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Da Cesenatico a Sorrivoli in bici: tra spiaggia e borghi

Nella Romagna di Pantani, un percorso ad anello di 64km

Articolo di: Massimo Colasurdo
Lettura: 5 minuti

Percorrere itinerari in bici, si sa, è diventato per molti obiettivo per le proprie vacanze e ciò permette di arricchire l’esperienza di viaggio.
Farlo scegliendo come meta mare e colline insieme aggiunge indubbiamente valore tra attività in spiaggia, visite a castelli medievali e specialità del territorio da assaggiare. E se il punto di partenza fosse per di più una città dedita al ciclismo? Beh allora completeremmo il quadro anche per gli appassionati di bici. Ecco, bene, finalmente possiamo parlarvi di questo percorso.

Un itinerario di 64km ad anello che tocca diversi borghi nell’entroterra e luoghi caratteristici e vede come punto di partenza e arrivo Cesenatico.
Dal punto di vista ciclistico questo percorso è rivolto a tutti, anche se richiede una discreta preparazione perché presenta diversi tratti brevi e intensi in salita. Se si vuole andare sul sicuro meglio puntare su una e-bike.
Per l’occasione si parte da un osservatorio speciale, l’Hotel Valverde della Famiglia Ricci, albergatori da 70 anni e presenti con diverse strutture sul territorio.

Punto di partenza :

Hotel Valverde - Cesenatico

Grado di difficoltà :

Medio (40/70km di distanza | 300/800m di dislivello)

Tipologia di percorso :

Strada (strada bianca per 1,3 km)

Bici consigliata :

Tutte (BDC, evitare la parte di strada bianca), Gravel, MTB ed eBike

Di padre in figlio

Giuseppe Ricci, proprietario dell'Hotel Valverde, è sempre pronto a dare qualche dritta e ad illustrare con cura i percorsi proposti nel suo Bike Hotel. Parlando di bici è emersa una curiosità: Augusto, suo nonno, acquistò il primo Hotel da un ciclista professionista, Armando Barducci, un gregario che arrivò 16° alla Milano-Sanremo e 9° al Giro d’Italia del 1950.

Dal Rondò a Longiano

Proprio dietro l’hotel c’è la prima curva della Nove Colli, la famosa manifestazione ciclistica romagnola, presente sin dal 1971: una granfondo di 200km tra la provincia di Forlì-Cesena e Rimini che ogni anno attira più di 10mila partecipanti.
Proseguendo, a pochi centinaia di metri, si trova il Rondò del ciclista, una rotonda con 35 statue di ferro (ciclisti) realizzate nel 2013, una volta superata si va in direzione Sala di Cesenatico, luogo dove Marco Pantani è cresciuto.

Subito dopo Sala si passa per Sant’Angelo, paese di Secondo Casadei, altra importante figura che ha fatto la storia di questo territorio. Proprio all’angolo del lungo fiume, il Rigossa, si trova la casa natale del padre del liscio che nel 1954 compose Romagna mia, qui celebrato da due targhe commemorative.

Si prosegue così per la strada che costeggia il fiume fino ad arrivare a Gambettola, si oltrepassa il paese e inizia finalmente la prima salita che porta ad una chiesa su un piccolo promontorio: Balignano. A pochi chilometri da qui c’è il primo borgo caratteristico, bandiera arancione del Touring Club Italiano: Longiano.

A Longiano ci si arriva dal viale principale dove si trova il Teatro Petrella e la fonte del ciclista e di fronte domina dall’alto il borgo. Sulla destra si accede alla porta ad arco e dopo pochi metri di strada di ciottoli si arriva di fronte al castello Malatestiano, sede delle Fondazione Tito Balestra che oggi ospita circa 2000 opere di artisti del ‘900 italiano (De Pisis, Guttuso, Morandi, Rosai, Maccari, Sironi, Vespignani e numerosi altri) e una preziosa collezione di grafiche di autori stranieri tra i quali Goya, Chagall e Matisse.

A sostare qui viene da pensare alle parole del filosofo Rousseau riprese dall’imprenditore-umanista Brunello Cucinelli: «Le nostre città sono difficili da vivere, dobbiamo tornare nei borghi, ridiscutere e riprogettare l’umanità». 

Tito Balestra fu uno scrittore molto legato alla sua terra, e fu amico di Tonino Guerra, altra importante personalità romagnola. Qui nello spazio tra il castello, il campanile e l’albero al centro della piazza è ricordata una sua poesia:

​​Anna, ho comprato un pezzo di terra,

ho un cavallo, una frusta e sollevo la polvere

e chiamo il vicino e gli tocco la spalla.

Oppure un altro, un sogno più piccolo,

io e te insieme abitiamo una stanza

e abbiamo vetri contro il vento e la pioggia

e un cuscino un pò grande che basta per due,

guardami in faccia ho gli occhi castani.

Balestra la scrisse per la moglie e, in un certo senso, esprime tutta la semplicità delle persone del luogo.

