concorso Internazionale di Panificazione
        • VISION PLAZA che rappresenta un faro per le macro-tendenze del foodservice dolce

        Biberius, Enoteca a Rimini

        Biberius, una degustazione di classe per tutti

        Il locale del Borgo che fa da ponte tra la Storia e il buon vino

        Rimini, Via Ortaggi 12 - 47921 RN

        Biberius - Enoteca a Rimini / Tel. 0541 718880

        Articolo di: Paola Russo Russo
        Lettura: 5 minuti

        Rimini inizia a raccontare la sua storia già dalla sua antichissima pianta romana, che taglia il centro storico in due segmenti, ancora oggi cuore dell’urbanistica della città: il cardo e il decumano. Quest’ultimo percorre tutto il Corso d’Augusto, dall’Arco di Augusto al Ponte di Tiberio. E proprio da qui, addentrandosi nel più suggestivo Borgo di Rimini, il Borgo San Giuliano, in una bellissima piazzetta pedonale, si trova il Biberius.

        È il posto giusto per una pausa di bellezza, l’enoteca senza porte e pronta ad accogliere non solo fini intenditori e sommelier. A essere selezionati sono invece i vini: dal rosso al bianco, dal fermo alle bollicine, di cantine locali o di eccellenze nazionali, ogni bicchiere merita di essere assaggiato. Al Biberius si riprende possesso di un tempo lento e il ritmo frenetico di giornate senza sosta rimane fuori.

        Adatto a :

        Tutti gli amanti del buon vino. Che la porti da casa o la incontri qui, la compagnia sarà sempre quella giusta

        Durata :

        Un aperitivo degustazione

        Periodo consigliato :

        Un bicchiere al giorno fa bene e in inverno aiuta a scaldarsi

        L’inizio del sogno

        Il 15 dicembre 2019 il Biberius ha raccolto il testimone dall’Enoteca del Teatro, già mitico punto di ritrovo e di riferimento del Borgo grazie all’accurata gestione di due imprenditori appassionati e capaci. Da allora ha mantenuto lo spirito del luogo, impegnandosi a ricreare ogni giorno un posto del cuore, in cui non si degusta solo del buon vino ma si costruiscono relazioni e ricordi, si condividono momenti, si conversa recuperando il gusto di incontrarsi anche per caso, in un appuntamento che sa di buono e di valori sempre vivi. Non è raro vedere arrivare qui qualcuno per un bicchiere in solitaria e poi ritrovarsi insieme, in tavoli che si uniscono con schietta naturalezza. Profumi, sapori, colori, e soprattutto emozioni sono le parole chiave.

        “Un’enoteca è come un ponte, unisce. Qui da noi Il Ponte unisce la Valmarecchia e i suoi prodotti con quelli dell’Adriatico e quelli della Romagna con l’Emilia, che di qui parte con la sua via di eccellenze uniche al mondo. Un posto vero, dove acquistare tante etichette selezionate con cura e bere ottimi calici di vino” Giuliano Canzian

        La filosofia del proprietario deriva da un suo personale progetto di territorialità, tradizione, qualità, originalità ed attenzione al dettaglio che si ritrova in ogni angolo del locale: colori chiari, spazi caldi ed accoglienti, bottiglie esposte, personale affabile, con la sensazione di essere padroni di una bellissima casa insieme agli amici di una vita.
        Sono circa 150 le etichette tra le quali scegliere in una location davvero eccezionale: nell’antico e colorato Borgo San Giuliano, che si sviluppa in antiche stradine con le case basse, il ricordo di chi le ha abitate a fare da targa e racconto, tra bellissimi murales che ne fanno un museo a cielo aperto in cui viene celebrato il cinema, i mitici personaggi del passato, l’anima marinara del quartiere. Per conoscere la magia di questa atmosfera, bisogna solo oltrepassare il Ponte e lasciarsi incantare dal Borgo.

        Non solo vino, non solo bere

        All’enoteca Biberius non c’è solo vino!

        Giuliano Canzian sa che per un perfetto aperitivo il bere non basta, per questo si adopera per servire anche prodotti di qualità, sia del territorio che nazionali.
        Formaggi di Roncofreddo, Blu di Montefeltro, pecorino semi stagionato con zafferano e spezie, caprino di fossa, mortadella Favola, prosciutto crudo e cotto, salame e tanti altri salumi lavorati e stagionati al meglio nella bottega di Enzo e Nadia, che nella macelleria di Secchiano ci lavorano da sempre e sui quali Giuliano conta per portare in tavola l’eccellenza.

        Tra i più importanti principi di questa arte dell’armonia tra cibo e buon bere, c’è quello del contrasto degli elementi, bilanciando la sapidità del piatto con la morbidezza del vino grazie alle loro strutture; le sensazioni morbide, la grassezza e l’untuosità che vanno compensate e valorizzate dalla freschezza, dall’acidità e dall’effervescenza; mentre la succulenza viene compensata da un lieve effetto di astringenza.

        Per gli amanti della birra c’è ovviamente una buona proposta, con una selezione certamente meno ricca rispetto a quella dei vini, ma accurata nello stesso modo.

