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Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop

Tra novembre e dicembre, la tradizionale festa dell’oro giallo di Sogliano

Articolo di: Mauro Del Zoppo
Lettura: 4 minuti

La Romagna è terra di grandi tradizioni culinarie e di prodotti straordinari. Uno di questi è senza ombra di dubbio il Formaggio di Fossa. Un formaggio molto speciale, tradizionalmente prodotto a Sogliano al Rubicone e nelle zone limitrofe, dalla morbidezza, fragranza e odore veramente unici.

Ma qual è l’occasione perfetta per gustare questa specialità esclusiva? A Sogliano tutti gli anni si svolge una grande festa dedicata proprio al prodotto orgoglio della città, le ultime due domeniche di novembre e la prima domenica di ottobre.

Una vera opportunità per degustare i prodotti tipici soglianesi e romagnoli, nella bellissima cornice di un piccolo borgo medievale circondato da panorami mozzafiato.

Quest’anno, il 20 e 27 novembre e il 4 dicembre, non perderti la Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop!

[Foto di Visit Sogliano]

Adatto a :

Tutti i buongustai e chi vuol assaggiare una vera eccellenza romagnola

Mezzo :

Passeggia senza fretta tra gli stand e i profumi della Fiera

Durata :

Le domeniche 20, 27 novembre e 4 dicembre 2022

La sfossatura

Il rito della “sfossatura” dei formaggi avviene tradizionalmente il giorno di Santa Caterina, il 25 novembre. Ma perché proprio questo giorno? Si racconta che la martire venne condannata a morte per decapitazione, ma dal suo collo non sgorgò sangue… ma latte!

La Tradizione in strada

L’appuntamento con i sapori tipici di una volta è ormai fisso, pensa che quella del 2022 è la 47° edizione della Fiera. Un’autentica kermesse del gusto, dove i migliori ristoratori, produttori e soprattutto “infossatori” della zona, si trasferiscono negli stand e nelle casette in legno sparse per il borgo, e dove ciascuno interpreta e propone in maniera personale il formaggio di fossa, abbinandolo ad altri prodotti locali, come la pasta fresca, il savòr, la saba, il miele e i salumi.

La Pro Loco di Sogliano è l’associazione che organizza la fiera, grazie al prezioso aiuto dei tantissimi volontari, ed è anche il punto di riferimento dove assaggiare le specialità.
La preparazione dei piatti inizia già dai giorni precedenti alla Fiera, quando le sfogline iniziano ad impastare e a tirare a mano la pasta, come gli gnocchi, le tagliatelle e i passatelli. Poi ci sono le grigliate di carne, le erbe cotte, la sempre presente piadina romagnola… e il formaggio di fossa naturalmente!

Oltre al cibo, tanti eventi

Oltre che l’inconfondibile profumo, camminando per Sogliano sentirai anche la musica delle bande che allietano i visitatori. In queste 3 domeniche, infatti, il calendario è ricco di eventi, come spettacoli teatrali, concerti, convegni e l’immancabile area dedicata ai bambini ed al divertimento, con animazioni e i divertentissimi giochi antichi. Anche i musei rimangono sempre aperti durante la Fiera: lo sai che solo a Sogliano ce ne sono addirittura 7? Inevitabile è il Museo del Formaggio di Fossa, poi ci sono il Museo del Disco d’Epoca, la Collezione di Arte Povera, il Museo della Linea Christa, il Museo Leonardo da Vinci e la Romagna, il Museo minerario e la Raccolta Veggiani.

L’eccellenza 100% soglianese

Il Formaggio di Fossa è ormai rinomato in tutto il Paese, ed è riconosciuto da tutti come prodotto di élite, un vero orgoglio made in Romagna. La consistenza e il sapore così distintivo che proviene da quel riposo nelle fosse lo rendono veramente unico, un formaggio ricercato dai cuochi e dai golosi di tutt’Italia, e non solo.

L’abbinamento perfetto? Il maggior consenso ci dice con il Savòr, una sorta di marmellata fatta con mosto di vino, frutta secca e frutta selvatica. Nessuno sa bene le proporzioni o gli ingredienti precisi… la ricetta è infatti segreta, e tramandata di generazione in generazione dalle famiglie di questi luoghi.

Da provare anche con la saba, uno sciroppo fatto con mosto d’uva e zucchero, considerato un vero e proprio conservante naturale… Più passa il tempo più diventa buono!

È ottimo anche accompagnato da un buon miele di castagno, e un bel bicchiere di vino rosso naturalmente. Magari di vin brulè, l’ideale per scaldarsi nei primi freddi autunnali. Una leggenda locale racconta che il Formaggio di fossa sia anche afrodisiaco… chissà, sicuramente sappiamo che è un prodotto DOP!

Dal 2009 ha ottenuto la prestigiosa denominazione, diventando ufficialmente “Formaggio di Fossa di Sogliano Dop”. Il marchio delimita un territorio di produzione ben preciso, e tutela i vari passaggi nella produzione del latte, nella caseificazione e nella maturazione.

Produrre un formaggio DOP non è affatto semplice, anzi! Si parte dal controllo dell’alimentazione animali, poi quella del loro latte, fino ad arrivare alla caseificazione. Prima di essere calate nelle fosse, le forme devono raggiungere un certo grado di maturazione, devono essere abbastanza stagionate. Appurato ciò, inizia la fase di infossatura, rigorosamente in alcune fosse storiche “ufficiali” e censite al Comune, profonde circa 3/4 metri. Durante questi mesi sotto terra il formaggio si trasforma, cambia forma, colore e sostanza, e perde una buona percentuale di grassi e di lattosio, facendolo diventare un prodotto indicato a tutte le diete.

L’ultimo controllo di qualità e igienico-sanitario viene eseguito all’uscita a novembre: se tutti questi passaggi vengono rispettati, il laboratorio rilascerà la certificazione DOP.

Una storia lunga mezzo secolo

Ma se quella del 2022 è la 47° edizione della Fiera, in principio a chi sarà venuta l’idea di organizzare una festa dedicata al Formaggio di Fossa?

La storia ci racconta che i contadini della zona, in agosto, avevano pronti i loro formaggi, di vacca o di pecora. Tutte le forme che eccedevano dal consumo personale familiare venivano portate nelle “fosse”.

A novembre, dopo la maturazione, uscivano dalle fosse con i loro formaggi, e quelli in più li potevano vendere agli interessati.

Con la nascita della Pro loco, negli anni ‘70, arrivò anche l’idea di organizzare una piccola sagra per celebrare questa cerimonia che si ripeteva ogni anno. Si iniziò con un ombrellone e un paio di tavolini: tutto quello che bastava ai contadini per appoggiare i loro formaggi e venderli ai passanti. Il resto, è storia!

Articolo di : Mauro Del Zoppo

Articolo aggiornato il 3 Novembre 2022

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