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Una pedalata in Romagna, tra i fiumi Rubicone e Uso

In bici dal mare di Bellaria, passando per Santarcangelo, Torriana, Sogliano e San Mauro

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 5 minuti

Per iniziare la stagione autunnale abbiamo pensato ad un percorso in parte su fondo sterrato, tra eccellenze gastronomiche e tradizione poetica con soste in alcuni borghi romagnoli.

Questo itinerario ad anello di 66,8 km e dislivello di 690 metri parte dal lungomare riminese, tocca Torriana e Sogliano e rientra lungo il Rubicone e le sue città. Punto di partenza l’Hotel Roma di Bellaria.

Punto di partenza :

Hotel Roma di Bellaria (RN)

Grado di difficoltà :

Medio (40/70km di distanza | 0/800m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Sterrato e Asfalto

Bici consigliata :

Gravel, MTB ed eBike

Che storia!

Daniele, gestore di Hotel Roma, racconta come l’albergo di famiglia ha fatto la storia: fu occupato e distrutto durante la guerra e ricostruito da suo nonno. Nel 2018 una grande festa per gli 80 anni, con tanto di servizio in TV. Quando si parla di bici, di entroterra romagnolo e di mete preferite dai turisti, Daniele non ha dubbio, “la più apprezzata è senz’altro Santarcangelo”.

Dai sentieri dell’Uso a Santarcangelo

Si lascia l’hotel, si supera la Stazione e si entra brevemente sul corso principale, Via Pascoli, dove troviamo alcune bancarelle. Si supera il fiume e l’autostrada e si percorre via Fornace in fondo alla quale si entra nei Sentieri del fiume Uso.

L’Uso nasce dal monte della Perticara tra la provincia di Forlì-Cesena e Rimini e scorre per 49 km fino al mare Adriatico. I sentieri sono nati come percorso ciclopedonale di Bellaria e San Mauro Pascoli su entrambe le sponde. Si tratta di strade sterrate e battute lunghe circa 6 km delimitate perlopiù da campi e canneti dove a tratti si può sentire l’acqua che scorre. 

Si pedala per il tratto lungo 2 km di Bellaria e una volta usciti ci si immette in via Stradone prima e poi in via San Vito dove, prima di entrare in città, si incontra il ponte romano, detto il pontaccio, in dialetto “e puntaz”, vicino alla chiesa di San Vito e San Modesto.

Alcuni studi hanno attestato che fosse un ponte molto grande per l’epoca, a 5 arcate e che nel ‘700 parte dei marmi furono usati per restaurare il Ponte di Tiberio di Rimini.

Superata San Vito si prosegue verso Santarcangelo di Romagna e si arriva direttamente all’altezza del Lavatoio Comunale dove lo street artist Eron, nome d’arte di Davide Salvadei, nel 2015 ha omaggiato con una sua opera il poeta Raffaello Baldini e l’identità romagnola con una scena di vita quotidiana del dopoguerra. Santarcangelo è per l’appunto il paese di Tonino Guerra, Baldini, Pedretti e tanti altri poeti dialettali, protagonisti della straordinaria esperienza artistica del “Circolo del Giudizio”. 

Da qui si prosegue per Via Cavour, piena di locali e persone pronte per la colazione e una passeggiata mattutina. Si esce dal borgo e si imbocca la Santarcangiolese dove si pedala per 8,5 km sulla ciclabile fino a incontrare la prima salita.

Da Poggio Torriana a Sogliano

Dalla rotonda si imbocca via Torrianese e inizia la fatica: 3 km, da 100 a 330 metri di dislivello, con punte di pendenza del 14%. Dopo alcune soste per riprendere fiato si arriva finalmente ad un punto panoramico in piano: siamo in piazza Salvador Allende, una terrazza sulla Val Marecchia con di fronte le sagome di Verucchio, San Marino e San Leo.  

Scese le scale dalla piazza si trova la fontana Albero della vita, creata dal poeta Tonino Guerra per rendere omaggio al fiume Marecchia. Dall’altra parte della strada invece una casa color rosso mattone ospita uno dei ristoranti stellati della zona: l’Osteria del Povero Diavolo dello chef Giuseppe Gasperoni. 

Si prosegue e si imbocca la strada in discesa, di fronte l’altopiano bianco della cava calbana. Una volta arrivati in fondo si prosegue lungo la strada che costeggia il fiume Uso per qualche chilometro fino ad incontrare sulla destra la salita verso Sogliano. Dopo 2 km molto serrati fatti di rapporti leggeri, gambe in tensione e pendenze al 15%, si continua con un tratto più morbido fino al centro del paese: siamo nella provincia di Forlì-Cesena vicino alle sponde del Rubicone. 