        Attenzione alla classificazione e alla storia

        Oltre alla qualità dei prodotti, l’attenzione dell’enoteca Biberius è rivolta anche alla classificazione dei vini o al metodo con cui vengono serviti, oltre che alla storia dei produttori. Ogni bottiglia, infatti, ha qualcosa da raccontare, e lo sa bene Giuliano Canzian che ha saputo mettersi in ascolto di ognuno di quei vini. È la suggestione che si nasconde in ogni calice che il Biberius presenta ai propri clienti nell’antico Borgo di Rimini.

        Dai più classici, rosso, bianco, rosato, fino a sperimentare nuovi sapori e nuove frontiere con melograno, cacao, liquirizia, arancia, biancospino, e molto altro, all’appello dei vini presenti non manca nessuno. Offrono la possibilità di degustazioni non convenzionali, attente e visionarie e ciò porta a coinvolgere molti attori del panorama enologico italiano.

        Per chi avesse voglia di scoprirne i segreti, dal perché i vini hanno colori diversi, fino a conoscere tutte le tipologie di bicchieri in cui gustare i diversi tipi di vino, c’è anche lo spazio per la conoscenza. Il personale e Giuliano in persona non si sottrarranno a offrire il valore aggiunto delle cose, quelle che impariamo ascoltando con curiosità, il sale di ogni esperienza. Anche del bere.

        Per ogni vino ci vuole un bicchiere diverso, ce ne sono ben 15 tipologie dal “flûte”, per prosecchi, spumanti frizzanti, secchi o semisecchi; al “ballon”, per vini di medio corpo; passando dal “tulipano”, per vini giovani e leggeri; fino al “sautern” per chi vuole meditare o accompagnare un buon dolce…come abbiamo detto ogni dettaglio è pensato per la perfezione.

        Dai 3 passi della degustazione al BicNic

        Se è vero che non possiamo essere tutti sommelier, è anche vero che per permetterci di godere di una “degustazione” basta una conoscenza di base da imparare seduti davanti a un buon bicchiere. All’enoteca Biberius, dai più esperti ai profani, si può fare un viaggio nel piacere del vino partendo dalla vista, apprezzando i vini anche da come risalta la loro trasparenza e colorazione; poi si prosegue con l’olfatto, imparando a distinguere dolce e secco, spingendosi fino a riconoscere il grado di acidità, morbidezza e vivacità; infine il sapore, tenendo un sorso di vino in bocca per qualche secondo e lasciandosi trasportare dalle sensazioni e dalle emozioni che sa comunicare.

        Assaporare un vino è un’esperienza unica, più bella quando puoi farla in un posto speciale condividendola con le persone giuste. È il sapore in più che al Biberius si trova sempre.

        Un’esperienza che, in occasioni particolari, come durante l’ultima notte di San Lorenzo, può diventare felicità da asporto: durante questi eventi e su prenotazione, concordando la consegna e scegliendo la bottiglia del proprio vino preferito, viene consegnato un cestino con calici, formaggi e salumi accompagnati da pane o spianata, posate, telo e tovaglioli, sotto l’ombra di un albero nel vicino parco o in riva al mare. 

        Il Biberius permette uno straordinario percorso sulla via del gusto che va dalla Romagna al Veneto, fino al Trentino, e così via, perché bere del buon vino è un meraviglioso modo per viaggiare stando fermi.

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        Conoscere da vicino i luoghi e il territorio, avvicinarsi alla genuinità dei gesti e dei sapori semplici…

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          Natale a Rimini

          Home / Emilia Romagna / Eventi

          Natale sotto le luci di Rimini

          L’atmosfera natalizia tra mercatini, presepe di sabbia, danze e cultura a pochi passi dal mare 

          Lettura: 3 minuti

          Quest'anno Rimini s'illumina per le feste con "Il Sogno del Natale", l'illuminazione che si estende per più di 90 chilometri tra Miramare e Torre Pedrera.

          L’accensione delle luci, avvenuta il 25 Novembre, illumina ora la strada a festa, attraversando borghi ricchi di storia e cultura nella capitale della piadina. Sono l’oro, il rosso e il bianco a fare da cielo ai riminesi e ai turisti che decideranno di farsi coccolare dalle dolcezze della riviera.

          Mezzo :

          Comodamente a piedi

          Durata :

          Dal 24 Novembre 2023 al 7 Gennaio 2024

          Periodo consigliato :

          Tutte le feste di Natale

          Il Fellini Museum

          Se vuoi visitare Rimini sotto una veste diversa non puoi saltare l’appuntamento al museo “diffuso” di Fellini. Sono tre i luoghi che accompagnano questa visita: Castel Sismondo, Il palazzo del Fulgor e la Piazza dei Sogni dove poter entrare a far parte di un’esperienza immersiva tra le pellicole del Maestro del cinema.

          Una distesa di luci sulla Riviera

          È ufficialmente iniziato così il Natale riminese che conterà su più 200 appuntamenti della tradizione in attesa del Capodanno più lungo del mondo. Non mancheranno concerti di Natale, canti, spettacoli circensi, danze che renderanno indimenticabile ogni momento di queste feste.

          Dagli angeli luminosi tridimensionali che vegliano sull’Arco d’Augusto, al maestoso veliero in Piazzale Boscovich ogni angolo di Rimini sarà luccicante.