I borghi e il “fatal dono della bellezza” 

Si riprende e uscendo dal borgo si imbocca strada belvedere, un’intensa discesa con un dislivello di 100metri. Dopo qualche curva si sbuca in Via Ciano, la prima dura salita del percorso, immersa tra le colline. Una volta arrivati in fondo ci si immette per poco nella provinciale. Ai bordi della strada qualcuno ricorda il pirata.

Si prosegue prendendo la strada parallela che arriva da Montiano, all’improvviso alzando la testa, soprattutto in primavera, una visione idilliaca: un prato fiorito di margherite e un castello; se si è fortunati anche qualche cavallo. Siamo al Castello di Montenovo, oggi sede di un ristorante.

Si continua a salire dolcemente verso Monteleone, dal punto di vista ciclistico il pezzo più interessante di questo itinerario. Pochi centinaia di metri prima di entrare nel borgo si può fare una sosta al laghetto artificiale dove viene praticata la pesca. Qui ci si arriva tramite una strada bianca che è possibile proseguire a piedi o in MTB perché fa parte di uno dei Sentieri degli Otto Castelli, precisamente quello che porta a Sorrivoli. Le 8 tappe oltre a Monteleone e Sorrivoli sono Roncofreddo, Montecodruzzo, Ardiano, Diolaguardia, Ciola Araldi e Castiglione.

Si risale verso Monteleone, piccola frazione di Roncofreddo di soli 34 abitanti, 364 metri di altezza e bandiera arancione. Il borgo medievale disposto a mezzaluna è molto piccolo e il castello che dal ‘700 è stato trasformato in residenza di campagna si contraddistingue per una rampa di accesso ricoperta d’erba.

Monteleone è stato feudo dei Malatesta, successivamente il castello fu proprietà di tre famiglie: i Roverella fino al 1745, i Guiccioli fino al 1970 e infine i Volpe.

Oggi la piazza è intitolata a Lord Byron, poeta inglese, per via delle vicende che lo unirono a Teresa Gamba, moglie del Conte Guiccioli, proprietario del castello. Byron fu in Italia dalla primavera del 1819 come cavalier servente della moglie di Guiccioli seguendola nelle diverse residenze: Venezia, Ravenna e Monteleone. Le lettere, conservate nella Biblioteca Classense di Ravenna, testimoniano che tra i due ci fu un rapporto intimo. Byron fu anche amico e coinvolto nelle attività della carboneria del fratello di Teresa, Pietro Gamba: i due partirono insieme dalla Liguria per andare a combattere in Grecia per la guerra d’indipendenza.
Byron resta un importante viaggiatore. Fu lui a coniare il concetto di «fatal dono della bellezza», ovvero l'impatto che l'Italia esercita sui sensi a un'intensità tale, da fare appannare la vista e confondere il giudizio critico.

Tra Muri e Burattini

Si riprende il percorso con direzione Sorrivoli. Uscendo dalla porta del borgo inizia una lunga discesa fatta di tornanti, per la precisione 4km e 250metri di dislivello che portano al ponte di ferro inglese che oltrepassa il torrente Pisciatello, affluente del Rubicone. Una volta superato il fiume inizia il punto più arduo, il cosiddetto Muro di Sorrivoli precisamente in via Fageto: da 120 a 250 metri di altezza in meno di un chilometro con punte del 18% di pendenza. Qui è passato il Giro d’Italia del 2008 nella tappa Urbania-Cesena.

Una volta ripreso fiato ci si affaccia all’arco della fortezza che incornicia un bel panorama: un invito ad entrare. Una volta oltrepassato ci si trova in un ampio cortile con vista sulle colline e in lontananza il mare. Un luogo che sembra fatto per la convivialità: non a caso è sede di una trattoria dove si può mangiare all’aperto e dove in estate si organizza un laboratorio di burattini.

Roberto Benigni è stato proprietario di una casa e ha dedicato a questo borgo le seguenti rime:

Quei tetti aguzzi chi li disegnò? Chi mise in ciel quei passerotti frivoli? Mille volte più bella di Rio Bo più misteriosa e magica: Sorrivoli”.

Da qui parte la via del ritorno. Si scende piano piano dalla parte di Cesena. Cambia il paesaggio e si percorrono chilometri nella pianura fatta di campi e agricoltori al lavoro.

Ci si appresta a rientrare a Cesenatico, passando per il porto canale e arrivando in stazione.

Punto di arrivo di questo percorso non poteva che essere un luogo significativo per la città e per gli appassionati di ciclismo: sto parlando dello Spazio Pantani, il museo che celebra il pirata, le sue vittorie e le sue imprese.

L'Hotel Valverde

A Cesenatico, i "Ricci Hotels" sono una vera e propria istituzione di ospitalità. Albergatori da oltre 60 anni, la famiglia Ricci è quotidianamente impegnata nel non deludere le aspettative dei suoi amati ospiti.

Il Valverde si presenta con un'architettura imponente, a forma di "L", con vista sulla grande zona piscina. Se cerchi un hotel da dove partire per il tuo itinerario in bici, hai trovato quello che fa per te.

Se una vacanza nei Ricci Hotels è sinonimo di relax, divertimento, ottima cucina e servizi di qualità superiore, sicuramente non manca il valore aggiunto più importante di tutti: delle buone relazioni umane.

Articolo di : Mauro Del Zoppo

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