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Atri tour in bicicletta, in Abruzzo un percorso ad anello

Percorso in bicicletta partendo da Pineto e percorrendo storia e natura

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 6 minuti

Oggi ti portiamo in Abruzzo all’origine della parola Adriatico, tra mare, borghi e architetture naturali. Lo facciamo con un percorso ad anello di 52 km e un dislivello di 1200 metri che passa dalla costa nei dintorni del fiume Cerrano fino a raggiungere alcuni borghi a 400 metri di altezza affacciati davanti al Gran Sasso e alla Maiella. L’itinerario prevede alcune strade bianche e sterrate quindi il consiglio è di percorrerlo con una bici gravel, una MTB o una e-MTB.

La partenza è fissata a Pineto dove ci aspetta Eliseo dell’Hotel Mare Blu, dal 1978 albergatore e ristoratore, prima con una locanda e ora con l’Hotel e un ristorante in centro.

Punto di partenza :

Hotel Mare Blu - Pineto (TE)

Grado di difficoltà :

Impegnativo (70/100km di distanza | 800/1500m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Asfalto, Ciclabili, Sterrato, Strade bianche

Bici consigliata :

Gravel, MTB ed e-MTB

Cuore d'Abruzzo

Eliseo, proprietario dell'Hotel Mare Blu, è fiero ed orgoglioso nel mostrare le specialità abruzzesi che il suo albergo offre: "li surgitte" (gnocchi di patate) con zafferano e polvere di liquirizia, la pasta alla mugnaia, gli spaghetti alla chitarra e gli arrosticini. Conduzione familiare, cortesia e sacrificio qui non mancano mai!

Dal mare al borgo di Mutignano

Si esce dall’hotel e si entra subito nel centro di Pineto, la strada principale è dedicata a D’annunzio. Percorrendo il viale si incontrano ancora le bandiere adibite per il passaggio della decima tappa del Giro d’Italia, la Pescara-Jesi del 14 maggio e poi all’altezza del Parco della Pace, il punto di partenza della manifestazione Ruote Libere, la prima cicloturistica di Pineto con 3 percorsi da 35, 27 e 10km per appassionati e famiglie. Insomma un ottimo inizio, tutto all’insegna della bici.

Lungo il viale si trova anche un edificio liberty: una delle prime costruzioni alberghiere di Pineto, progettata negli anni ’20 come abitazione privata del chirurgo Francesco Padula, per questo detta anche “Villa Padula”. Negli anni ’40 la villa fu trasformata in albergo e fu una delle strutture ricettive principali del luogo, fino alla chiusura nel 1999, quando poi venne realizzato l’Hotel Garden. 

Dopo poche pedalate si incontra un altro edificio di pregio, Villa Filiani, costruita in stile neo-rinascimentale nel 1844 dal proprietario terriero Giacinto Filiani. Una delle prime costruzioni che hanno fatto sorgere il centro della città.

Dalla villa si oltrepassa la statale e ci si immette nella rotonda che porta all’entroterra teramano. I primi curvoni mettono in circolo l’ebbrezza della salita. La vegetazione è folta e rigogliosa e crea una barriera naturale ai lati della strada. Si sale; il vento e l’odore di pino marittimo si fanno sentire, farfalle di diverse taglie e colori passano davanti alla bici, ogni tanto ci si volta per vedere il blu del mare da lontano: una certezza.

Ci si accorge subito di un particolare non indifferente su queste strade, la quasi totale assenza di auto. Come disse uno scrittore che ebbe molto a cuore questa regione: “l’Abruzzo è un grande produttore di silenzio”. 

Dopo 6 km di salita si entra a Mutignano, borgo antico, come recita l’insegna. Prima di attraversare tutto il paese, si sosta davanti alla Chiesa San Silvestro dove alcune persone stanno preparando banchetti con prodotti tipici locali.

Sulle pareti delle case basse sono disegnati alcuni murales che raffigurano attività della vita quotidiana e rurale: chi inforna il pane, chi cuce a macchina, chi gioca a carte, chi porta ceste sulla testa.

Prima di immettersi nella strada provinciale e proseguire per la tappa successiva, si sale leggermente verso il Parco Castellaro, un piccolo giardino al termine del paese che ospita un bar ristorante su una terrazza. Da qui si scorge il Gran Sasso striato di bianco e in basso i primi calanchi.

Atri e i calanchi

Da Mutignano ad Atri si può arrivare agevolmente dalla provinciale ma questo percorso prevede alcune vie sterrate e deviazioni dalle strade principali. La prima è subito a sinistra e passa dietro al Palazzetto di Atri, poi ci si reimmette per poco sulla provinciale per svoltare subito a destra con una curva a U e iniziare a salire sulla strada asfaltata del colle. Dopo 1,5 km si entra nel borgo all’altezza della piazza principale alle spalle del Duomo.

Atri è una città antica e in età romana era un luogo strategico tanto da essere raggiungibile dalla via Salaria, strada che portava da Roma a Porto d’Ascoli sull’Adriatico, con una deviazione attraverso la via Cecilia, da prendere all’altezza di Rieti. Lo storico longobardo Paolo Diacono riporta che il nome del mare Adriatico derivi proprio da Atri (anticamente Hadria e poi Hatria).

In piazza Duomo non ci sono molto persone ma dopo il silenzio sembra ci sia movimento: un buffet in un primo locale, alcune persone ai tavolini, la parete verticale del duomo imponente e i versi delle cornacchie che si nascondono nei cunicoli aperti della facciata.

Dopo i primi 20 km è ora di pranzare e questo è senz'altro il luogo ideale per una sosta e per mangiare qualcosa di tipico, come le pallotte cacio e ovo da +Tosto dello chef Gianni Dezio. 