          Il Mercato dei Sogni

          “Quando ero bambino, erano la luce dell’albero di Natale, la musica della messa di mezzanotte, la dolcezza dei sorrisi a far risplendere il regalo di Natale che ricevevo”
          Antoine de Saint-Exupèry, Il piccolo principe

          E quale miglior modo di trovare un perfetto regalo di Natale, come ci dice Antoine, se non al Mercato dei Sogni del Natale?

          I mercatini saranno una presenza fissa ed immancabile fino al 7 Gennaio 2024. Organizzati da CNA, fanno da perfetta cornice al clima natalizio di Via Poletti e Piazza dei Sogni, proprio davanti al Fellini Museum.

          Un’esperienza che sicuramente sarà apprezzata dai più piccoli che possono divertirsi tra casette di legno all’interno dei diversi giochi di luci adiacenti alla Rocca Malatestiana e la fiabesca giostra francese coi suoi rimandi al Maestro Fellini.

          Il Mercato dei Sogni di Natale vuole valorizzare tutti quei prodotti unici, originali e di tipo artigianale che i romagnoli sanno realizzare e valorizzare come pochi. Legno, ceramica, stoffe, gioielli ed argento sono solo alcuni dei prodotti che potranno essere acquistati ai mercatini.

          Un gustoso spazio è dedicato poi alle eccellenze del territorio: panettone, pandoro, dolci natalizi, ciambelle, panini gourmet e molto altro sono lo spuntino perfetto, accompagnati da vin brulé che permette di scaldarsi mentre si passeggia per il centro città. Non mancano anche vini ed olii della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini, un ottimo modo per portare a casa un pezzo di Romagna.

          Al centro del Natale

          Nel cuore di Rimini si trova invece la tradizionale pista di ghiaccio di 600 metri e il circo per spettacoli vista mare. La cascata di luci fa da maestoso soffitto in Piazza Cavour per continuare ad illuminare i rami del grande Platano accanto al Teatro Galli e tutti gli alberi di Piazza dei Sogni. Tutti gli eventi si concluderanno con l'arrivo dei Re Magi, il 6 Gennaio, in un ricco corteo di balli, musiche e canti tradizionali.

          La città di Rimini torna protagonista delle feste per famiglie ma anche per giovani che passeranno il Capodanno in Riviera, all’insegna dei sapori, dei colori e della musica.

          Non sono da meno i negozi con una speciale serata Shopping Night in versione natalizia che il 23 Dicembre vedrà le attività aperte fino alle 23: ottima occasione per acquistare un regalo last minute per amici o parenti. Tutto insomma sarà una buona scusa per brindare e festeggiare in attesa del Capodanno più lungo del mondo.

          Presepi che sanno di mare

          Non possono mancare a Rimini e provincia i tradizionali presepi, da quelli tradizionali, marinari, viventi a quelli di ghiaccio e di sabbia.

          È invece a Bellaria-Igea Marina che si svolge l'Energy Christmas con una grande novità: una pista di ghiaccio lunga ben 60 metri che si estende lungo il viale pedonale davanti alla Biblioteca Panzini. Non mancherà l'iconica Snow Globe di Piazza Matteotti, all'interno del quale è allestito un fantastico bosco fiabesco animato da personaggi di fantasia per incantare grandi e soprattutto piccini.

          Danze e spettacoli che emozionano

          Se pensavi che gli eventi fossero finiti ti sbagliavi di grosso. Rimini si trasforma per qualche giorno nella capitale della Danza Sportiva dove sarà possibile assistere agli Europei di Danze Standard, i Mondiali Standard Senior II, i Mondiali di Danze Latino-Americane (per la categoria Youth) e non ultimo il Campionato del Mondo Adulti Danze Standard dove gareggeranno Debora Pacini e Francesco Galuppo per la medaglia d’oro.

          Ma non finisce qui: il Nuovo Palazzo dello Sport (ex RDS Stadium) ospita le stelle mondiali de Le Cirque Alis Christmas - Gala, uno show internazionale con l’eccellenza circense composta da equilibristi, acrobati, clown, cantanti, musicisti e giocolieri che ti lasceranno senza fiato.

          Concerti e musiche della tradizione

          Ma non è tutto shopping e mercatini!

          L’8 Dicembre invece andrà in scena per la prima volta al Tempio Malatestiano il 6° Concerto di Natale per la Città di Rimini durante il quale potrai apprezzare le musiche e gli strumenti tipici del Medioevo, sempre con un orecchio rivolto al XX secolo.

          Passando dal Teatro Galli, Sabato 17 Dicembre, durante la 73° Sagra Musicale Malatestiana potrai fermarti per assistere al ritorno di Riccardo Muti alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini dove verrà messa in scena una travolgente esecuzione della Messa da Requiem di Verdi.

          Mercato Saraceno

          Home / Emilia Romagna / Borghi e Castelli

          Mercato Saraceno, un crocevia nell'entroterra romagnolo

          Un borgo con tanto da offrire: storia, buon cibo e attività all'aria aperta

          Articolo di: Redazione
          Lettura: 3 minuti

          Tra la via Emilia e la val tiberina, a metà strada tra Forlì e Cesena, si trova Mercato Saraceno, borgo storico che sorge sulla sponda sinistra del fiume Savio. 

