Trattoria La Marianna

Da cent’anni e passa, il pesce fresco nel cuore del borgo

Rimini, Viale Tiberio 19 - 47921 RN

Trattoria La Marianna | Ristorante di pesce a Rimini / Tel. +39 0541 22530

Articolo di: Paola Russo Russo
Lettura: 4 minuti

La Trattoria

Nella mappa dei luoghi che sanno di buono nel Borgo San Giuliano di Rimini, in un itinerario che ad ogni casa racconta una storia antica, e poco distante dall’Osteria de’ Borg, sua “sorella di terra”, si trova la Trattoria la Marianna.

Attraversando il Ponte di Tiberio, è impossibile non vederla, con la sua veranda ampia, che fa pensare al mare pur restando in città, anzi, nel cuore del borgo. Del resto un tempo la stessa Domus del Chirurgo, poco lontana, era una casa lambita dal mare.

La Marianna si presenta subito schietta e sincera come una Trattoria di mare. Il locale è attivo dall’inzio del ’900 quando proponeva piatti a base di pescato del giorno. Vanta la sua tradizione e forte identità nelle ricette e negli arredi, nel suo sapere antico, nella sua storia di famiglia che passa da foto ingiallite ma che sentiamo ancora parlare attraverso i ricordi di chi ha custodito quella memoria. Anche per questo viene considerata il luogo per eccellenza in cui gustare i sapori del mare al borgo

Il nome non è affatto generico: agli inizi del secolo scorso, Marianna Domeniconi sposò Guglielmo Morri la cui famiglia gestiva una piccola cantina che vendeva vino sfuso. E la Marianna, da quella piccola cantina, mise in moto una cucina che rese unica la storia che si è scritta da allora in poi.

Adatto a :

chi fa del pesce il suo piatto preferito

Periodo consigliato :

il locale è aperto tutto l'anno, ma d'estate puoi gustare i migliori sapori dell'adriatico

La tradizione continua

Riuscendo a conservare intatta la tradizione di questo luogo, quei piatti, allora preparati in una stanzetta adibita a cucina, sono passati attraverso più di dieci decenni, due guerre mondiali, il boom economico, la dolce vita, l’arrivo di un nuovo secolo, fino agli ultimi anni che abbiamo vissuto col cuore sospeso. Tutto è stato possibile perché gli ingredienti e i sapori sono stati tramandati con cura e attenzione, in una cucina che però non è più una stanzetta ma il vero cuore della Trattoria.

I cent’anni di vita della Marianna sono passati già da qualche anno e ancora la sua fama viene festeggiata. Perché niente qui viene vissuto come un traguardo, ma ogni successo continua a costruire esperienza e futuro.

Così in un momento di passaggio necessario, è stata Enrica Mancini, giovane imprenditrice della ristorazione riminese, ad aver raccolto il testimone e ad essere diventata nuova padrona di casa, con uno spirito che ha saputo preservare ogni memoria, condivisa nel nome di una comunità che riconosce in questo luogo un pezzo di storia di Rimini

Nel borgo non è difficile ricordare avvenimenti, nomi e soprannomi, persone che hanno contribuito a portare avanti l’anima di un borgo marino in pieno centro. Molti di quei nomi e di quegli avvenimenti sono passati da qui.

Il made in Rimini (e non solo pesce)

Ogni piatto qui racconta qualcosa del territorio, sia che abbia lo sguardo fiero rivolto al mare, sia che offra una proposta, non prioritaria ma sempre di eccellente qualità, per carni e formaggi. 

Stare in compagnia a tavola è uno di quei piaceri che davvero possono rimetterti al mondo e avere la possibilità di scegliere in una varietà che accontenti tutti è da sempre la migliore proposta di ogni menù. 

Per questo, tutto quello che la Marianna porta in tavola ci tiene ad avere la garanzia di una qualità genuina e quotidiana. 

Sono i pescherecci di questo mare che ogni giorno riforniscono la cucina, offrendo un pescato di grande tipicità nei sapori e nelle preparazioni. 

Gli allevamenti collinari offrono invece le ottime carni, in particolare la mora romagnola. Tra i formaggi, primo fra tutti lo squacquerone, perfetto con piada e rucola, o i formaggi pecorini e caprini. La farina proviene dal molino Ronci, in Val Marecchia e le uova di galline allevate a terra, dagli allevamenti dei Fratelli Piva.

Sia come condimento che nella preparazione delle ricette, viene utilizzato solo olio extravergine d’oliva dei colli riminesi. Anche l’acqua qui è quella del territorio: è la Galvanina, che sgorga a Covignano, sulle prime colline di Rimini. Per il vino, si può scegliere tra Sangiovese, Merlot, Pagadebit o la mitica Rebola. Non manca l’Albana, il tipico vino dolce di Romagna.

Un'aria marittima

Ogni singolo dettaglio qui richiama il mare. Che prenotiate un tavolo dentro o fuori, non rimarrete delusi. La veranda esterna e tutto l’arredamento del ristorante, dai tavoli alla libreria, sono realizzati in legno grezzo. Il bancone del bar è stato ricavato da una vecchia barca del porto di Rimini. L’azzurro e il bianco sono i colori predominanti. Gli antichi moniti della navigazione accolgono gli ospiti del ristorante, lasciando una scia di fascino e tradizione marina, come pure lo stemma della Marina Militare all’esterno.

Storie e storia da sfogliare si trovano nella libreria all’interno, piena di libri e manuali, molti a tema marino, altri nel segno del racconto di Rimini.

Sardoni patrimonio regionale

L’offerta della trattoria, spazia dagli antipasti (non perdetevi quello con le canocchie), ai primi con le tagliatelle fatte a mano (quelle condite con triglie e mazzancolle sono le nostre preferite), alle grigliate miste sulla base del pescato del giorno, al fritto. Ma se dovessimo scegliere tra tutte le portate quella che davvero vorremmo portarci a casa, non potremmo non raccontare dei Sardoni al testo, con radicchio e cipollotto. E allora proviamo a dare la ricetta, in modo da avere a disposizione, ogni volta che vogliamo, questo piatto della tradizione, povero e ricchissimo allo stesso tempo.

Gli ingredienti - per 4 persone che le mangiano per antipasto o per 2 che si fanno una scorpacciata - sono: 1 kg di sardoni rigorosamente provenienti dal mare di Rimini, 200 gr di pangrattato, 4 mazzi di radicchio verde, 2 teste di cipollotto, aceto di vino, sale, olio e prezzemolo, sempre q.b. 

Procediamo. Innanzitutto i sardoni vanno puliti, privandoli di testa e pancia, dopodiché vanno lavati, scolati e asciugati. Va poi condito il pane con sale e olio - mentre i sardoni a parte con aggiunta di prezzemolo - e poi va unito tutto il pesce al preparato. Utilizzando 4/5 sardoni per ogni singolo spiedino avremo un bel “bouquet” di sardoni. Gli spiedini vanno cotti sul testo della piada o, in alternativa, sulla griglia a carbonella. Serviti immediatamente e gustati con piada calda, insalata di radicchio verde e cipollotto, condita con sale, olio e aceto di vino, sono uno spettacolo per il palato.

L’operazione difficile non sarà prepararli, ma non finirli subito.

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Conoscere da vicino i luoghi e il territorio, avvicinarsi alla genuinità dei gesti e dei sapori semplici…

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