Il Duomo di Atri è uno dei più importanti esempi del Romanico abruzzese. Per descriverlo fuori e dentro non ci sono parole più suggestive di quelle dello scrittore Giorgio Manganelli:

La cattedrale è una mole di indimenticabile potenza geometrica… Tutta la struttura è un solido, un puro pensiero geometrico, cui si appoggia l’ingegnoso solido del campanile… Quanto l’esterno è astratto, è mentale, tanto l’interno è affollato di immagini pittoriche…una policroma folla di immagini di pietà di Andrea de Litio, gigantesco ciclo pittorico, sacra occupazione dello spazio.

Dopo la bellezza degli affreschi, ci si appresta ad un’altra bellezza, questa volta creata dalla natura. Usciti dalla città a poco più di 1 km si entra nella Riserva Naturale Regionale “Calanchi di Atri”, istituita nel 1995 e diventata nel 1999 Oasi WWF con lo scopo di preservare circa 600 ettari di natura, flora e fauna. Antonella e Agata, addette all’accoglienza, sono pronte a spiegare il percorso ad anello con mappe e altri volantini e a dare ai bambini il passaporto delle oasi. 

A sinistra inizia il percorso, strada asfaltata bianca e una discesa ripida con pendenza del 15%, qui ci sono due punti panoramici che permettono di vedere i calanchi da molto vicino. Ma cosa sono? Si tratta di un fenomeno geomorfologico di erosione del terreno argilloso per via dello scorrimento delle acque piovane e della poca vegetazione, in sostanza si vengono a creare solchi e forme appuntite nel terreno: un’architettura naturale. In inglese calanchi si traduce con badlands proprio a indicare terre inospitali, in italiano vengono chiamate anche “unghiate del diavolo” e “bolge dantesche”. 

Si prosegue ancora fino ad una piccola cappella con dentro una pietra bianca levigata detta Pietra di San Paolo, per via di una leggenda. Oltrepassato questo punto, invece di risalire per concludere l’anello della riserva dei calanchi, si prosegue su una strada bianca sconnessa, il fondo cambia un paio di volte fino a imboccare il punto più difficile: 1 km, 6 curvoni e un dislivello di 200 metri. Oltrepassando il torrente Piomba si entra così nella provincia di Pescara per raggiungere la prossima meta: Città Sant’Angelo.

Dal Cerrano al Piomba

Si arriva a Città Sant’Angelo tagliando trasversalmente la sua forma allungata, a lisca di pesce e direttamente nel corso principale all'altezza della Chiesa di San Francesco e del Teatro comunale. In via del Teatro è possibile leggere l’insegna turistica Sentiero del Sale con il simbolo della bici. Dal 2021 infatti è stato inaugurato un punto noleggio e un percorso di 70km composto da diversi sentieri che toccano la campagna angolana e vari agriturismi e cantine.

L’Abruzzo è in effetti anche terra di vini, il più noto è proprio il Montepulciano d’Abruzzo DOC, che può essere coltivato solo nelle 4 province abruzzesi: Chieti, L’Aquila, Teramo e Pescara. In queste zone tra Teramo e Pescara gli altri vini da segnalare sono il Trebbiano d’Abruzzo, il Pecorino, la Passerina, il Montonico e il Gaglioppo.

Si prosegue per il corso principale fino alla chiesa di Sant’Agostino e si torna indietro passando per la parallela, viale Umberto 1, fino ad uscire dal centro da Porta Sant’Egidio e risalire verso il simbolo della città: la collegiata di San Michele Arcangelo.

Si riprende a pedalare verso la costa, si riattraversa il torrente Piomba tra strade asfaltate e sterrate e si arriva a Silvi Marina, località turistica, dopo una lunga via in discesa che porta alla statale. Superato un sottopassaggio si accede al lungomare curato, ben visibile, colorato di azzurro: siamo sulla Ciclovia Adriatica, la famosa ciclabile che parte da Trieste e finisce a Leuca, ben 1.804 km e sette regioni lungo tutto l’Adriatico.

La costa tra Silvi e Pineto ad un certo punto si immerge nella pineta litoranea, ad accompagnarci il verso delle cicale e il rumore degli aghi di pino sotto le ruote. Poco dopo, appena superato il ponte in legno sopra il fiume Cerrano inizia l’area marina protetta.

Qualche pedalata e si arriva a Torre Cerrano, la sola fortificazione rimasta delle tante, ben 14 in Abruzzo, che il Regno di Napoli fece costruire nel 1568 per respingere gli attacchi di turchi e saraceni.

Davanti a questa torre, in mare, sono stati ritrovati vari reperti che attestano la presenza di un antico porto molto attivo in epoca romana. Qui il viaggio all’origine della nostra concezione di Adriatico inizia e qui arriva al termine il nostro itinerario.

L'Hotel Mare Blu

Nel cuore dell’Area Marina Protetta della Torre di Cerrano, l'Hotel Mare Blu è un 3 stelle fronte-mare a gestione familiare, ideale per una vacanza di benessere sul litorale abruzzese. Oltre al meraviglioso mare, gli ospiti qui potranno rigenerarsi nella confortevole SPA Privè del Centro Benessere “La Duna”.

Inizia il tuo itinerario alla scoperta dell'Abruzzo da qui. Come dice Eliseo: “Per gli ospiti che non hanno la bici, abbiamo un accordo con un punto noleggio della zona”. L’Abruzzo è bello, si sta bene, ed è tutto da scoprire!

Articolo di : Mauro Del Zoppo

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