          Con un territorio caratterizzato da un alto dislivello e i suoi 100 km quadrati di estensione, offre per gli amanti dello sport e delle attività all’area aperta; diversi percorsi per il trekking e le mountain bike, ma anche running e ciclismo su strada. 

          Per chi invece vuole assaporare i gusti e la storia di Mercato Saraceno, il centro storico e le specialità locali ti sapranno accompagnare in un viaggio sorprendente. 

          Adatto a :

          A tutti, dai ciclisti più temerari e agli amanti delle camminate

          Mezzo :

          A piedi o in bicicletta

          Durata :

          1 giornata

          Periodo consigliato :

          Primavera, Estate

          Perchè si chiama Mercato Saraceno?

          Il mercato deve il suo nome a Saraceno figlio di Alberico degli Onesti, una famiglia di nobili ravennati anche citati da Dante nella sua celeberrima opera: «... sappi ch’io son Guido del Duca» (Purgatorio. XIV, 81).

          La Storia del Mercato

          Nel 1153, vicino al mulino ad acqua che già esisteva, Saraceno volle costruire un mercato sul fiume con l’unico ponte sul Savio che collega Cesena e Bagno di Romagna, un luogo strategico! L’inaugurazione ebbe inizio il 4 Maggio di quell’anno e proseguì per i successivi dieci giorni. Fu un tale successo e fece così clamore che rimase l’unico anche nei secoli successivi. La città fu poi meta di conquiste: dall'arcivescovo di Ravenna, che la fortificò dotandola di diversi castelli, ai Borgia con Cesare Borgia che aveva l’ambizione di creare un gran ducato nell’Italia centro-settentrionale. Dopo la caduta dei Borgia, passò sotto il dominio dello Stato Pontificio fino all’800.
          Nell’età napoleonica, la città si trasformò in un'importante punto di estrazione dello zolfo portando ad una crescita demografica e ad un miglioramento delle vie di comunicazione, nonché ad un forte attivismo per il miglioramento dei diritti e delle condizioni di vita dei minatori, che attirarono in città personaggi importanti come il politico Andrea Costa.

          Il cuore "dolce" di Mercato Saraceno

          Il centro storico è composto da Piazza di Sotto (ora Piazza Gaiani), Borgo di mezzo (ora via Cavallotti) e Piazza di Sopra (ora Piazza Mazzini). Qui fu costruito l’edificio di maggior pregio artistico del borgo: Palazzo Dolcini. Progettato dall’architetto forlivese Ugo Dolcini, il suo stile architettonico fonde Liberty e Art Déco, dando al palazzo un aspetto peculiare ed unico.

          Dolcini ha poi costruito altri edifici in zona con la stessa fusione di stili, diventando così un suo marchio riconosciuto. 

          Un altro edificio di rilievo storico ed artistico, a circa un km dal centro, è senz’altro la Chiesa della Pieve di San Damiano, in cui si possono trovare tombe risalenti persino al III secolo d.C. con iscrizioni in latino ed altri reperti di epoca romana, a testimonianza della lunga storia che permea questi luoghi. 

          A pochissimi chilometri dal centro storico, si trova un piccolo borgo rurale: Monte Castello (Castrum Montis Castelli). Conserva ancora intatte le caratteristiche di un tipico castello rustico-rurale, affacciandosi alla piazza con un raffinato balcone ad arcate.

          Tutti a tavola!

          Di certo qui il buon cibo non manca: numerose sono le osterie e i ristoranti a Mercato Saraceno, in cui si possono gustare tutte le specialità che un territorio così caratteristico può offrire, oltre ai tradizionali piatti romagnoli come i crescioni (“guson” in romagnolo) e la classica piadina .

          Uno dei prodotti tipici è la Pagnotta Pasquale, un pane dolce spesso arricchito con uva sultanina. Inoltre, per gli amanti del vino, sono presenti quattro rinomate cantine vinicole che valorizzano gli antichi vigneti locali di sangiovese e albana.

          È ora di tenersi in forma

          Le alte colline, le insenature scavate dai fiumi e le verdi foreste regalano ai ciclisti, ai runner e agli amanti del trekking delle esperienze indimenticabili immerse nella natura. 

          Ogni anno si svolge la gara ciclistica chiamata “I Nove Colli”, che parte proprio dal ponte sul Savio di Mercato Saraceno fino ad arrivare a Perticara, un percorso di 200 km e 3880 metri di dislivello che mette alla prova tutti i partecipanti, ma che regala forti emozioni in una cornice paesaggistica mozzafiato. 

          Tra i percorsi più suggestivi c’è il Sentiero di Falcino che percorre un tratto del Cammino di San Vicinio fino alla chiesa di San Lorenza di Ciola, a 600 m di altitudine.

          Il Fosso Sassignolo è adatto per chi cerca un percorso di trekking completamente immerso nel verde.