Questo borgo di 3000 abitanti è conosciuto perlopiù per la sua eccellenza: il formaggio di Fossa di Sogliano e Talamello che è diventato denominazione di origine protetta (DOP). Si tratta di un formaggio con latte di sola pecora oppure misto (mucca e pecora) che viene stagionato per tre mesi in tipiche fosse a forma di fiasco o coniche, scavate nel tufo. Questo metodo di stagionatura risale a fine ‘400 e sembra sia stata una scoperta casuale, in seguito al bisogno di mantenere il formaggio nascosto nelle cave dei granai per evitare che truppe di passaggio potessero rubarlo. A novembre e dicembre di ogni anno viene organizzata anche la Sagra: un buon momento per degustare questa specialità, visitare le fosse e conoscere la storia di questo formaggio e dei mastri infossatori.

Dopo 35 km è ora della sosta per il pranzo in un bar nel centro di Sogliano tra la Torre Civica e la Fontana delle Farfalle dove un mosaico colorato è il canto alla vita ideato da Tonino Guerra.

La Ciocca e le città del Rubicone

Usciti dal paese si scende fino all’incrocio dove si trova l’entrata del Parco le Greppe e il Monumento a Marco Pantani, inaugurato nel 2021. In questo punto infatti parte e termina la Ciocca o Cioca: 18 bellissimi tornanti (numerati) che piaceva percorrere al ciclista romagnolo durante i suoi allenamenti. Qualcuno l’ha definita anche la piccola Pordoi di Romagna. Oggi questo tratto è anche parte del Grand Tour Valle del Savio, un percorso ciclistico di 172 km interamente su fondo asfaltato che unisce la riviera adriatica all’Appennino Tosco-Romagnolo. Proprio quest’anno il Grand Tour ha vinto la Italian Green Road Award: premio che vuole valorizzare tutte le forme di turismo sostenibile e diffondere al grande pubblico i percorsi ciclopedonali italiani.

La Ciocca termina proprio con il passaggio del Rubicone, un piccolo fiume torrentizio di soli 35 km che nasce poco sopra Sogliano e sfocia a Gatteo. “Passare il Rubicone” è ormai un modo di dire di uso comune per indicare una presa di posizione, un’azione dalla quale non si può più tornare indietro e si rifà all’atto di Giulio Cesare quando nel 49 a.C. superò il confine tra Gallia e Italia senza autorizzazione. Qui pronunciò le famose parole “il dado è tratto” e il resto è storia. 

Dopo i tornanti ci si immette sulla provinciale che scorre lungo il fondovalle del Rubicone per ben 13 km. Strada dritta con leggeri saliscendi circondata da arnie colorate e luoghi adibiti alla produzione del miele. Al termine di questa strada si entra in città, a Savignano, e si raggiunge piazza Borghesi, davanti al palazzo del Comune, dove un grande poster ricorda il SìFest, il festival della fotografia che si tiene ogni anno a settembre ormai dal lontano 1992.

Subito dopo si riprende a pedalare verso la vicina San Mauro, città natale del poeta Giovanni Pascoli, di cui è possibile visitare la casa, immersa in un piccolo parco, dove visse e dove ha sede il Museo Casa Pascoli. Da qui ci si tuffa nel percorso Pascoliano che dalla città del poeta del fanciullino prosegue verso Villa Torlonia o meglio Tenuta Torre, passando per la ciclopedonale del Rio Salto. Villa Torlonia è il luogo dove la famiglia Pascoli amministrava i possedimenti del principe Alessandro Torlonia, uno dei latifondi terrieri più importanti ed estesi della Romagna. La Villa ha una storia molto antica e si racconta che in età romana era chiamata Giovedia, per via di un tempio dedicato a Giove, dove, secondo la tradizione, Giulio Cesare si sarebbe fermato in preghiera dopo l’attraversamento del Rubicone, nel 49 a.C.
Attraverso il progetto del Parco Poesia Pascoli a partire dal 2014 Villa Torlonia è stata riaperta al pubblico rendendo accessibili nuovi spazi per eventi, mostre e concerti.

Dalla villa si riprende Via San Mauro e appena il Rio Salto incontra l’Uso, si ritrova il percorso lungo il fiume dell’andata.

Dopo qualche chilometro si entra nuovamente a Bellaria dove, prima di chiudere il percorso ad anello, si visita la borgata vecchia, le case basse piene di murales e la torre Saracena che ospita il Museo della Conchiglia, con numerosi reperti provenienti da tutto il mondo a raccontare la vita del mare.

L'Hotel Roma

Attivo dal 1938 grazie alla famiglia Domeniconi, che da quattro generazioni porta avanti ospitalità e accoglienza dei turisti in riviera, questa struttura è uno dei primi hotel costruiti a Bellaria.

Un luogo speciale, in una posizione speciale: direttamente sulla spiaggia, circondato dalla tranquillità e dal verde del grande giardino.
La piscina vista mare, la terrazza panoramica e l'ottima cucina tipica romagnola contribuiranno alla tua vacanza da sogno. E, chiaramente, le biciclette qui non mancano mai!

Articolo di : Mauro Del Zoppo

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