          I Sentieri del Tasso vengono così chiamati per via della presenza di questi animali nei luoghi vicini. Tra questi si possono trovare il Sentiero della Contessa che porta ai resti di un’antica torre, oppure il Sentiero del Nuvoleto, così chiamato perchè si percorre un antico tracciato fino all’omonimo nucleo rurale. Ed ancora la secolare selva dei castagni, la “Durgantèda”, un luogo magico e fiabesco.

          Questi sono alcuni dei sentieri percorribili da chi vuole respirare l’anima di una natura incontaminata. 

          Siete pronti ad immergervi nel piccolo grande mondo di Mercato Saraceno?  

          Montebello e Azzurrina

          Home / Emilia Romagna / Borghi e Castelli

          Montebello, il borgo con il misterioso castello

          Leggende e storia a Mons Belli, il Monte della Guerra

          Articolo di: Redazione
          Lettura: 3 minuti

          A pochi km dal confine con lo stato di San Marino, vive la piccola realtà di Montebello, che a 463 metri sul livello del mare domina le valli del Marecchia e dell’Uso. Accederai al borgo fortificato attraversando una porta, e subito tutto apparirà chiaro davanti ai tuoi occhi: un antico mondo piccino, composto da basse abitazioni, una torre difensiva, qualche bottega e negozietto (contabili sulle dita d'una mano), la chiesa e il famoso castello, che attira la maggior parte dei visitatori.

          I Romani, già all’epoca del III secolo, avevano capito che questo posto era quasi inattaccabile, e ne approfittarono per costruire la prima fortezza. Da qui potrai capire da dove deriva il vero nome di Montebello, non quindi chiamata così per la bellezza del posto, ma da Mons Belli, cioè il “monte della guerra”. Come tanti dei paesi prossimi a Rimini, anche questo capitò sotto la Signoria Malatestiana per due secoli, finché la famiglia dei Montefeltro, con un audace colpo di mano, espugnò la fortezza. Ritornò poi sotto i primi signori, che dovettero cederla nuovamente, fino ad essere aggiudicata alla famiglia Guidi.

          Adatto a :

          chi ama i borghi, ma soprattutto le leggende arcane

          Mezzo :

          a piedi

          Durata :

          una giornata

          Periodo consigliato :

          il periodo migliore è quello del solstizio d'estate

          Lamenti o temporali?

          Ogni cinque anni, esattamente il 21 giugno, i tecnici del suono effettuano registrazioni audio, perché si sentono particolari suoni. Scrosci violenti di pioggia, temporali, e grida di una bambina. All’ascolto di queste frequenze, le persone sentono rumori diversi, addirittura risate.

          La chiesa di San Pietro Apostolo

          La chiesa dell’antico borgo è dedicata a San Pietro, costruita nel 1732 per volere dei Conti di Bagno e ha resistito fino alla seconda guerra mondiale, che la danneggiò gravemente.

          In seguito restaurata in parte, sorge proprio a ridosso delle antiche mura del castello e l’entrata è preceduta da una piazzetta dalla quale potrai godere di un magnifico panorama sulla Val Marecchia.

          L’aspetto esterno è solenne, ti basta salire tre gradini per entrare dal portale di accesso a sesto acuto, simile alle due piccole finestre sulla facciata. L’interno ospita diversi dipinti e sculture. Noterai quella rappresentante la madonna col bambino. L’altare maggiore è decorato da un policromo settecentesco, un gioiello di virtuosismo prospettico.

          Il medaglione centrale è abbellito da elementi policromi floreali e con il simbolo del santissimo sacramento.

          La pala d’altare ospita un dipinto che raffigura i santi Pietro, Biagio e Andrea, che rappresentano le tre parrocchie intitolate ai loro nomi, nel territorio di Montebello. Nella controfacciata è presente una cantoria in legno dipinta con un organo del ‘700, invece all’ingresso è posta un’acquasantiera in pietra. Conclude l’edificio un campanile a vela.

          La rocca dai mille anni

          Costruita prima dai Romani come una semplice torre a pianta quadrata, evoluta in fortezza dai Malatesta, la Rocca ha 1000 anni di storia alle sue spalle, che ci racconta partendo dalla sua posizione.

          E’ collocata a guardia d’una via, risalente la Val Marecchia, di grande valore strategico, dato che rappresentava il collegamento principale tra il Montefeltro e la Toscana.

          Si tratta senza dubbio di uno degli edifici storici più interessanti della signoria, di tutto il territorio romagnolo. La grande particolarità, che potrai notare anche tu, è che le sue fondamenta poggiano proprio sul picco del monte.

          Ha subito diversi interventi nel corso del tempo, principalmente di carattere militare, ma il mastio e parte della fortezza sono ancora quelli originali, risalenti all’anno 1000.

          La residenza signorile invece è originaria della seconda metà del 1400, quando ai Malatesta succedono i Conti Guidi di Bagno, e a loro dobbiamo il salone nobile e i preziosi mobili contenuti al suo interno. La gita al suo interno ti riserverà mille sorprese, come arredamenti di pregio che vanno dal 1300 al 1700, rappresentando una panoramica unica su circa 500 anni di storia del mobile italiano. Inoltre noterai imponenti forzieri e cassapanche dipinte nel periodo dei crociati.

          La leggenda della piccola Azzurrina

          Il castello di Montebello però, nasconde una storia tramandata da anni, secoli e generazioni, che incanta migliaia di visitatori. La leggenda riguarda una bimba di nome Guendalina, che noi conosciamo come Azzurrina. La bambina nacque con i capelli albini, che all’epoca erano segno di discendenze demoniache. Per questo motivo, il padre Uguccione di Montebello, decise di proteggerla dal giudizio popolare, facendola sorvegliare da due guardie. D’altro canto, la madre cercò invece di tingerle i capelli di colore nero, ottenendo scarsi risultati, se non che i suoi capelli trattenevano alcuni pigmenti, dando alla chioma riflessi azzurri. Da questo ne deriva il suo soprannome. Precisamente il 21 giugno del 1375, in una giornata temporalesca, la bambina giocava con una palla di pezza nella fortezza, e ad un certo punto il gioco cadde lungo la scala che portava verso la ghiacciaia. Lei la rincorse per andare a prenderla, senza mai più fare ritorno. Purtroppo non abbiamo notizie certe sull’accaduto, non sappiamo se siano solo racconti cittadini della bassa Val Marecchia, o la pura realtà. Quello di cui siamo certi, è che per scoprire qualcosa in più su questa misteriosa e particolare storia, dovresti proprio andarci a fare una visita. Chissà se riuscirai a sentire qualcosa!

          Informazioni per acquisto biglietti

          Se vuoi visitare il castello e scoprire meglio la storia, ti interesserà sapere che sono aperti nel periodo estivo dal 1 giugno al 17 settembre, per la visita diurna tutti i giorni escluso il lunedì dalle 14:30 alle 19:00. Per la visita notturna la biglietteria è aperta dalle 21:30 alle 23.

          I Cappelletti romagnoli

          Home / Emilia Romagna / Esperienze di gusto

          Il Cappelletto: la gemma della Romagna

          Tradizione, storia e curiosità su un vero mito della cucina romagnola

          Articolo di: Redazione
          Lettura: 3 minuti

          Pasta fresca! Già solo a nominarla viene l’acquolina in bocca, non è vero?

          Ci troviamo in Romagna, dove la pasta fresca è la regina indiscussa della cucina. Qui possiamo mangiarne di tantissime varietà. 

          In quest’articolo parleremo di un “tipo” che tutto l’anno dà il meglio di sé, ma a Natale è indiscutibilmente IL primo per eccellenza: il “Cappelletto”.

          Il Cappelletto, a Natale e tutto l’anno

          I cappelletti (“Caplèt” in romagnolo) sono un formato tradizionale di pasta all’uovo ripiena, così chiamati per via della forma particolare che ricorda un cappello medievale. Si tratta di un piatto tradizionale romagnolo che viene tipicamente consumato durante le Feste, e in special modo il 25 dicembre. Infatti, come tradizione vuole, durante il pranzo di Natale di ogni casa romagnola non possono mancare queste piccole pepite di gusto.

          Qualche settimana prima delle Feste, come un rito di famiglia, ci si incontra per iniziare a prepararli. Non è molto ortodosso e i puristi della pasta fresca avranno da ridire, per lo sbalzo termico che viene “imposto” agli ingredienti (soprattutto al ripieno), ma è così che poco alla volta vengono preparate e congelate tutte le porzioni, in attesa di essere servite in grandi tavolate.

          Il giusto “compenso”

          La pasta viene fatta ricalcando la base tradizionale della pasta all’uovo stesa al mattarello. Quello che invece cambia, da zona a zona, da casa a casa, è il ripieno, chiamato anche “compenso” (casa che vai, cappelletto che trovi). Già a inizio ’900, il conte Giovanni Manzoni, nel “Cucinario di un'antica famiglia nobiliare di Lugo”, individuò ben sette ricette diverse di capelletti. 

          Gli ingredienti che vengono utilizzati sono principalmente (ma con moltissime variazioni di cui diremo più avanti): parmigiano, uova, ricotta, diversi tipi di carne, noce moscata, buccia di limone grattugiato. Da questa base partono innumerevoli modi di preparare e mescolare questi ingredienti, creando altrettanti piatti golosi. Quello su cui però tutti sono d’accordo è come cucinarli: in brodo. Il brodo è di carne e viene preparato solitamente utilizzando il cappone e anche del manzo magro. Non è raro però trovarli anche asciutti, ad esempio preparati con un saporito ragù della tradizione romagnola.

          La Storia del Cappelletto

          La cultura della pasta fresca ripiena, così come il cappelletto, vide la sua nascita nelle corti signorili del ’500. Cristoforo di Messiburgo e Bartolomeo Scappi, due cuochi della corte degli Estensi, furono i primi a mettere nero su bianco la ricetta di un piatto molto simile ai cappelletti, descrivendone la forma ed il contenuto. 

          Nel corso dell’800, furono fatte delle indagini tra le famiglie delle campagne romagnole. In questi rapporti, il  prefetto di Forlì di allora, Leopoldo Staurenghi, sulle abitudini alimentari, scrisse «A Natale presso ogni famiglia si fa una minestra di pasta col ripieno di ricotta che chiamasi di cappelletti. (...)». 

          Così, dalle nobili corti, il piatto era passato di palato in palato, arrivando fino alle cucine contadine e diventando una delle ricette più caratteristiche, tradizionali e gustose del territorio.

          Guida Gastronomica per autostoppisti: mai fare confusione tra Cappelletto e Tortellino!

          Ci si potrebbe innocentemente confondere tra tortellini e cappelletti, ma se non volete attirare le ire dei locali, meglio per voi non fare mai questo errore! Si tratta di due paste fresche ripiene, ma presentano delle differenze, che potremmo definire “sostanziali”. I tortellini sono tipici del bolognese e del modenese (ma non aspettatevi che non ci siano rivalità anche tra loro), e a differenza dei loro cugini romagnoli, sono leggermente più piccoli e hanno una chiusura diversa, “a baffetto”, dovuta alla piegatura dell’angolo esterno del triangolo che si ottiene tenendo un dito al centro e formando un piccolo buco. L’altra differenza tra il cappelletto e “l’ombelico di Venere”, nome che richiama una delle numerose leggende sulla nascita del tortellino, sta nel ripieno.

          Per il tortellino bolognese non sono ammesse variazioni sul tema: da quando il 7 dicembre 1974 la Dotta Confraternita del Tortellino ne ha depositato la ricetta presso la Camera di Commercio Industria Artigianato, il “vero” tortellino prevede per la farcitura esclusivamente lombo di maiale, mortadella di Bologna, prosciutto crudo, parmigiano, uova e noce moscata. 

          Il ripieno del cappelletto, invece, a seconda della zona e della tradizione di ogni singola famiglia che vi spaccerà la sua come l’unica ricetta originale, può essere di soli formaggi (parmigiano, con l'aggiunta di un formaggio morbido, ricotta, tomino e altri) oppure, sempre con una base di parmigiano o pecorino, di carni diverse o miste: dalla carne di maiale, al bovino, dal pollame alla mortadella o la salsiccia, ogni cappelletto conterrà un segreto di famiglia. La noce moscata, sempre. Ma anche per questa minima spolverata ci saranno diverse scuole di pensiero. Per fortuna sono tutte ottime.

          Rock Island

          Rock Island

          Il locale che guarda il mare al molo di Rimini

          Rimini, Molo Largo Boscovich 1 – 47921 RN

          Rockisland (rockislandrimini.it) / Tel. +39 0541 50178

          Articolo di: Redazione
          Lettura: 5 minuti

          Un patrimonio di ricordi

          Riportava la grande scritta Chalet negli anni ’30, era un Ristorante che palleggiava col suo nome tra “Ittico” e “Belvedere”. Il 26 marzo del 1966 venne inaugurato con il nome di "Ristorante Ittico". E ancora non aveva smesso di palleggiare. Distrutto da un incendio nel settembre del 1972, venne ricostruito a metà degli anni ’70, tornando a chiamarsi “Belvedere”. 

          Ma dagli anni ’90 cambiò faccia per sempre e diventò il “Rockisland”. 

          L’identificazione con quel nuovo nome, da quel momento in poi, non avrebbe mai più reso possibile nessun altro cambio di identità. In realtà la sua storia inizia quando un nome neanche lo aveva, nella metà degli anni ’20 del secolo scorso, ed era una struttura in legno, alla fine della “palata”, in cima al molo di Levante.

          Il Rockisland è una cartolina che cambia colore nel tempo, ma non sbiadisce mai. Si ricorda andando avanti e indietro a blocchi di decenni, quando in un determinato periodo faceva qualcosa che poi ne è diventata un’altra e poi un’altra ancora. Da quando era ristorante, appunto e poi discoteca, bar e ritrovo, luogo per concerti, set per il cinema, fondale e location per matrimoni e poi ora, di nuovo, ristorante.

          A Rimini è patrimonio dei ricordi di tante generazioni, che sta nell’immaginario collettivo come un luogo di appartenenza e bellezza.

          Ci sono stati anni in cui se volevi iniziare una serata presto e finirla tardi, goderti della musica, fare festa e avere incluso nel pacchetto un tramonto spettacolare sul mare, avevi una sola scelta: il Rockisland. E questo chi abita in un posto lo sa prima e meglio di tutti gli altri. Questa storia, per fortuna, è andata ripetendosi negli ultimi anni, con una nuova gestione e una proposta aggiornata. Perché, che sia stato più o meno in auge, il Rockisland nel tempo non ha mai smesso di essere un locale mitico e pittoresco, una grande palafitta sul mare nel punto in cui finisce la terra e comincia il mare.

          Adatto a :

          chi vuole gustare un piatto di pesce, sapendo di essere seduto sul mare

          Periodo consigliato :

          D'estate sempre aperto, inverno aperto il weekend per serate ed eventi, e la festa tutte le domeniche a pranzo

          La rinascita del locale

          Il Rockisland negli anni ha cambiato diverse gestioni e si sono susseguite attività e destinazioni, ma ha continuato a mantenere sempre la sua fama. E sebbene si possa affermare che appartenga ad ogni riminese, è l’imprenditore Pompeo Pivi il proprietario di questo magnifico locale, che da poco è tornato a gestirlo con una proposta che si spinge oltre l’estate. Il Rockisland, infatti, progetta qualcosa che prima non aveva ancora sperimentato: un’apertura che continua nelle stagioni, non chiudendo i battenti alla fine dell’estate. Pompeo Pivi considera il Rockisland il locale più bello di Rimini e, con l’intenzione di valorizzarlo sempre più e ancora meglio farlo conoscere, punta a una ristorazione che tra pranzi, aperitivi, cene e dopo cena, possa proporsi per tutto l’anno. 

          Le cose che non si sono mai fatte si chiamano sfide, e questa, oltre a essere nuova è anche molto bella.

          La forte attrazione verso un luogo immaginato

          Nell’era in cui tutto si pubblica in tempo reale, in cui le immagini si diffondono sui social, rendendo in poco tempo familiare ciò che prima non avevi mai visto, il Rockisland si riconosce al volo la prima volta che ci si arriva.

          Perché se vieni a Rimini, e il Rockisland lo hai incontrato solo in fotografia, da qui ci vuoi passare a tutti i costi. Negli ultimi anni ha preso a essere spesso fotografato in coppia con la ruota panoramica che per 180 giorni gli fa compagnia poco prima dell’inizio della “palata”.  

          È un'attrazione che la passeggiata sulla palata rende ancora più affascinante, facendone la meta da raggiungere, la direzione da seguire che davvero porta solo lì. 

          Un capanno sul mare con un grande nome

          Lo guardi e non puoi non pensare ai tanti capanni da pesca che popolano la costa romagnola, simboli che appartengono a una terra fatta di mare, lagune, fiumi e valli, canali e torrenti.

          Potrebbe essere “semplicemente” il più grande di quei capanni, se non fosse per quella scritta che si avvista a distanza a prescindere dal punto da cui lo si guardi: arrivando dalla spiaggia, dal mare, dalla palata, guardandolo dalla darsena. Rockisland è un posto, un luogo e un logo, una luce che si accende al crepuscolo e che fa da moderno faro a chi vuole orientarsi in una serata di grande suggestione.

          La struttura è in legno a strapiombo sul mare, avvolta da enormi vetrate che offrono uno splendido paesaggio. Recentemente sono stati svolti anche lavori di riqualificazione per migliorare gli ingressi e la parte esterna.

          Quando si entra la sensazione è davvero quella di trovarsi in uno posto come nessun altro, trasportati in un'altra dimensione, negli elementi essenziali di legno, ferro e vetro. Gli arredi rimangono essenziali, di un colore scuro e lampade che scendono dal soffitto. Il bar accende una nota di colore, a due passi dall’unico colore che qui è possibile a perdita d’occhio: il blu del mare

          L'isola gastronomica

          Sembra un’ovvietà, ma il pesce si gusta meglio se lo si mangia in un posto di mare. Se poi quel mare lo puoi sentire con tutti i sensi, allora sarà davvero un’esperienza da non perdere. Il Rockisland è un locale che si regge sulle sue gambe, e non per dire, ancorandosi al fondale e regalando a questo luogo una caratteristica inconfondibile. E sarà naturale mangiare pesce freschissimo e di ottima qualità. L’offerta è quella di un menù ampio e variegato con diverse tipologie e preparazioni di pesce: tagliolini allo scoglio, grigliata di pescato, spiedini di gamberetti e calamari, antipasti assortiti, dalle cozze alla marinara a un grande classico, la frittura di paranza. La scelta dei vini consente, soprattutto per i bianchi, abbinamenti di gran gusto.

          Per chi non ha grande passione per il pesce, si può scegliere tra pizza, piadina, carne, per non far perdere a nessuno l’esperienza di un pranzo qui, dimostrando allo stesso tempo che si può essere versatili non proponendo solo un menù di mare e, per un’ulteriore proposta, si possono scegliere anche piatti vegetariani e vegani.

          La musica qui è di casa già dal nome

          Il Rockisland, tra nuove strade e vecchi amori, continua a programmare serate di divertimento e musica. La musica qui è di casa già dal nome. 

          Negli anni questo legame si è fatto sempre più forte e intenso e non possiamo non ricordare il mese di maggio del 2018 quando, per venti giorni, il Rockisland è stato scelto da Vasco Rossi per diventare la sala prove del suo tour successivo.

          Nel segno della musica torna a rinnovarsi, accanto a quella della ristorazione, una proposta vivace con dj set, concerti live, o semplicemente come sottofondo all’atmosfera che regala tutto il resto, dalla vista al gusto. 

          Il locale rock alla fine della palata promette di avere un ruolo importantissimo durante gli appuntamenti più importanti e riconoscibili della Riviera: su tutti la Notte Rosa e il Ferragosto, nella città che più si associa al mare.

          Una magia tutta sua

          Ed è proprio in mezzo al mare, tra il ricordo dell’Isola delle Rose e alla perenne ricerca dell’Isola Che Non C’è, che si trova il Rockisland. 

          Prima tra tutte, tra ogni cosa che ha rappresentato nel tempo, il Rockisland non cambierà mai in una magia tutta sua che si regge su pali di legno e storia, da cui puoi guardare il sole che va a dormire, sempre uguale, in un giorno che non è mai uguale a nessun altro.

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